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1959 originale contro Custom Shop: il vibe della Strat a confronto
di [user #4093] - pubblicato il

La Stratocaster del 1959 era il risultato di cinque anni di ricerche e miglioramenti sull'ineguagliabile progetto di Leo Fender. Nel 1999 il Custom Shop l'ha rifatta uguale, e noi abbiamo voluto confrontare sul campo una Fender originale dell'epoca con la sua riedizione moderna.
Sono stato invitato da Francesco Balossino per fare dei test comparati tra alcuni pezzi pregevoli di casa Fender, delle epoche d'oro, con i loro corrispettivi del Custom Shop. La volta scorsa ho raccontato di un testa a testa tra una Esquire del '52 e la sua controparte Custom Shop del 1995. Adesso è il momento della chitarra sicuramente più famosa uscita dalla geniale mente di Leo Fender: sua maestà la Stratocaster.

Il modello originale di riferimento è una specie di sacro Graal per i musicisti e i collezionisti di tutto il modo, ossia la chitarra a tre pickup uscita dalla casa nel 1959, costruita in due pezzi di ontano tagliati trasversalmente, verniciata ovviamente alla nitro con un elegantissimo sunburst a tre colori, così ben amalgamati tra di loro che si fa quasi fatica a distinguere la zona di passaggio. Il manico è in un bellissimo acero bird's eye e la tastiera slab board è in palissandro brasiliano, come d'uso in quell'epoca, così scura e compatta da sembrare per un attimo in ebano. I pickup hanno il filo per l'avvolgimento di tipo formvar e la polarità a nord.
Diciamola tutta, è uno strumento sublime, con un valore altissimo storico e reale. Storico perché questa annata condensa i perfezionamenti fatti sulla Stratocaster a cinque anni dalla sua nascita, unendo i principi costruttivi che favorivano la facile commercializzazione insieme a dettagli di grande liuteria (mi sto riferendo al body in ontano, sicuramente meno impegnativo, dal punto di vista dell'approvvigionamento dei legni, e della tastiera slab board, dove lo "spreco" del pregiatissimo palissandro brasiliano era evidente). Valore reale perché questa chitarra suona veramente bene, ha un manico incredibilmente scorrevole e "moderno" ed è un punto di riferimento per chiunque sia cresciuto con in testa i suoni di Steve Ray Vaughan, quindi quel corpo così difficile da ricreare negli analoghi di altre annate.
 
1959 originale contro Custom Shop: il vibe della Strat a confronto

Anche la sua gemella, nata cinquant'anni dopo in quel del Custom Shop, non è da meno. Modello '60 Fiesta Red della prima serie Time Machine, Francesco ce ne parla così: "Nel 1999 viene introdotta la serie Time Machine del Custom Shop, che replicava tre annate storiche, Strat 1956, 1960 e 1969 nelle finiture NOS (praticamente nuove), Closet Classic (come se fossero rimaste chiuse nella custodia per mezzo secolo senza essere suonate) e Relic (suonate, strapazzate, abusate). Le prime che spedirono nei vari Paesi in genere furono le NOS, '56 in finitura 'Mary Kaye' e '60 in finitura Fiesta Red con hardware dorato (la prima Stratocaster in Inghilterra fu appunto una Fiesta Red con hardware dorato, era il 1958). Allora non esisteva ancora la serie Masterbuilt, ma esistevano dei supervisori che marchiavano i legni degli strumenti con le loro iniziali seguite da 'QA' che sta per 'Quality Assurance'. La fiesta della prova è una John Cruz Quality Assurance, infatti il supervisore alla qualità degli strumenti era proprio John Cruz nel 1999/2000. È una replica di una Stratocaster del '59, con manico di acero scelto, in parte figurato bird's eye ma anche fiammato. Per il resto ha tutte le specifiche delle prime slab board: body ontano, pickup con filo formvar, etc.".
 
1959 originale contro Custom Shop: il vibe della Strat a confronto

Le due chitarre, quindi, dal punto di vista costruttivo sono più o meno simili. Colore e hardware (cromato o dorato) influiscono ben poco sul risultato finale, così come il selettore a tre posizioni per la '59, e quello a cinque della '99. Anche nello spessore del manico si assomigliano mostruosamente, eppure...

Prima di andare al test sonoro, è doveroso soffermarsi un attimo sulla dicitura "slab board" e sulla sua ricercatezza e importanza sul risultato finale.
Quando fu introdotta la tastiera in palissandro, questa veniva applicata sul manico in acero che veniva letteralmente spianato dal lato superiore, quindi la porzione di palissandro, abbastanza generosa, veniva modellata per ottenere il radius voluto dopo essere stata incollata sul manico in acero (piatto). Il palissandro è, ed era, un tipo di legno molto raro e costoso, e questo tipo di lavorazione ne faceva sprecare tanto. Quando dico "tanto" mi riferisco al "tanto" che Fender tollerava: è giusto ricordare che Fender cercava in tutti i modi di ottenere uno strumento bello, ricco di sfumature sonore, ma che fosse economico nella realizzazione. Quindi a un certo punto venne presa la decisione di realizzare solamente una impiallacciatura di palissandro, usando quindi una fetta sottilissima che veniva applicata sul manico in acero, precedentemente modellato col radius definitivo. Il risultato sonoro è leggermente differente in tutti e due i casi. Le "slab board", a causa del maggior spessore del palissandro, e quindi della maggiore massa di questo legno, hanno un suono più corposo, tendente a enfatizzare le medio-basse, mentre i modelli successivi, avendo più acero nel manico, hanno un suono leggermente più definito e orientato sulle medio-alte. Sono dettagli, attenzione, quasi impercettibili e facilmente modulabili con la semplice pennata o i controlli sull'ampli ma, dal punto di vista collezionistico, sono fondamentali.

Andiamo al suono. La differenza c'è, si vede e si sente. La chitarra del '59 ha un suono e un feeling incredibilmente spiccato. Il sound è "d'epoca". Come per la Esquire, anche la Stratocaster del '59 ha le corde basse con quel suono lievemente stoppato, ma comunque presente e brillante. I cantini risuonano elegantemente in ogni posizione. I tre pickup sono magnificamente bilanciati. Quello al manico è grosso e caldo (sembra un P90 montato su una archtop completamente vuota, specie se si suona col pollice), quello al ponte non è esplosivo come di solito ci si aspetta dalle chitarre con i single coil, ma è in linea col quello al manico, anch'esso elegante e con una dinamica senza paragone alcuno (e, credetemi, ne ho provate di chitarre...). La vera scoperta è il pickup al centro, spesso sottovalutato o pensato come onesto mezzo per ottenere il "quack" delle posizioni intermedie. In questa chitarra ha una sua identità, a metà tra il "twang" di quello estremo e il "mellow" di quello al manico. Con una ritmica in stile rock and roll o Chicago blues da il meglio di sé e permette di pestare sui cantini senza che questi risultino striduli o troppo frizzanti.
Il manico, di quelli veramente suonati, è di una comodità imbarazzante, il peso e il bilanciamento generale fanno pensare al risultato di cento anni di prove per ottenere lo strumento perfetto. Sì, perché quella che ho avuto in mano per un poco di tempo è la Stratocaster perfetta. Mi viene quasi da non augurare a nessuno di provarla, perché dopo niente vi sembrerà più la stessa cosa, e comincerete a farvi i conti in tasca per capire se ve la potete permettere.

Purtroppo per il Custom Shop la Fiesta Red, seppur bellissima e rifinitissima, ne esce perdente. Un attimo, prima di arrivare a conclusioni affrettate, non sto dicendo che la Custom Shop sia una chitarra brutta, sorda, senza carattere. È una bella creazione, elegante e comodissima, ma il suono, semplicemente, non c'entra niente con la sua sorella più vecchia.
Il suono della Custom Shop è moderno, con grande attacco e tanta grinta, ma manca quel pugno in basso della '59 (nonostante il livello di uscita dei pickup sia maggiore).
Lo stesso riff (datato, sia chiaro) sulla '59 sembra uscire da una vinile originale, perfettamente conservato. La stessa cosa, purtroppo o meno male, non avviene sulla Fiesta Red. Quest'ultima è incredibilmente versatile, suona bene sul blues, sul funk, sul country e sul rock and roll. Ma il sapore dell'epoca non ce l'ha! Un chitarrista blues tradizionale sarà messo seriamente in crisi dalla chitarra del '59, mentre un session man preferirà la Fiesta Red.
 

