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platoblues
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Articoli pubblicati

In Principio era Il Suono!
di platoblues | 19 settembre 2006 ore 02:45

In Principio era Il Suono!platoblues scrive:

Il ‘Codice Gurdjieff’ e l’arte oggettiva

C’è stato uno strano uomo d’origine caucasica - nella prima metà del novecento – che diede un’interpretazione della realtà, e dico tutta la realtà, alla luce di una strana ‘legge delle ottave’, mettendo poi la più pura vibrazione sonora al vertice della stessa scala dell’Intero. Tutto ciò in tempi non sospetti da far pensare ad ipotesi di contaminazioni in stile ‘supermarket del sacro’ tipiche di certe correnti New o Next-Age, per intenderci.

Mozart. Poi tutti gli altri
di platoblues | 13 ottobre 2005 ore 12:00

Mozart. Poi tutti gli altriplatoblues scrive: Fra qualche mese si celebreranno i 250 anni dalla nascita di questo grande genio della musica (27 gennaio 1756- 2006).

WinMX chiude?
di platoblues | 22 settembre 2005 ore 23:58

platoblues scrive: Pare che WinMX abbia dovuto temporaneamente chiudere la rete a causa di una lettera della Recording Industry Association of America, Associazione americana dei produttori discografici, datata 13 settembre, nella quale si paventa l’apertura di una causa. Come si legge nel sito wickpedia.org (http://it.wikipedia.org/wiki/RIAA), alcuni detrattori della RIAA affermano che questo gruppo abbia formato un cartello che gonfia artificiosamente e fissa i prezzi dei CD. La guerra totale al P2P si effettuerà con le solite armi: chi condivide musica online sarà individuato e denunciato. D’altro canto, è improbabile che Frontcode Technologies non tenti la carta di spostare il server in qualche paradiso giuridico al sicuro dalle Majors (fonte www.libero.it). Che dire: “Chi è senza MP3 scagli la prima pietra!” (www.punto-informatico.it).

Eugenio Finardi - Anima Blues
di platoblues | 02 settembre 2005 ore 17:02

Eugenio Finardi - Anima Bluesplatoblues scrive: C’è una sensazione di dolcezza e amarezza assieme nell’ascoltare e recensire questo bel capolavoro. E’ la dolcezza che si prova di fronte all’espressione compiuta di un uomo che ha serbato in se, nel silenzio degli anni, le note più intime e profonde, quelle che se si lasciassero librare prematuramente non riuscirebbero a cantare l’essenza di un’anima e…se le si facesse attendere oltre modo imploderebbero dentro. Amarezza perché questo fiore nasce autoprodotto nel deserto discografico italiano, lontano dalle autostrade radiofoniche nazionali e dalle onde sonore che vi scorrono radenti, fin nelle orecchie di chi la musica spesso la ‘consuma’ solamente. Ma forse è giusto così: Anima Blues è un ‘disco’ che ama l’intimità e la condivisione tra amici, il passaparola, quello che ormai rimbalza pure da un sito all’altro, cantando le lodi di Eugenio Finardi.

Agostino e lo speed picking
di platoblues | 17 novembre 2004 ore 08:45

Nello scorrere il titolo di quest’articolo, al buon maestro Capizzi - se fosse ancora tra noi - gli si drizzerebbero i capelli! Proprio lui che passò una vita accademica a difendere gli autori classici da qualsiasi illecita lettura attualizzante che ne mortificasse l’originaria identità di ‘uomini del loro tempo’! E…come se non bastasse non posso nemmeno accampare l’attenuante d’introdurre questioni del novero di quelle che ancora gli antichi chiamavano ‘sempitaerne’, ossia di un tale spessore che, pur abitando il tempo tendono a sporgere costantemente da esso, insomma: della consistenza di quelle dure ossicina che perfino quella buona forchetta del dio Cronos non riesce a digerire!

