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Delay: come regolare tempi, feedback e ripetizioni
Delay: come regolare tempi, feedback e ripetizioni
di [user #17844] - pubblicato il

Esploriamo le fondamenta del delay per conoscere le funzioni di Time, Level e Feedback, la loro interazione e le impostazioni più diffuse su cui basare i propri esperimenti più spinti.
È nato quasi insieme alla chitarra elettrica, negli studi di registrazione, ed è oggi uno tra gli effetti più diffusi e studiati da musicisti di ogni livello. Lo si può ascoltare in qualsiasi contesto musicale e ancora non si vede la fine delle sue potenzialità espressive.
Il delay è un circuito capace di registrare un segnale e riproporlo con un determinato ritardo nel tempo, come una eco. Può essere usato per dare maggiore profondità al suono o per disegnare intricati intrecci ritmici. Con il giusto guizzo, può diventare un’arma potente nella pedaliera di chiunque.

Analog, Tape o Digital che sia, dal modello più basico fino alle derive sperimentali dal sound estremo, ogni delay si basa sugli stessi tre semplici parametri: Time, Feedback e Volume. È la loro interazione a definire i maggiori effetti di ritardo che hanno scritto la storia della musica elettrificata attraverso oltre mezzo secolo di riff e assolo indimenticabili.
Come accade per molti dispositivi nella sfera della chitarra elettrica, la magia avviene quando la tecnica incontra la creatività e il desiderio di uscire dagli schemi, ma alcune indicazioni di base possono essere d’aiuto a chi vuole avvicinarsi meglio agli effetti di ritardo.

Quella che segue è una piccola guida per muovere i primi passi nel mondo del delay, per scoprire ed esplorare le potenzialità di uno dei circuiti più antichi eppure ancora tra i più stimolanti per i chitarristi elettrici. Per realizzarla abbiamo scelto di affidarci a un evergreen per la categoria, un coltellino svizzero capace di districarsi con disinvoltura attraverso le sonorità dei più apprezzati delay in circolazione, pur conservando un’interfaccia facile e un approccio universale: il Boss DD-8.

Delay: come regolare tempi, feedback e ripetizioni

Da The Edge a David Gilmour, dallo slapback del rockabilly agli ambienti dilatati del rock alternative, pressoché qualunque suono di delay può sintetizzarsi nella giusta combinazione di lunghezza dei ritardi, quantità di ripetizioni e il loro volume.

Il tempo
L’uso del parametro Time, Delay o qualunque indicazione abbia il controllo del ritardo è strettamente legato al tempo scandito dal brano che ci si appresta a suonare.
Sebbene non sia raro utilizzare delay d’ambiente con tempi indicativi, tutt’altro che chirurgici, per arricchire i propri assolo con code lunghe e appena percettibili per volume, il tempo scandito dalle ripetizioni è un attrezzo espressivo da non sottovalutare.

È uso comune pensare ai tempi di un delay come ripetizioni per quarti (semiminime) o ottavi (crome), ma non è raro che si voglia creare ambienti lenti con ritardi da 2/4 (minima) rispetto all’indicazione metronomica o simulare la presenza di una seconda chitarra in ritardo di pochissimi millisecondi sul proprio strumento per ingrossarne il suono regolando il tempo a un sedicesimo (semicroma) o anche con ritardi più brevi.

Il tempo non è sempre bianco o nero, e le zone grigie di una figura puntata o di una terzina possono dare vita a cadenze eccitanti per le orecchie, facendo suonare una ripetizione non esattamente sulla nota successiva e dando così vita a un intreccio più complesso, dove le ribattute contribuiscono di fatto alla melodia generando parti che sarebbe davvero difficile - quando non impossibile - eseguire da soli.

Tap Tempo e suddivisioni
Su qualsiasi delay, il tempo si può regolare con un classico potenziometro, ma i progettisti hanno elaborato svariati sistemi per rendere la vita più facile ai musicisti, in particolare quando sono sul palco e le pause per le regolazioni sono inesistenti.

Un tap tempo è una funzione inclusa in molti delay moderni che permette al musicista di battere fisicamente su un pulsante il tempo che vuole impartire alle ripetizioni. Sta al piede dell’artista richiamare mezzi, quarti, ottavi, note puntate e terzine.
Quando sullo chassis è presente anche un selettore per le suddivisioni ritmiche, la faccenda si semplifica oltremodo. Il piede si limiterà a scandire l’indicazione metronomica di riferimento e basterà un tocco sull’apposita levetta per fare in modo che il pedale ricavi automaticamente le rispettive figure ritmiche.

Delay: come regolare tempi, feedback e ripetizioni

Level e Feedback
Un dispositivo che ripete il nostro suonato, aggiungendo di fatto un altro musicista al mix (e un altro ancora, e un altro ancora…) può creare confusione tra le note. Per questo è importante dosare cum grano salis il volume delle ripetizioni e la quantità di code generate dallo stompbox.

Nella maggior parte dei casi, si può notare come volume e quantità delle ripetizioni necessari a un suono equilibrato siano inversamente proporzionali: dove uno sale, l’altro scende.