"Dove sta il segreto?" mi sto chiedendo da giorni. Le grandi differenze notate sono i pickup (due mondi completamente diversi) e lo spessore della paletta: la '59 ha una paletta veramente sottile, mentre la sua sorella più giovane almeno di mezzo centimetro più spessa. Che sia uno o l'altro, o tutti e due insieme, gli elementi che fanno la differenza? Potrei chiedere a Francesco di piallare la paletta della Fiesta Red (ma dubito che accetterà) o di scambiare i battipenna, con relativa elettronica, tra le due chitarre. Ma ho sempre odiato l'analisi logica nella poesia, e quindi preferisco pensare che il risultato generale sia l'alchimia perfetta degli elementi, come in una poesia che, una volta decantata tutta di un fiato, ti entra dentro lo spirito e te la farà ricordare per sempre.
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di fa [user #4259]
commento del 12/11/2015 ore 08:58:19
Bellissimo articolo! Leggendolo e poi guardando il video sono rimasto sorpreso dalle differenze sonore tra le due chitarre, malgrado abbia visto il video su un Ipad. Le due chitarre suonano molto diverse tra loro, la prima perfetta e morbida mentre la seconda più squillante e aggressiva. Mi viene in mente una cosa, che sicuramente sarà stata verificata... Non è che ha influito sul suono la diversa distanza dei pick up dalle corde o la diversa angolazione dei pick up? Nel senso che sulla fiesta red questi erano più vicini alle corde in partcolare sulle corde acute? É solo una curiosità, comunque le chitarre sono bellissime entrambe!!! Complimenti ancora. Ciao Fab
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 09:05:00
ciao fab, le chitarre erano regolate alla stessa identica maniera! anche stesso gauge di corde, montate lo stesso giorno del test! è proprio il carattere che è diverso....
Rispondi
di distorto [user #28299]
commento del 12/11/2015 ore 15:07:23
Grazie per il bellissimo articolo,si sente che la rossa ha i pick-up leggermente più potenti e quindi per questo ha un suono un pò più scuro e grosso. Sinceramente non sono rimasto impressionato da nessuna delle due,è chiaro che poi suonandole il discorso cambierebbe radicalmente. Conosci queste bellissime repliche? io ti consiglio di farti un giro vai al link
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 09:05:53
Ciao! le chitarre sono settate allo stesso modo da me, stessa montatura (e marca) di corde, identiche regolazioni, cerchiamo di rendere i video/confronti, che già sono complessi per loro natura, il più possibile "oggettivi", nell'ambito dei molti parametri da mettere a confronto, quindi quello che hai sentito è un test a parità di setup!
Rispondi
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 12/11/2015 ore 19:50:00
Ciao io sono certo al 99% che sia una questione di pickup .... La prova del nove che farei io sarebbe di invertire i rispettivi battipenna . Sono pronto a scommettere che sentiremmo quasi il risultato opposto cioè lo strumento moderno suonare vintage ... Ciao
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 19:53:40
Ciao, non è così. La prova che tu descrivi ho avuto occasione di farla, non con questi strumenti ma con altri che ho avuto in restauro, e sul legno vecchio puoi mettere qualunque buon pickup, il risultato timbrico è sempre quello, perchè nasce dal manico e dal suo legno. mentre al rovescio, sul legno più recente il pickup vecchio non ti da nulla in più, anzi. un saluto
Rispondi
di AlexEP [user #35862]
commento del 12/11/2015 ore 20:59:21
Su questo punto mi piacerebbe leggere l'opinione di LuVi :-)
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 13/11/2015 ore 01:14:05
Che il manico sia la parte dello strumento a corpo solido che più interviene a condizionare le caratteristiche della vibrazione delle corde non ci piove e non si tratta di una semplice opinione, ma di un fenomeno fisico oggettivo e misurabile. La rigidità del manico è difatti il tratto distintivo irrinunciabile di una chitarra che voglia suonare ricca di armoniche, non c'è dubbio.
Detto questo, non posso però esimermi dal fare presente che ciò che sentiamo provenire acusticamente da uno strumento solido "in ambiente" si riflette assai poco nel suono amplificato dello stesso, dato che i pickup non sono dei microfoni, non amplificano nulla, ma generano un segnale trasformando in corrente elettrica il movimento meccanico della porzione di corda che interseca il loro campo magnetico e niente altro.
Inoltre l'influenza marcata dei pickup sul timbro finale è determinata dal fatto che essi sono tutt'altro che dispositivi lineari: la curva di sensibilità di qualsiasi pickup prevede un accentuato picco di risonanza, che "filtra" con le sue caratteristiche di ampiezza, larghezza e posizionamento nello spettro, qualunque emissione dello strumento.
Per non dimenticare poi l'attacco della nota, l'articolazione del suono (cioè la "complessità" del segnale generato) e la risposta dinamica al tocco, anch'esse fortemente condizionate.
Un pickup, insomma, non vale l'altro a meno che le caratteristiche dei due non siano per ironia della sorte perfettamente identiche!
Viceversa, lo stesso pickup (specialmente se si tratta di un prodotto di qualità) non suona in modo identico trasportato su strumenti diversi, nel caso (probabile) in cui le caratteristiche di vibrazione delle corde siano diverse (a causa dell'influenza combinata delle varie componenti dello strumento, non ultima la componentistica del circuito...), ma l'impronta generale che esso conferisce non può che essere la stessa, inequivocabilmente riconoscibile come se si filtrassero suoni diversi con una stessa marcata equalizzazione.
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 13/11/2015 ore 12:47:31
Amen!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 13/11/2015 ore 13:55:15
Sulla scienza non si discute, ma nemmeno sull'esperienza, che ne è parte integrante e fondamentale. Posso assicurare che sui legni originali un qualsiasi ottimo pickup costruito su specifiche ovviamente analoghe a quelli "originali" suona bene, perchè è già lo strumento a suonare bene di suo, il viceversa, pickup vecchio su legno nuovo non fa miracoli. Cmq è tema ampiamente complesso, discusso ed interessante, che potremo approfondire in seguito dedicando prove comparative (quando possibile, non con strumenti da collezione ma magari da restaurare, come è successo a me in questi anni) grazie mille per l'esaustiva disamina in ogni caso, penso possa essere utile a tutti i lettori!
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 13/11/2015 ore 14:02:12
"Dio non voglia"...ma se montiamo un set di lace sensor o di DiMarzio Invaders su quella 59 io mi gioco due dita che suona parecchio diversa.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 13/11/2015 ore 14:13:26
eheh sicuramente! però mi spiego meglio, le prove che ho fatto e di cui parlavo nei precedenti post erano state fatte con pickups custom shop 54 stratocaster (che costruttivamente sono quelli nuovi più simili ai pickups delle pre cbs, in "teoria" identici per come te li vendono) e quelli originali (in quel caso era una stratocaster del 1958) e con il proprietario provammo a fare "alla rovescia", sulla sua custom shop replica 50's, quindi con legni analoghi. Abbiamo fatto le prove con pickups invertiti, ma il "salto di qualità" della chitarra con i legni vecchi, sia con un pickup che con l'altro era, parlando di armoniche complessive e "voce" dello strumento era evidente in ogni caso, anzi, con i pickups reissue uscivano ancora maggiori armoniche rispetto alla configurazione originale. Ovviamente dei pickups di altra tecnologia e "filosofia" porteranno a infinite combinazioni possibili, diciamo che, per ottenere dei "dati" utilizzabili nei confronti tra originali e repliche si cerca di utilizzare ricambi o parti di pari specifiche (per quanto possibile)
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 13/11/2015 ore 14:21:51
Nulla da eccepire
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 13/11/2015 ore 14:37:50
Nemmeno da parte mia.
Ora hai chiarito bene il concetto! :-)
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 13/11/2015 ore 16:03:4
Mettere un pickup di alta qualità su uno strumento mediocre alle volte può creare un effetto "boomerang", in quanto il pickup potrebbe rivelare limiti e difetti dello strumento precedentemente celati dal vecchio pickup. Molto semplicemente e banalmente, mettere un gran microfono davanti alla bocca di un cantante mediocre, certo non basta a creare un Mick Jagger; il concetto è del tutto analogo. Natralmente un pickup mediocre può penalizzare sensibilmente un'ottima chitarra; come, ad esempio, a mio parere accade su molte Gibson Custom Shop.
Rispondi
di Paolo'60 [user #1478]
commento del 12/11/2015 ore 09:09:07
Ciao,
esprimo la mia:
Le differenze ci sono dal punto di vista collezionistico (= soldi, determinati dalla domanda dei collezionisti e offerta di chi ci vuole monetizzare il massimo), ma da qualche tempo anche là le cose iniziano a cambiare (vedi superquotazioni che oggi, in alcuni casi, sono -30% rispetto a qualche anno fa).
Per il suono…. fare sempre il match “Anni 50 vs. CS” (perché poi si finisce là) mi porta ad un paio di considerazioni.
a) 60 e passa anni fa un gruppo di operai è stato assunto per assemblare il maggior numero di chitarre possibili al minor costo di produzione possibile con quattro cacciaviti (si fa per dire).
b) Da allora, generazioni di addetti, tecnici, menti etc, con esperienze, tecnologie successive e quant’altro ha continuato a produrre solo chitarre perdenti (al confronto). E il bello è che questi super esperti liutai del CS, non hanno ancora capito come fare! E non gli è venuto nemmeno in mente di andarlo a chiedere agli operai pensionati!
Ci rinviamo il test a quando anche le CS avranno 60 anni? .. ma a quel punto le altre ne avranno 110… (e +/- anche noi…) wow!
Il tutto, ovviamente con un sorriso (in fin dei conti, sono solo chitarre che cercano di farci felici…)
Comunque due bellissime chitarre!
Paolo
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 09:22:19
Sacrosanto....e in una certa forma....assurdo! quasi che siano proprio le imperfezioni di quelle "vere" a renderle inimitabili (in tutte le sfumature del termine), anche se con il CNC potrebbero replicare anche quelle! Se pensi però che lo stesso Leo Fender, dopo aver creato la Esquire, la Broadcaster e la Stratocaster, (e pure i bassi e gli ampli) in anni di ricerca appassionata non è riuscito a "battere" se stesso, nemmeno uguagliando il successo planetario (e che resiste ancora al passare del tempo), pur avendo realizzato strumenti ottimi come le G&L o le musicman.....significa che, a Fullerton, CA, tra il 1946 e il 1954 sono successe cose veramente "magiche" =)
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 12:00:14
Le tue considerazioni sono logicamente corrette ed è quello che pensa chiunque di primo acchito. Però prova a considerare alcuni fattori che solitamente teniamo in secondo piano e quelle che sembrano certezze tornano ad essere dubbi e questioni irrisolvibili:
1. La variabile qualitativa degli strumenti di una volta data da processi di qualità approssimati
2. I legni che usavano
3. Le normative che regolano l'uso ti taluni materiali
Ed il punto che solitamente trascuriamo che c fa cadere tutte le nostre certezza precostituite sul vintage.
Gli strumenti che sentiamo nei dischi e che definiscono i suoni che abbiamo in mente venivano da strumenti praticamente nuovi o al massimo avevano una decina d'anni.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 12:17:03
Ma infatti dov'è il nocciolo della questione? semplicemente che questi strumenti già suonavano così allora, tutto qua, erano ben costruiti e ben suonanti. Ho già argomentato diffusamente sugli altri temi, per quanto riguarda la mia opinione ed esperienza ovviamente, negli altri post, tra l'altro in risposta a spunti altrettanto interessanti che altri accordiani hanno sollevato. Ps nel mio piccolo, di certezze precostituite non ne ho,non le ho mai avute nè le ricerco, cerco solo di comprendere o quantomeno ricercare cosa c'è all'origine di uno strumento ben fatto, sia questo del 1954 o del 2015, senza "lasciarmi impressionare" dal blasone o dal prezzo. Preciso un paio di cose. si parla di "qualità approssimata", Non è vero! al massimo si può parlare di maggiore tolleranza data da lavorazioni manuali, ma la qualità era elevata (la concorrenza era spietata tanto o forse più di oggi, all'inizio Gibson e Gretch cercavano di sminuire le fender in ogni modo); per quanto riguarda i legni, sono quelli che avevano disponibili allora, di certo venivano ben selezionati ed avevano la possibilità di usare per i palissandri in particolare, legni che oggi non si possono reperire così facilmente specie in produzioni su larga scala. Cmq ottimo spunto, sicuramente diego saprà approfondire la tematica dei pezzi usati per registrare allora!
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 13:16:53
Hai ragione dovevo parlare di tolleranza più che di qualità! Per il resto sono perfettamente d'accordo con te. Ho preso lo spunto del tuo commento per inserirmi nella discussione.
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 13:21:40
Aprire il capitolo degli strumenti usati per registrare vuol dire aprire un capitolo gigantesco! Rispondo con una sola parol: Blackie!
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 14:28:31
Ok 1 a 0 per te... Ma potrei risponderti Pearly Gates.
Ho capito comunque cosa intendi.
Il concetto che volevo esprimere era solo quello che solitamente siam portati a pensare che il vintage buono suoni meglio anche perché "invecchiato" quando invece si è solo mantenuto.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 14:33:40
BRAVO e lo scrivo a caratteri cubitali. infatti spesso ci si dimentica che lo strumento sano è lo strumento che suona, ha suonato, ed è stato TENUTO BENE!!!! ora invece compriamo un "marcione" Heavy relic che come si fa a renderlo "peggiore" di come già ti viene dato? anche io concordo sul fatto che sia "L'invecchiamento buono", che poi è il loro essere utilizzato in sè, essendo strumenti musicali, ad essere "complice" del fatto che ANCORA oggi sia uno strumento valido anche lo strumento vintage.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 12/11/2015 ore 09:12:11
Bell'articolo, bella prova comparativa.
Fantastico il suono della "vecchia", veramente dolce e bilanciato, indubbiamente l'altra ne esce perdente; si sente davvero che il suono della nuova non c'entra nulla.
Hai ragione, forse è meglio non provarla mai una chitarra così. :-)
Ma ricordo un confronto a tre, di qualche anno fa, tra una Master Build di Cruz, una Vintage del '63 e una American Standard del '90, dove, a mio gusto, la Cruz risultava il fanalino di coda... ahimè.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 09:28:34
Dici bene!!!!! La scelta delle custom shop, specie oggi quando la produzione offre una gamma interminabile di modelli, è diventata più complessa di qualche anno fa, quando "la custom shop" era una, o comunque era possibile provare i 2,3 modelli proposti dalla Fender e farsi un'idea, anche i legni usati dal 1987 al 2001 la dicono lunga sulla (ottima) selezione che veniva fatta. Diciamo che dopo il 2004 hanno "svaccato", e oggi trovare quella che ti colpisce al primo impatto non è così semplice. Di contro, quando tocchi quelle vere (e sottolineo VERE) a meno che non abbiano difetti al manico, pickup interrotti o elettronica malfunzionante, ti lasciano senza parole. E non è "suggestione", è proprio un suono diverso, che ti fa ritrovare in un secondo con i tuoi dischi storici di riferimento, che non fa fatica ad "uscire"...insomma è IL suono di riferimento per chi le prova. Non a caso 40 anni dopo, per proporti il "top di gamma", la stessa Fender di oggi ti ripropone la "replica della 54,55,56 etc" ....una ragione ci sarà no ? =)
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 12/11/2015 ore 11:41:39
ב"ה

