Nell’immaginario generale, la figura di Jimi Hendrix non può che essere associata a una Fender Stratocaster. Tuttavia, nel corso della sua carriera, il prodigio di Seattle ha imbracciato numerosi strumenti più e meno pregiati. Tra questi, la più misteriosa è senza dubbio la chitarra elettrica di produzione giapponese priva di marchio sulla paletta con cui ha mosso i primi passi nella scena americana e che ora spunta dalla sua vecchia custodia per essere battuta all’asta a una cifra record.
L’asta, tenutasi presso GWS Auctions, si è conclusa l’8 agosto 2020 e ha registrato un’offerta vincente di 180mila dollari, a cui si sommano i diritti d’asta raggiungendo così una cifra di 216mila dollari: il quadruplo rispetto alla base d’asta fissata a 50mila dollari.
La precisa provenienza della chitarra è tuttora un mistero. Priva di firme o marchi, riporta solo l’incisione “Japan” sulla placca che fissa il manico al corpo.
Tutt’altro che un’opera di alta liuteria, si tratta di una double cut dal profilo leggermente asimmetrico con un netto contour per l’avambraccio e un deciso sunburst a tre toni.
Un grosso battipenna tartarugato ospita due single coil non standard, dalla scocca rettangolare e con viti regolabili in cima. Compaiono anche due piccoli interruttori, presumibilmente per l’attivazione individuale dei pickup. I potenziometri di volume e tono sono montati su una placca in metallo, insieme al jack d’uscita.
Sei meccaniche in linea si susseguono su una paletta dai richiami stratoidi e un grosso abbassacorde aumenta la pressione sul capotasto, o quello che ne resta.
Nelle foto non compare il ponte, apparentemente un modello in stile tune-o-matic avvitato direttamente nel legno in due punti e abbinato a un sistema vibrato simile a quello di una Fender Jazzmaster.
Secondo GWS, Hendrix cominciò a suonare lo strumento in oggetto poco dopo essere rientrato dall’esercito nel 1962. In quel periodo, Jimi si trasferì a Clarksville, nel Tennessee, dove affiancò musicisti come Wilson Pickett, Slim Harpo, Sam Cooke, Jackie Wilson, Ike e Tina Turner, prima di spostarsi verso Harlem nel 1964.
Quando, nel 1966, si trasferì a Londra, lasciò la chitarra al suo amico Mike Quashie. Questi, prima di morire nel 2019, ha provveduto a documentare l’autenticità dello strumento.
La chitarra arriva al 2020 in un buono stato di conservazione, ma venduta senza corde per preservarne l’autenticità al 100%.
è possibile vederla più da vicino in una dettagliata gallery fotografica e leggerne la storia completa. |