Stiamo ascoltando in redazione l'ultimo disco di Steve Vai. Primo brano. Primo assolo. E siamo semplicemente pietrificati, estasiati. Restiamo impalati, in adorazione, tra legati di gomma, scale esotiche è una metrica ritmica impossibile e al tempo stesso perfetta.
Attoniti a contemplare le proiezioni sublimi e distorte della mente di uno dei musicisti più geniali degli ultimi trent'anni. Questo assolo è un gigantesco serpente nero, osceno e viscido, che sbuca dall'inferno e nel giro di poche battute arriva nel più alto dei cieli e si trasforma in una fragoroso e luminoso arcobaleno. E' tornato il più satanico e inarrivabile virtuoso della chitarra moderna.
A brevissimo la recensione e gli approfondimenti.