Ciao, puoi segnalare il link di questo confronto, sono molto curioso!
Grazie!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 12/11/2015 ore 12:17:56
Parliamo veramente di sfumature, ma per i miei gusti la CS era l'ultima.
Questo è il link:
vai al link
Rispondi
di Onghi [user #35497]
commento del 13/11/2015 ore 14:22:18
Ciao MM, sono d'accordo in tutto. Io ho preso proprio da CescosCorner (e tutt'ora lo ringrazio) una favolosa American Vintage Reissue 62 fiesta red 1994. Ancora oggi, non ci credo e, suona meglio di certe Custom Shop. Se vuoi dargli una lettura, ti posto qui il link. vai al link
Rispondi
di pexfra [user #25967]
commento del 12/11/2015 ore 09:23:2
Incredibile la differenza di suono, si sente anche dallo scrauso audio dello smartphone, 10 a 0 per la gallina vecchia!!
Posso fare una provocazione? Mi piacerebbe risentire questa prova aggiungendo una terza sfidante agli antipodi per prezzo/qualità, la squier classic vibe 50 e sentire cosa ne esce fuori :)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 09:30:14
Cogliamo la "provocazione"!!! che anzi è una bella idea! per rendere però il confronto "valido" bisogna cercare un modello reissue di specifiche analoghe, le classic vibe hanno costruzione differente, potremmo invece usare una mexico "classic 60" che, a parte le vernici poliestere, è in tutto "identica" come concezione, alle due sopra! Bella idea davvero!
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 09:32:5
bella idea, magari la squier vince pure, credetemi! però la "sorella piccola" ha e avrà un difetto di base con cui dobbiamo fare i conti (e parlo perchè ne ho avute due): suonano bene ma i legni con cui sono costruite non sono fatti per durare (tradotto: manici storti dopo 15 giorni di tour!!!!). Quindi il suono ok, ma la possibilità di potere usare questi strumenti dal vivo è determinante!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 09:40:01
Ah ma quindi son fatte di legno anche quelle! =) scherzo ovviamente! Ho avuto con grande soddisfazione (per qualità/prezzo) ottime (davvero ottime) tokai 1978-1981, probabilmente a tutt'oggi le migliori repliche stratocaster mai costruite, le loro sorelle minori, le più note squier JV, per poi arrivare alle corona 1986-1994, (parlo sempre di reissue "62", che meglio sarebbe definire "59-62", per arrivare alle "classic 60", made in mexico. Chiaramente bisognerebbe approcciare il discorso anche "dal basso", rispondendo alla domanda "come faccio con un budget di "x" ad avere un buon suono "stratocaster"?, e in questo caso si potrebbe articolare la risposta mostrando le ottime qualità timbriche di strumenti spesso sottovalutati, sempre ovviamente in un rapporto di specifiche cosruttive confrontabili e di qualità/prezzo conveniente. chiaro è che se si cerca o si brama "the real thing"....beh....c'è solo una cosa da fare, vendere tutte le repliche e comprarne UNA, però che non è replica di nessun'altra! =)
Rispondi
di pexfra [user #25967]
commento del 12/11/2015 ore 09:48:47
Allora ci conto!! Però con la squier classic vibe se è possibile, la classic 60 mexico è già troppo costosa, mi piaceva proprio l'idea di stare agli antipodi...
Specifico che l'idea del confronto è solo una curiosità, e riconosco che l'originale è tutta un'altra cosa, tant'è vero che nella vostra prova, a mio parere, ha spazzato via una custom shop...