MetaMusica - Musilosifia e dintorni
di platoblues | 16 novembre 2004 ore 12:39

Salve amici accordiani, due righe per annunciarvi la nascita di una nuova rubrica: "MetaMusica, musilosofia e dintorni". Tale spazio vorrebbe ospitare tutti quegli articoli che trascendano il 'dato musicale' sia in altezza che in profondità, sviluppandolo nelle sue implicazioni più marcatamente culturali (Accordo: strumenti, musica, cultura, società) siano esse storiche, filosofiche o letterarie. Per quelle scientifico-tecnologiche la sezione SoundTech sta già assolvendo egregiamente al proprio compito!

Il raro virus del batterista stanziale
di platoblues | 10 agosto 2004 ore 18:13

platoblues scrive "Ciao raga’, in queste giornate di ‘mezza estate’ vorrei riflettere con voi su quant’è dura tirar dritti per la strada della musica ‘live’ anche per chi non suona a livello professionistico e cerca semplicemente di riempire il proprio tempo libero con questa magnifica passione! Eh si: non è mica facile! Ognuno ha i propri casini, i propri orari di lavoro, le proprie impellenze prioritarie e… a volte metter d’accordo anche solo quattro teste è un impresa non da poco!"

Il Cifa in Sardegna
di platoblues | 21 giugno 2004 ore 21:34

platoblues scrive " Ebbene si, anche quest’anno Gigi Cifarelli è stato in vacanza in Sardegna. Suvvia, chissà quanti di voi a legger questo ora digrigneranno gl’incisivi dall’invidia immaginandosi il Cifa sempre senza tetto ma…stavolta sotto un ombrellone e in qualche magnifica spiaggia ‘all inclusive’ con cocktail al fil’ e ferru , la sua Blackbird (che chitarra ragazzi!) mentre canta beato sulla divagazione jazzistica dello standard sardo di ‘non potto reposare’ di tazendiana memoria! ;-)

Quale soluzione per assoli 'dinamici'?
di platoblues | 29 maggio 2004 ore 11:35

platoblues scrive "Salve ragazzi, da quando i miei capelli hanno iniziato a cedere alla forza di gravità la mia testa matta ha abbassato il valore di tolleranza sui suoni compressi! Forse per guarire farò qualche dinamica di gruppo assieme ad altri sfortunati come me, ma per ora dovrò convivere con questa malattia senile sognando una criniera folta quanto basta per levare la crosta al pomello del gain ormai da tempo fisso sul numerino 3!"

L'autarchia quanti effetti porta via?
di platoblues | 12 maggio 2004 ore 18:36

platoblues scrive " Come forse direbbe Mancunion, la 'techne' ha la capacità d'asservire l'uomo (e il musicista) proprio nel momento in cui egli crede d'aver trovato uno strumento che lo liberi e gli renda 'comoda' la vita! I livelli d'autarchia sono spesso inversamente proporzionali alla 'comodita' così spesso ci si trova a dover dipendere da troppi aggeggi (o da quell'unico indispensabile) prima di tirar fuori una nota oppure ancora, a dover ricorrere ad essi nel tentativo di liberarsi di altri, in un circolo vizioso."

Costruirsi il tocco personale
di platoblues | 02 maggio 2004 ore 11:56

platoblues scrive "M'è appena tornato indietro un libro comprato un anno fa e prestato con profitto ad un amico. Il volume tratta dei 'trucchi, trucchetti per suoni perfetti' ed è una piccola monografia sul preamplificatore. L'autore è Donato Begotti, che tutti voi conoscete e…che io invece non sapevo manco chi fosse (non mi lapidate!) al tempo dell'acquisto, data la mia lunga assenza dalla giungla musicale italiana! Ebbene, fra i capitoli ce n'è uno a mo' di conclusione, con all'interno qualche dritta su come costruirsi il proprio tocco personale. Ora, dato che l'argomento trascende il tema specifico del libruccio in questione (che qui viene solo sfiorato), avrei piacere di riportare qualche chicca senza ledere l'autore e allo stesso tempo tentando di farlo, invece, interagire 'virtualmente' nelle questioni che ciclicamente ritornato fra gli amici di Accordo. "