In caso di ambienti morbidi e lunghi, ottimi per arricchire un assolo, è probabile che si voglia richiamare un delay dal volume ridotto perché faccia solo da colore, senza sovrapporsi alle note suonate. Di pari passo, le code potranno essere più numerose: forse solo un paio per un risultato più pulito, magari anche di più per passaggi onirici.

Quando il delay vuole invece giocare a costruire ritmiche combinate con il segnale diretto, è più scontato che il suo volume sia maggiore per tenere testa al suono dry, ma con code ridotte al minimo per non sbavare più del necessario.

Le eccezioni, come si può immaginare, non mancano: un delay d’ambiente può scegliere ripetizioni decise e presenti per un sound più aggressivo e intricato, così come le fitte ripetizioni di un delay più corto possono formare un tappeto di particelle sonore appena udibili per richiami quasi elettronici.

Nel video che segue, forniamo un punto di partenza per una ricerca sonora più consapevole.



Gli orizzonti sono davvero vasti, le possibilità virtualmente illimitate, ma solo dedicando alcune ore sul campo alla propria strumentazione si potrà avere davvero idea di cosa un delay è in grado di fare.
Quindi, buona sperimentazione!
boss dd8 effetti singoli per chitarra il suono tutorial
Link utili
DD-8 Digital Delay sul sito Boss
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di adriphoenix [user #11414]
commento del 28/09/2020 ore 13:03:13
Grazie Pietro, bell'articolo e bel video, molto chiaro!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 28/09/2020 ore 14:26:2
Ottimo articolo, grazie.
Rispondi
di marcoecami [user #54447]
commento del 28/09/2020 ore 22:05:08
Non sono mai stato capace di usare bene il delay, forse per questo non mi è mai piaciuto troppo. Però, settato in questo modo e su pezzi di questo tipo, riempie e rende più colorato il suono. Complimenti per il video
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di yasodanandana [user #699]
commento del 28/09/2020 ore 22:31:34
bene.. bravo !!
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 28/09/2020 ore 22:48:04
un delay o due delay sono bei giocattolini.
ci fai ripetizioni velocissime, al limite di un riverbero; mediamente veloci, lo slap back anni 50 stile surf; un pelo più lento stile Morricone.
a velocità normali bisogna iniziare ad abbassare il volume e si può iniziare a prolungare.
via via che rallentiamo bisogna abbassare il volume, sennò diventa un dialogo e non un ' eco.
Gilmour ad esempio usava velocità basse.
il secondo pedale delay può essere usato in combinata, ma è una cosa certosina individuare i ritardi sui ritardi. talvolta mi ci diverto a creare dei veri e propri ritmi
Rispondi
di Jumpy [user #1050]
commento del 29/09/2020 ore 00:30:59
interessantissimo articolo e, per me, capita giusto a fagiolo.
Proprio in questi giorni mi sto divertendo a creare figure ritmiche col delay e mi sto accorgendo di quanto sia difficile settarlo bene in base ai risultati che si vuole ottenere :)
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 29/09/2020 ore 12:27:57
sono quelle cose che è meglio non avere perché non ti fanno suonare ma perde tempo prezioso
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 29/09/2020 ore 13:02:35
All'inizio avevo "snobbato" l'articolo pensando : ma come, uso il delay da una vita figuriamoci se c'è qualcosa di nuovo, sarà un articolo per neofiti. E invece bravo Direttore, mi hai fatto capire che di delay non capivo una sega... ottimi spunti e finalmente un approfondimento su un effetto tanto amato quanto impegnativo da usare nelle sue regolazioni più significative. E poi tanti chitarristi famosi ci hanno creato sopra il loro suono specifico, penso a The Edge su tutti.
Rispondi
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 29/09/2020 ore 15:53:3
Quello alla pink floyd non è venuto proprio bene bene.
Rispondi
di acif utente non più registrato
commento del 29/09/2020 ore 17:41:55
l'articolo è very good, ma una domanda:
c'è un sistema per sincronizzare la velocità in millisecondi del delay con la velocità in bpm di un clic su una d.a.w.?
oppure c'è uno schema per mettere a confronto i ms con i bpm per avere un rapporto che faccia corrispondere i 2 tipi di misure?
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 02/10/2020 ore 13:03:14
Ciao, se usi un delay MIDI puoi sincronizzare il tempo direttamente con la DAW. Se invece vai di analogico, puoi affidarti a questa formula:
Un beat in millisecondi è uguale a 60.000/bpm. Per cui, se per esempio la tua indicazione metronomica è di 60bpm, ogni beat (cioè un quarto, in caso di un tempo 4/4) sarà 1000ms (ovviamente un secondo, essendoci 60 battiti in un minuto). Un ottavo misurerà naturalmente la metà, cioè 500ms.
Se invece l'indicazione metronomica è di 120bpm, otterrai un quarto da 500ms e un ottavo 250ms.
E così via.
Rispondi
di jagamin [user #28034]
commento del 02/10/2020 ore 12:52:02
Ottimo articolo e video preciso e davvero esplicativo, grazie!!!
Rispondi
di Mimmo66 [user #26026]
commento del 02/10/2020 ore 13:39:48
ma guarda quanto ne sa 'sto "rozzo" :-D
Rispondi
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