Complimenti e grazie per queste interessantissime prove!
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 12/11/2015 ore 11:44:53
ב"ה
Ciao Diego, a quale chitarra ti riferisci? Alle messicane?
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 11:51:05
alle squier vibe, ne ho avute due! suonavano molto bene ma non erano assolutamente adatte alla vita on the road! il manico cedeva e cambiava forma di continuo.....ottime entry level...ma sono solo il portoncino d'accesso ad un grattacielo
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 12/11/2015 ore 12:36:27
allora anche io pongo la mia domanda: non sarebbe possibile confrontare l'originale 59 con un'imitazione nata e costruita + o - nello stesso periodo?
chessò, una Eko o altra marca (non sono esperto di vintage)?

servirebbe uno strumento che sia fatto altrettanto in economia ed in artigianalità, con legni che non siano solo invecchiati, ma che effettivamente siano assemblati insieme da anni e da provare sia con i suoi pickup di serie dell'epoca sia con i gli stessi pickup della 59 sempre originali dell'epoca (non dico di smontarli dalla Fender, ma di trovare un set originale d'epoca da montare sull'altro strumento e non imitazioni odierne).

non so se sia possibile viste le difficoltà di reperimento sia di uno strumento adatto sia degli stessi pickup, ma darebbe un'idea di quanto il suono dipenda dai vari fattori: legno, invecchiamento, pickup fatti a mano.

cosa succederebbe se ad esempio si scoprisse che con gli stessi pickup una vecchia chitarruccia senza valore suona esattamente come una Strato d'epoca?
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di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 12:58:00
Credo proprio che di imitazione stratocaster degli anni 60 non ne troverai, semplicemente perchè neanche esistevano. Poi per quanto economiche potessero essere, le Fender erano su un altro livello qualitativo rispetto alle vere economiche degli anni 60 (Teisco e simili)
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di pg667 [user #40129]
commento del 12/11/2015 ore 13:49:27
beh, non intendevo chitarre che all'epoca erano già economiche rispetto alle Fender, intendevo degli strumenti dell'epoca con criteri di fabbricazione compatibili.

anche perchè sono probabilmente più simili due chitarre d'epoca di marche e legni diversi che non una d'epoca ed una sua imitazione fatta con strumentazione moderna.

la mano dell'artigiano ci mette molto del suo anche involontariamente.
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di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 14:12:53
Onestamente non sono affatto d'accordo. Fender per tutta la prima metà degli anni '60 era una realtà unica. Chitarre della stessa epoca realizzate con " criteri di fabbricazione compatibili " non ce ne sono a meno che tu non voglia andare a pescare, appunto, in marchi di fascia bassa. Poi riguardo al "sono probabilmente più simili due chitarre d'epoca di marche e legni diversi che non una d'epoca ed una sua imitazione fatta con strumentazione moderna" credo onestamente che tu stia prendendo un granchio, ma proprio grosso.
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di pg667 [user #40129]
commento del 12/11/2015 ore 14:32:12
al momento non posso vedere il video, ma dai commenti l'idea che mi sono fatto è che lo strumento moderno, pur avendo cercato di ricopiare l'originale, non c'è riuscito neanche lontanamente (appena potrò sentire con le mie orecchie trarrò le mie impressioni personali, per ora mi affido a quelle degli altri).

siccome un confronto con altro strumento d'epoca con "criteri di fabbricazione compatibili" pare non sia possibile perchè strumenti di tale tipo non ce ne sono se sto prendendo un granchio o meno non lo si può sapere.

ma se ad esempio penso agli strumenti che mi sono fatto da solo nel salotto di casa (o anche ai pickup fatti interamente a mano avvolti con un accrocchio fatto col lego) che suonano meglio del Les Paul studio, della SG o della Charvel Model 6 che posseggo, qualche domanda che esula dalla convinzione comune me la pongo.

e sia chiaro, non voglio dire che le vecchie Gibson o Fender non siano degli strumenti magici rispetto alla produzione attuale, semplicemente ritengo che qualunque strumento fatto da un buon "artigiano o team di artigiani" come erano fatti una volta possa avere un suo suono magico.

se poi per qualcuno solo le vecchie Fender hanno questa magia, tanto meglio per me che mi accaparro gli altri strumenti!
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di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 15:06:56
Scusami ma il granchio lo stai prendendo se pensi di poter paragonare una chitarra X alla Stratocaster. Che ne so, una Telecaster è una chitarra fatta con "criteri di costruzione affini", la puoi paragonare alla stratocaster dicendo che le si avvicina più della custom shop? No, sono strumenti profondamente diversi. Magari sono in diretta competizione negli stessi generi ma un paragone diretto non ci sta.

Il fatto che poi una Stratocaster costruita nel salotto di casa tua somigli più alla '59 della custom shop è possibilissimo. Il punto è che, come detto più volte più sotto, una Stratocaster di produzione odierna è rivolta al mercato di oggi, fatto di chitarristi che in una chitarra cercano determinate caratteristiche che una Stratocaster del '59 non è detto riesca a soddisfare, per cui è una chitarra talmente perfetta da tradire inevitabilmente il mojo dell'originale. Al contrario la chitarra che ti costruisci tu nel tuo salotto la costruisci come meglio credi e magari la fai uscire pari pari a quella del '59 se ci sai fare.

Non credo affatto nella sacrale intoccabilità del vintage, criticavo semplicemente il tuo metro di paragone (non sono stato mica io a citare la Eko). Se vuoi qualcosa che possa competere con una stratocaster non puoi che prendere una stratocaster come metro di paragone.
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di pg667 [user #40129]
commento del 12/11/2015 ore 16:38:45
piccola precisazione: come detto non sono un conoscitore di strumenti vintage, non ho idea di quando sia nato il primo esemplare stratoide non Fender ne chi sia stato a farlo.
credevo che già ai tempi altre case si fossero dedicate alla "clonazione", avevo tirato fuori la Eko a titolo esemplificativo solo perchè appunto conosco le sue chitarre d'epoca ad imitazione di LP ed SG.

riguardo alla Tele, avendo una configurazione dell'elettronica completamente diversa non la prenderei mai come metro di paragone, ma a questo punto la mia curiosità aumenta: vorrei sentire i pickup della 59 sulla reissue moderna e su una simil Strato comunque vecchiotta, magari fatta a mano.
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di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 18:42:0
Questo sarebbe si interessante: selezionare 3 chitarre di epoche diverse con caratteristiche quanto piú simili possibili e dotarle degli stessi pickups. In linea teorica (poi la pratica potrebbe smentirmi, ma sarebbe da indagare il perché) i risultati dovrebbero essere fondamentalmente uguali e le differenze limitate a sfumature.