Il Jazz fa male?
di platoblues | 17 aprile 2004 ore 15:26

platoblues scrive "Ho sempre trovato molto interessante confrontare i molteplici approcci ad una materia, purchè avessero di proprio un'alta dose di onestà intellettuale e non fossero banalmente dilettantistici. Il fatto poi che la musica sia parte integrante delle qualità espressive dell'uomo fa sì che essa possa ancor più prestarsi ad analisi non solo prettamente musicologiche o estetiche - e comunque specialistiche - , ma anche a considerazioni che illuminano il 'dato musicale' nei suoi elementi di 'contaminazione' degli ambiti più svariati della vita umana. Da qui la sensatezza di un approccio diverso, sia esso scientifico, filosofico, psicologico etc... Detto questo vengo subito al dunque di questo articolo: rovistando nei meandri della mia incasinatissima libreria m'è capitato tra le mani un volume di psicoterapia d'un noto grande medico psichiatra italiano "borderline", nel senso che fu uno dei primi in Italia a sganciarsi dall’asfissiante iper-ortodossia freudiana, Roberto Assagioli . Il nome non necessita di alcuna presentazione e il testo, che ebbe la sua prima edizione in inglese (Psychosynthesis, a manual of principles and thechniques), tradotto poi in italiano (sic!) da un'altrettanto nota casa editrice specializzata, presenta una terza parte su 'la musica come causa di malattia e come mezzo di cura'. Incuriosito da quel capitolo che forse m'era passato indifferente anni addietro, mi siedo e lo leggo con vivido interesse. Trovo prima una bella introduzione sulle proprietà curative della musica nella storia fra i greci, gli arabi, i romani, accenni ad Omero (l'armonioso canto di Antolico che cura la ferita di Ulisse), Pitagora, Platone, Aristotele, Porfirio etc…; accenni ad antropologi che studiano il fenomeno in tribù che vivono ancora in uno stadio 'primitivo' e così via fino all'opera di Chomet su l'Effets et influence de la musique sur la santé et sur la maladie'. Si passa poi all'analisi di ritmo, tono, melodia, armonia e timbro."

Fender Standard Stratocaster '83
di platoblues | 29 marzo 2004 ore 13:28

platoblues scrive "Come promessovi ho il piacere di presentarvi la mia 'signorina': ve l'ho anche adagiata sul divano in tinta affinchè possiate apprezzarla in tutta la sua sinuosa bellezza! In verità ci frequentiamo ancora da poco, quindi se qualcuno ha avuto modo di conoscere qualche sorella gemella di questa piacente e poco più che ventenne bionda si faccia avanti! Io l'ho acquistata da un amica ad un prezzo che ritengo più che onesto, compresa di custodia originale. Usata per accompagnarsi al canto, ha solo i due primi tasti che denotano un parsimonioso utilizzo, mentre il resto della tastiera (crepe della finitura lucida a parte, dovute all'età) è perfetto, direi come nuovo: penso abbia visto pochi bending nella sua vita! Come potrete notare dalle foto, si tratta di un modello che potrebbe ritenersi in un certo senso 'raro' - anche se in giro se ne vedono ancora tante – prodotto in America dall'83 e per soli 18 mesi. "

Quando a bloccarti non sono i tendini ma la tensione
di platoblues | 11 marzo 2004 ore 19:09

platoblues scrive "Salve ragazzi sono un "neologgato" di questa formidabile comunità di musicisti erranti per il selvaggio mondo del web. A dir la verità sono stato anch'io per un po' di tempo un vigile spettatore dei vostri dibattiti sulle più varie questioni del far musica con una sei corde; e devo dire d'aver imparato molto, ricevendo una spinta in più nel riaddentrarmi in questa esperienza d'unione selvaggiamente amorosa fra l'uomo e la chitarra."

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