Ti segnalo questo articolo interessantissimo del nostro ex direttore sulla riproduzione di uno strumento vintage: vai al link trovò sempre interessante rileggerlo :)
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 15:40:54
PS. Per tornare al primo quesito: proprio perché non credo nella superiorità del Vintage "a prescindere" direi che non è l'età dello strumento a determinarne il suono, restringendo il discorso alle chitarre elettriche. Per cui un'altra chitarra " a caso " degli anni 60 non eguaglierebbe la Strato del '59. Tra l'altro credo anche che se, per assurdo, avessero costruito la custom shop 60 anni fa (purtroppo impossibile dato l'assenza degli strumenti oggi impiegati) e la 59 fosse stata costruita oggi, le nostre impressioni (tolto il fattore psicologico) sui due strumenti non cambierebbero. Chi preferisce la 59 continuerebbe a preferirla come lo stesso varrebbe per chi preferisce la custom shop.
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 13:23:15
Non mi va di mettere in pista una Ferrari con una Fiat.....eheheeh....con tutto il rispetto per ferrari-fiat-fender-eko....ma stiamo parlando di mondi diversi
Rispondi
di gigswiss [user #35314]
commento del 12/11/2015 ore 15:20:45
Ottima idea!
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 12/11/2015 ore 09:30:08
Essendo lo scopo principale degli strumenti quello di produrre note sono sempre stato piuttosto scettico sulla questione "vintage" vs " moderno" ma stavolta devo dire di essere rimasto seriamente colpito dalla notevole differenza timbrica tra le due strato. Leggenda vuole che il timbro di una solid body provenga al 99 % dalle mani del musicista ed in questo caso le strato erano nelle ottime mani del mio conterraneo Don Diego un vero mito della sei corde ! Quindi non si può scappare , se il carattere di un suono proviene in massima parte dalle dita del musicista data la grande levatura del chitarrista si deve giungere alla conclusione che si...la strato del 59 almeno per quanto mi riguarda " ridicolizza " quasi la contemporanea custom shop....
Non c'è storia nonostante lo stesso set up , stesso ampli ,stessa regolazione di quest'ultimo , stesso cavo , stesso bravissimo ed espertissimo esecutore ripeto per me la custom shop fa una mediocre figura rispetto la bellissima vecchia lontana parente ( lontana perchè lei è una vera Fender ). Il timbro della 59 è dolce ma allo stesso tempo riempie l'aria con un suono che si impone subito all'attenzione dell'ascoltatore proprio per la sua gradevolezza , quello della CS mi è parso più sottile molto meno ricco ed edulcorato ecco si.... la differenza è come gustare un bel cucchiaio di miele fatto in casa con quel bellissimo aspetto ambrato e poi bere un caffè con il dolcificante .......
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 09:31:13
Touchè!!!!!
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 09:34:
grazie per le belle parole nei miei confronti! sono seriamente emozionato!
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 12/11/2015 ore 09:50:13
Prima di tutto sono doverosi i complimenti per il test e il tester.
Criteri sensati e rigorosi (per quanto lo possano essere, trattandosi di "imperfette" chitarre), prove articolate, dettagliate ed eloquenti.
Le considerazioni che se ne possono trarre sono parecchie ed utili.
Spiazzanti, anche.
Premesso che i gusti son gusti, premesso che le chitarre, oltre ad essere ascoltate, andrebbero anche "sentite" addosso (e questo può influenzare in maniera sostanziale il giudizio), anche ignorando il fascino della storia e della moda, pare che le vecchie signore si bevano le nuove sbarbine (anche quelle costose che giurano di imitarle perfettamente) a colazione.
Ok, saranno anche le migliori tra quelle prodotte (le altre saranno semplicemente finite nella spazzatura), ma fa davvero pensare come strumenti progettati da chi la chitarra non la suonava, costruiti in economia e in serie (anche abbastanza approssimativa) da operai per niente specializzati, il più delle volte rendano semplicemente imbarazzanti le prestazioni e il prezzo di strumenti "perfetti", progettati e costruiti dai migliori specialisti viventi, con l'ausilio delle strumentazioni più sofisticate che la tecnologia possa fornire oggi.
Se fossi un vecchio operaio di Fullerton, riderei come un matto.

Un'altra considerazione è che, tutto sommato, mi fa piacere sentire buone chitarre che "frustano" un po' mentre le si suona. Sono assillato da amici e conoscenti che pretenderebbero action da shredder e assenza totale di... frittura :)
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 09:58:34
grazie per l'apprezzamento del test e del tester! ehehheeh! fa piacere sapere che i miei articoli possano essere spunto di discussione creativa e anche di crescita consapevole.
sulla storia della "frittura" devo dire che OOOOOHHHH FINALMENTE UN ALTRO CHE LA PENSA COME ME! Non fa niente se qualche notina frigge.....da calore all'esecuzione e ci insegna a correggere gli errori con le mani e non col cacciavite!
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 12/11/2015 ore 12:00:07
Straquoto. Anche perché il friggere e lo sbattere almeno un pochino fa parte dello strumento stesso cosi come lo è su altri strumenti...
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 10:07:26
Nelle mani di Diego ci si può concentrare serenamente sul suono senza patemi d'animo sul "livello di bravura del chitarrista" =) per quanto riguarda il tema setup, cerco di settare tutte le chitarre fender style con manico perfettamente dritto e truss rod in tensione adeguata, poi a seconda del gusto si lavora sull'altezza delle sellette. Con questo settaggio indubbiamente si "rischia" qualche "frittura", ma questo dipende tantissimo dal modo di suonare. Diciamo che mi trovo bene con questo approccio al setup delle strato con tremolo, con il quale si ottiene un'ottimo bilanciamento tensionale generale, lasciando la chitarra sempre ben accordata nonostante l'uso della leva!
sottoscrivo al 400% il fatto del "sentirsele addosso", ecco, quella è l'unica cosa che non si riesce ad apprezzare nè per iscritto, nè in video, e lascia davvero senza parole! La chitarra ti suona dentro, ed è una sensazione incredibile! Ps. gli operai di Fullerton erano estremamente "proud" del loro lavoro in ditta, consiglio la lettura del libro "the inside story" di Forrest White, che racconta un bel po' di aneddoti meritevoli di una lettura!
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 12/11/2015 ore 10:15:26
Molto probabilmente questo filmato chiarisce in modo inequivocabile perchè la Fender del 1959 suona nettamente meglio della Custom Shop.....
vai al link
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 10:21:28
Stupendo! non a caso è stato registrato da Forrest White! se leggete il suo libro, "the inside story", apprezzerete il triplo questo video! perchè il video mostra proprio il lavoro eccezionale ed "invisibile" di Forrest, che organizzò la fabbrica di Leo a partire dal 1953 permettendole di crescere in maniera molto attenta, migliorando la logistica interna dei magazzini e dei reparti di montaggio e lavorazione, facendo sì che Leo si potesse concentrare solo sul reparto "ricerca e sviluppo"...filmato stupendo!!!!
Rispondi
di bluesfever [user #461]
commento del 12/11/2015 ore 10:38:19
Bellissimo filmato veramente! Solo che non riuscivo a guardarlo con quella base suonicchiata alla pressapoco, così ho messo in mute il video e con Spotify ho messo su Buddy Holly: beh, le immagini mi hanno fatto emozionare il doppio :D
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 10:39:47
Cosa buona e giusta !!!!!!!!!! =)
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 12/11/2015 ore 11:49:13
Ma che spettacolo di filmato.... che storia vedere nascere, ai suoi tempi, l'elettrica più innovativa del mondo.
Molta manualità da parte degli operai (tra l'altro, a volte passa che essere operaio messicano sia riduttivo, dove sta scritto), che oggi si è un po' persa.
Veramente bellissimo.
Rispondi
di maddog [user #21222]
commento del 12/11/2015 ore 19:55:14
Esatto, erano falegnami di una volta e non liutai di oggi.
Rispondi
di joseph75 [user #6078]
commento del 12/11/2015 ore 10:27:28
Praticamente,la CS a confronto della 59 sembra non possedere le basse frequenze. Si percepisce molto la prepotenza delle frequenze medio-alte nella CS. E a mio avviso la causa di ciò sta soprattutto nei pickups.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 10:36:5
Teoria che sposo! I pickups delle reissue odierne in genere hanno più avvolgimenti rispetto ai modelli originali, che tra l'altro hanno un range di output che sta tra i 5,75 KOhm fino ai 6,5 KOhm dei pickups più "spinti". Tra l'altro, si usa sovente oggi sovravvolgere il pickup al ponte, con risultati a mio giudizio disastrosi. Le strato d'epoca suonano divinamente in posizione bridge, mentre la maggior parte di quelle odierne "non si possono ascoltare!!!, troppo squillanti e "sparate". I pickups indubbiamente hanno una importanza sostanziale sul risultato finale, ma la differenza timbrica tra i due strumenti è chiaramente percepibile anche ad un confronto puramente "acustico", quando non amplificate. Mi viene da pensare che i magneti captino ciò che già c'è, senza miracoli possibili all'orizzonte. Grazie dello spunto, spero possa intervenire qualche costruttore di pickups a dare delucidazioni in merito alla evidente "selettività" dei magneti dei pickups che montano le fender odierne.
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 10:46:00
avendo fatto il test posso assicurarvi che non sta "solo" nel pick up la differenza! ok i CS hanno un'uscita superiore, ma la pasta sonora dello strumento è letteralmente diversa!!! una è secca e squillante (la CS) l'altra rotonda e avvolgente (la 59).....già da spente un "mi" in prima posizione suonava diversamente
Rispondi
di joseph75 [user #6078]
commento del 12/11/2015 ore 11:05:30
Certo. Anche il livello di selezione, taglio e invecchiamento dei legni sicuramente è differente. La 59 è costruita con legni che già all'epoca avevano sicuramente 10 anni di invecchiamento (minimo). Quindi 56 + 10...il risultato è che i legni sono diventati praticamente delle campane.
Le CS (almeno da 10 anni a questa parte), mi dispiace dirlo, ma sono delle semplici operazioni di Marketing...o poco più! I legni sono gli stessi che si possono reperire online, su alcuni noti siti web per il DIY (voglio precisare che anche in questo caso si mangia un po' come si spende...). Se si cerca una Strato che si avvicina a quella 59, bisogna rivolgersi a qualche produttore boutique, che produce anche per musicisti di fama internazionale. Ma qui sconfiniamo, questa è una mia semplice considerazione.
;-)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 11:15:00
"Semplice" quanto vuoi, ma la sposo in pieno ed è indice di conoscenza di questi strumenti, quindi è tutt'altro che semplice! per arrivare a scrivere quello che hai espresso tu ora bisogna avere una consapevolezza reale di cosa sta dietro alla realizzazione di questi strumenti, e di cosa è imprescindibile perchè suonino "In un certo modo". Condivido in toto l'appunto sulle Custom Shop, dopo il 2004 hanno "svaccato" completamente, sono diventate feticci travestiti da chitarra, e fanno rimpiangere gli inizi del 1987 e gli stupendi strumenti costruiti da Cunetto & co negli anni successivi. fino al 2001 le custom shop avevano degli aceri imbarazzanti, tanto erano belli e "scelti", magari sempre con qualche limite sulla stagionatura che però non posso valutare, ma dio se erano belli! Sul boutique idem, concordo ma con una precisazione, non fidarsi degli specchi per le allodole, gli artigiani di valore li abbiamo ma bisogna saperli scegliere, come le chitarre =) altrimenti incappi nel "bidone di liuteria" ma qui si apre un capitolo infinito che tratteremo a modo in un capitolo a parte =)
Rispondi
di BBSlow [user #41324]
commento del 12/11/2015 ore 11:27:11
Senza nessuna competenza tecnica, avevo pensato più o meno la stessa cosa. Ovvero, che anche se la CS vorrebbe essere "fatta come", in realtà ha delle peculiarità costruttive, e su componenti non esattamente secondari, come i PU e i legni.
Se monti PU diversi, sarà difficile ottenere lo stesso suono. E per i legni, la considerazione mi pare più che pertinente: bisognerebbe vedere come suonerebbe una CS fatta con legni di 40 - 50 anni, e PU resi almeno simili.
Così il confronto è impari, perchè il "suono-archetipo" delle strato è quello della '59, lei lo fa perchè è il suo, l'altra non è che "suona male" (come peraltro ben specificato nell'articolo), semplicemente non ha "quel" suono. E se, volendo fare una replica "tale e quale" la costruisci non tenendo conto di differenze fondamentali, beh, è ovvio che la ricercata "identicità" resterà parecchio lontana.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 11:35:56
Esatto, anche se, ad onor del vero, i pickups della custom shop sono riprodotti (sulla carta) fedelmente, magari con qualche avvolgimento in più, mescole di Alnico leggermente differenti, sicuramente costruiti in maniera "perfetta" al contrario di quelli di allora. Ma il limite timbrico parte da lontano, e non ci si spiega come Fender, nel millantare una replica iper fedele (e che ci fa pagare non proprio con gli spiccioli, ma salatamente) non riesca a superare quel limite che, se fosse dovuto solo al tempo e all'uso risulterebbe impossibile replicare, ma se, come ben testimoniano quegli artigiani che, lavorando come allora, realizzano ottimi strumenti moderni, dal suono "fedele" agli originali, allora semplicemente la fender dovrebbe riportare il Custom Shop alla sua idea iniziale, pochi liutai specializzati che costruivano poche chitarre all'anno (e che quindi costavano di più di quelle standard) per darti uno strumento unico. In questo caso il confronto diventa "Impari", ma solo perchè il prodotto che loro hanno offerto marca un divario con l'alter ego originale che non dovrebbe esistere in uno strumento che pago 3000 pippi perchè mi si dice essere il "top di gamma nel replicare l'originale"!!!
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 11:11:03
Fermo restando che questa serie di articoli ben realizzati da Don Diego mi appassiona particolarmente vorrei provare a riflettere su un dato che pare non essere ancora emerso fino ad ora.

Secondo il mio modestissimo parere le chitarre prodotte oggi hanno un grosso handicap rispetto alle progenitrici: 60 anni di Stratocaster alle spalle. Probabilmente mi sto sbagliando di grosso, ma secondo me il motivo per cui il suono di una stratocaster delle origini non è ancora oggi riprodotto, soprattutto nella produzione di massa, è che oggi si costruiscono le chitarre cercando di imitare la stratocaster piuttosto che di crearla. La stratocaster nell'epoca pre CBS era un vero e proprio campo di sperimentazione, un cantiere aperto. Il "progetto stratocaster" è un progetto nato a metà degli anni '50 e proseguito per tutta la carriera di Leo Fender, partendo dalla Fender fino ad approdare alla G&L. Le chitarre di Leo Fender non erano strumenti che cercavano di copiare la stratocaster, erano le tappe di un percorso che doveva portare alla creazione della stratocaster. Chiunque oggi produca una stratocaster ha la testa satura di cosa una stratocaster dovrebbe essere (legni, tecniche di costruzione, materiali, caratteristiche studiate in ogni minimo dettaglio) e di come dovrebbe suonare (un suono che da Hank Marvin passa per Hendrix, Gilmour, SRV, Mark Knopfler etc etc). Leo Fender aveva la mente libera di inseguire un suono e una idea di strumento che esisteva nella sua testa, e aveva la libertà di sperimentare commettendo anche operazioni che oggi sarebbero bollate come "eresie" e "tradimenti del progetto originale". Secondo me la differenza è lì. Un liutaio moderno inorridirebbe a vedere come erano fatte le stratocaster originali, e forse bollerebbe con un saccente risolino il lavoro di quei messicani mezzi ubriachi che seguivano pari pari il progetto imperfetto di Leo Fender. Poi, c'è anche da considerare che una chitarra che oggi esce dal la fabrica o dal custom shop deve incarnare quello che il pubblico si aspetta, quello che nell'immaginario comune una stratocaster dovrebbe essere, deve mettere d'accordo gente che ha in mente 60 anni di storia della Stratocaster, deve essere uno strumento ormai inevitabilmente versatile e moderno. Secondo me se dessimo a un gruppo di persone una strat di fine anni 50 o inizi anni 60 per le mani, probabilmente una buona parte di queste ne sarebbe deluso, visto che non suona esattamente come nella sua testa suona una stratocaster, non si sindossa come una stratocaster dovrebbe. Una stratocaster oggi è uno strumento eccessivamente ben pensato, su cui errori e conseguenti soluzioni, che erano la norma per le Fender prodotte sotto Leo Fender, sono quasi completamente assenti, è uno strumento semplicemente "troppo" perfetto: come un quadro che contraffatto con eccessiva precisione dal falsario tradisce inevitabilmente le peculiarità dell'originale, semplicemente perchè l'originale ha alle sue spalle un creatore, un uomo con i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue ossessioni, la copia è frutto di un semplice esercizio "meccanico" di alta precisione, di imitazione pedissequa.

L'unico che può riprodurre bene una stratocaster oggi è chi dovesse decidere (magari un semplice "artigiano" non un super mega iper specializzato maestro liutaio) di svuotarsi la testa da 60 anni di stratocaster e rimetter mano a partire dal progetto originale, senza voler strafare, senza farsi troppe pippe mentali e riprendendo nello spirito il progetto di Leo Fender.

Magari ho sparato cavolate però secondo me una parte del problema è qui.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 11:17:48
Che bello spunto! giuro, grazie davvero, penso che DIego la penserà allo stesso modo. Se il lavoro che sta dietro a questi articoli ripaga con spunti di riflessione come il tuo, che condivido in toto, beh, non posso che essere soddisfatto! grazie!
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 11:46:56
Condivido pienamente! Prima di tutto perchè hai accostato la chitarra ad un quadro (e io penso che le chitarre siano forme d'arte) e poi perchè hai sottolineato due punti fondamentali:
1) il fatto che il suono che abbiamo in testa adesso è la somma di quello che troppo spesso abbiamo sentito
2) il fatto che tanti non sarebbero contenti di una strat 59 che suona come un disco del 59. Ho volutamente evitato di mettere distorsioni e pedali vari per non "uccidere" il suono di questi legni! Ma probabilmente una 59 sarebbe uscita sconfitta se distorta e compressa.....
Cmq, ti invito ad attendere con ansia il terzo capitolo di questa "saga".....ne leggerai delle belle! Sembra quasi un thriller......ehehehe
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 12:19:41
Sarebbe interessante, se possibile, se ci fosse la disponibilità degli strumenti, eseguire un test-confronto tra 7 strat a parità di caratteristiche (es. tutte con ponte stile vintage, meccaniche tipo kluson, stesse essenze legnose, tutte con tastiera round-lam o tutte con tastiera in acero...) in contesti diversi, passando tra Blues, funky, rock, fusion... Tanto per mettere tutti gli strumenti in difficoltà.

Sarei curioso di sentire in paragone, in ordine dalla più economica alla più costosa: Classic Vibe, Mexico "Classic", Japan Vintage Reissue (o anche Tokai pari caratteristiche), Road Worn, American Vintage Reissue, Custom Shop e originale.

Sono più che convinto che sarebbe illuminante. Così, ad occhio, avendo provato solo 2 o 3 di quelle citate, direi che tutte quante dovranno sudare per spuntarla e sarà evidente come l'antenata (e forse, per come la penso io, magari sono smentito dalla prova, un paio delle "moderne") risulterà uno strumento dal carattere molto marcato ma zoppicante quando si tratta di mettere tutti d'accordo, di fare la parte del coltellino svizzero, mentre una buona fetta delle delle moderne, seppur più insipide, finirà per avere una media costante di prestazioni nei vari campi, mettendo su per giù tutti d'accordo. Ovviamente il test è doppiamente interessante visto il divario di prezzo tra i vari strumenti e il fatto che tutti quanti hanno i loro pro e contro tanto a livello sonoro che costruttivo.

Alla fin fine se le chitarre si evolvono in un certo modo è perchè i chitarristi richiedono determinate cose agli strumenti... Il compromesso è la perdita della "magia" dell'originale.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 12/11/2015 ore 12:05:26
Sono d'accordo ( per quanto a suono preferisco la 59, dimostrazione di quanto hai detto). È lo stesso problema della musica stessa, per dire. È anche vero che musica e strumenti diventano col tempo parte di una tradizione che è innegabile, spetta a noi giudicare quando osservarla e quando cambiare.
Rispondi
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 12/11/2015 ore 11:11:2
Non è che voglia fare pubblicità a nessuno, non ho nessun rapporto e nemmeno una sua chitarra...Ma andate a trovare vicino Roma Amedeo Riccioni e chiedetegli di provare una sua Stratocaster, magari al cospetto della sua 62 originale...Poi venite qui e ditemi se sentite tutte queste differenze tra la chitarra fatta da lui, che nella vita fa il restauratore, ad un terzo del prezzo della castomsciopiperstrafiga, e quella originale. Senza polemica eh e vi ringrazio per questi splendidi articoli! :))))
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 11:19:51
Amedeo è un caro amico! ma come sempre non mi piace fare "confronti alla carlona". Amedeo è la dimostrazione che un bravo artigiano quale lui è, se ha modo di studiare uno strumento originale, può replicarlo avvicinandosi moltissimo anche come risultati sonori. Ps. Amedeo non infila i legni nei macchinari CNC del Custom shop, le rifà come si faceva allora, in "bottega". Ps non ho nulla contro l'utilizzo del CNC, chiarisco subito, ma se si vuole replicare fedelmente questi strumenti beh, semplicemente allora non esisteva =)
Rispondi
di joseph75 [user #6078]
commento del 12/11/2015 ore 11:23:11
Infatti, Tylerdurden. Il punto è proprio questo. All'epoca gli strumenti erano fatti soprattutto dalle persone, e dall'orecchio delle persone (do per scontato che si tratta di persone in possesso di talento costruttivo...). E su scala più ridotta.Da un po' di anni si costruisce su larga scala con le macchine, e senza orecchie.
Rispondi
di distorto [user #28299]
commento del 12/11/2015 ore 15:01:48
Paesà, ascolta questa.......... ne ho sentite tante sul web, ma questa per me è sublime: vai al link
Rispondi
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 12/11/2015 ore 15:55:34
Bella bella bella paesà!!! Ora però sto in una fase di tormento interiore da Super Strat...Mi sono innamorato di una RG in frassino con la tastiera in acero e due humbuckers...Basta roba vintage!
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 16:01:29
Buuh la RG non si può suonare ahah
Rispondi
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 12/11/2015 ore 16:09:35
Posso confessarti una cosa che mi si va delineando in testa da un po'? Mediamente, parlando di comuni mortali, ho l'impressione che i possessori di Ibanez che vedo in giro nei locali sappiano suonare mooooolto meglio di fenderisti e gibsoniani...Chiaro che non mi riferisco a Don Diego che appartiene ad un'altra categoria eh! Chiedo scusa per l'OT!
Rispondi
di telecrok [user #37231]
commento del 12/11/2015 ore 11:34:40
Volete fare un ulteriore comparativa?
Trovatevi una Tokai Springy Sound dell'82-83 ben riuscita, io ne ho una, color Flamingo Red, corpo in frassino in 2 pezzi, leggera come una piuma, posso assicurarvi che restereste di stucco.
I Jap di quei tempi si che avevano capito come si poteva replicare una 54 e non solo nella forma che è pressoché identica ma anche nel suono, possibilmente con PU serie "E" o "U".
La mia ha il palissandro brasiliano impiallacciato ma è lo stesso piena e profonda sul PU al manico come ci si dovrebbe aspettare.
Provateci se volete.
Della 59 della prova che dire, anche se tendiamo ad identificare il "vero" suono Strato con quei suoni e timbri degli anni 50 e 60 e aggiungo, giustamente, la magia che produce fa accapponare la pelle, meglio stargli alla larga.
Sul Custom Shop mi sono espresso più volte e non aggiungo altro.
ciao
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 11:37:18
Touchè =D
Leggi questo mio commento di qualche ora fa =D

vai al link

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di telecrok [user #37231]
commento del 12/11/2015 ore 12:21:22
Scusami non avevo letto, bè vedo che tieni in giusta considerazione quelle Jap, certo non possono avere la purezza e il fascino di una 54 o di quella meravigliosa 59 della prova ma sono strumenti fantastici, bisogna avere fortuna ma per quanto riguarda le annate 81-82-83 si va abbastanza sul sicuro a meno che non si siano dei difetti di costruzione irrisolvibili, a proposito hai un parco macchine da favola, hai gusto e competenza, perché non hai mai imparato a suonare?
Con la passione che ci metti è veramente un peccato non potersi premiare con l'utilizzo degli strumenti che possiedi che con tanta fatica e dedizione ricerchi. No è frustrante?
D'accordo, puoi sempre chiamare Don Diego e deliziarti della sua bravura, ma pensa, magari la sera, alla fine di una giornata di lavoro, quando ti senti in un certo modo, andare nella stanza dove le conservi, sceglierne una che ti ispira di più fra le tante in quel momento, accendere l'amplificatore e via, poter esprimere le tue sensazioni.
Io non sono un virtuoso, cerco sempre di migliorarmi ma anche dopo 40 anni che suono non mi sembra di fare grandi progressi, ma mi basta, mi basta per quando arriva quel momento, sono pronto.
Complimenti per la collezione.
ciao
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 12:33:18
ahahahah e chi ti dice che io non sappia suonare? non lo faccio di professione ma non mi lamento del mio modo di suonare la chitarra, e cmq si, le suono volentieri sempre!! ps non le colleziono affatto =) Diego è un amico col quale abbiamo deciso di proporre questi articoli, io ho fatto le fotografie e dato una mano per la mia parte, e lui ha fatto il resto.
Rispondi
di telecrok [user #37231]
commento del 12/11/2015 ore 12:47:13
Allora ho preso un granchio, devo aver letto poco tempo fa di un collezionista e commerciante di chitarre che non sapeva suonare, non sei tu, scusami e ne sono contento del mio sbaglio.
Ma come non sei un collezionista?
Ma non sei tu che hai un sito dove oltre a poter acquistare delle chitarre vintage presenti anche la tua collezione?
Mi sa che mi sono sbagliato di nuovo e di nuovo chiedo perdono.
ciao
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 13:58:27
Ciao Telecrock, c'è stato un misunderstanding, peraltro lusinghiero sul fronte "collezione"....se avessi la metà della metà delle sue magnifiche chitarre sarei felice! tu parli di Alberto Venturini, il più importante collezionista di strumenti vintage (a tutto tondo) d'epoca che abbiamo la fortuna di avere qui in Italia! e persona disponibile e buona come sono poche! Io sono solo un appassionato come tutti noi, che una decina di anni fa è rimasto letteralmente folgorato dalla les paul junior del 1956 di Paolo Canevari, e da allora studio, ricerco, metto a punto a livello di setup e di restauro, gli strumenti d'epoca. Ho scelto di investire il denaro quando c'è in questo genere di oggetti e non me ne pento, ma la mia non è una attività nè ha una velleità collezionistica, è la mia passione. Per farla breve cerco strumenti "di riferimento" sia in termini di suono che di caratteristiche originali per poter mostrare a tutti gli interessati come suonano gli strumenti d'epoca, messi a punto professionalmente a livello di settaggio. ps non devi "chiedere perdono" ci mancherebbe! quando si utilizza il mezzo di comunicazione digitale il "quiproquo" è all'ordine del...secondo =)
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 12:38:3
Uè attenzione! Francesco suona e pure mooooolto bene! Conosce il travis picking, emula alla perfezione Mark Knopfler, così come Hendrix o Clapton! Queste conclusioni affrettate sono, penso, offensive. Francesco non chiama me per "deliziarsi" o per "nascondersi", ma semplicemente perchè siamo buoni amici e amiamo le stesse cose. Io sicuramente ho più faccia tosta nello scrivere e nel suonare davanti ad un pubblico (reale o virtuale), visto che lo faccio da 22 anni di professione.....ps la sua non è una collezione! Ma un'attività vera e propria dove passione e competenza si mischiano di modo da poter aiutare l'acquirente o il possessore nella scelta giusta.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 12/11/2015 ore 13:27:20
Intervengo solo per dire che probabilmente Telecrock non si riferiva a Cesco, bensì al collezionista Venturini, apparso qui sulle pagine di accordo qualche giorno fa.
Secondo me non aveva intenti offensivi.

Detto questo, cosa si può dire delle chitarre?!!?
Nulla, se non che il professionista affermato potrebbe usare la '59 in studio e la CS in tour, cade sempre in piedi.
E anche che la '59 va benone per generi musicali "di quel periodo" forse l'altra va meglio per generi moderni; anche se poi vediamo gruppi grunge/noise/alternative con fender d'epoca ecc...

:-))
Rispondi
di telecrok [user #37231]
commento del 13/11/2015 ore 13:00:33
Don Diego, leggo solo ora il tuo intervento, ma scusami tanto sai, cosa scrivi?: "Offensivo"?
Innanzitutto è andata come ipotizzato da Cesco, ho confuso con Venturini e quando ho scritto che chiamava te per far suonare le chitarre, in primo luogo riconoscendoti bravura e competenza è stato frutto dell'equivoco, mi sembra che in questo caso sia stato tu un tantino affrettato nel trarre conclusioni errate.
Comunque chiedo scusa a tutti, prima di scrivere cercherò di stare be attento a non sbagliare almeno persona onde evitare la sensibilità di chiunque.
Pertanto complimenti ancora a te Diego per come suoni e tratti quelle meraviglie e ovviamente, ora che lo so, anche a Cesco che oltre a curarle è capace anche di suonarle al meglio, beati voi che vi capita tra le mani certa roba, deve essere un poco doloroso poi lasciarle andare.
Ciao
Rispondi
di iopartoaddio [user #27211]
commento del 12/11/2015 ore 11:50:54
non so perché e "mi sento in colpa" a dichiararlo ma io preferisco la cs...! il video lo ho ascoltato sull'impianto hifi. Vista la totale unanimità di preferenze per la 59 mi sento un po' sordo ma anche un po' fortunato perché penso che la cs potrei permettermela mentre la sua antenata mi sa proprio di no!
Comunque complimenti per questa serie di paragoni tra nonne e pronipoti, sarebbe interessante, la prossima volta, ascoltare le chitarre prima con un blind test, secondo me i commenti a favore dell'una o dell'altra potrebbero un po' variare
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 11:55:5
Non devi sentirti in colpa!!! I gusti sono gusti e una CS ha centomila limiti in meno di una chitarra vintage! Sicuramente la CS con pedali e modulazioni reagirà alla grandissima, mentre la 59 probabilmente morirà! Se dovessi scegliere cosa portarmi in giro prenderei la CS, se dovessi scegliere con cosa registrare un gran disco orientato ai suoni dei fifties prenderei la 59. Non sei assolutamente sordo!!! Hai semplicemente espresso il tuo giudizio, sicuramente legato ai tuoi ascolti.....
Sul "blind test" ti assicuro che, anche se lo facessi, non cambierebbe molto. Sono molto obiettivo sui risultati (il terzo capitolo di questa saga ti assicuro che stravolgerà le posizioni) e purtroppo non è solo uno sguardo a un dettaglio che mi fa capire se lo strumento è vintage o meno.....ti giuro (e non sto esagerando) che lo sento già dall'odore se la chitarra ha qualche anno o tanti anni.....
Rispondi
di iopartoaddio [user #27211]
commento del 12/11/2015 ore 12:03:11
Attendiamo con ansia il prossimo articolo! Se hai voglia faccele sentire prima senza dirci quale sia la giovane e quale l'anziana. ciao!
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 12:06:06
ehehe.....mi spiace purtroppo! Ma io ho un rispetto per le chitarre in questione che mi impedisce di agire così! Ne devo parlare, le devo descrivere, le devo sezionare, assaporare la storia che c'è dietro! Ma ti assicuro che questa volta rimarrai sconvolto.....basta avere pazienza!
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 12:07:21
Grande Don nell'articolo, più tardi mi guardo anche il video.
Domanda al volo un confronto a 3 con una CS odierna come lo vedresti? Io ho nelle orecchie una CS primi 2000 ed '64heavy relic di qualche anno fa e l'impressione che ho avuto è che la prima suonasse comunque "moderna" mentre la seconda molto più fedele ad una originale vintage.
Sarebbe utile per capire l'evoluzione della produzione custom shop per vedere se effettivamente con gli anni son riusciti ad aggiustare il tiro.
Ciao
Ale
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 12:10:20
Intanto grazie! La tua idea mi stuzzica e mi stimola, ma mi sono quasi fatto un'idea: che le CS cmq suonino ognuna diversa dall'altra. Nel bene e nel male. Sono strumenti fatti splendidamente e con grande rispetto dell'originale. Non ne riproducono spesso il vibe ma ti permettono di assaporare la storia e mettere le mani su un qualcosa di ricercato. E' come una litografia, firmata dall'artista, contro l'acquarello originale. Due pezzi di arte indiscussa, ma di valore storico-artistico diverso
Rispondi
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di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 12:42:29
Concordo grazie!
Rispondi
di mattarellox [user #2415]
commento del 12/11/2015 ore 12:08:2
Secondo il mio modesto parere la custom shop suona in quel modo non perché hanno sbagliato qualcosa nel costruirla ma perché si voleva ottenere quel preciso suono. Secondo voi in fender non ci sono le maestranze per giuste che ti permettono di replicare un determinato suono? Poi la prova andrebbe fatta con più modelli originali del '59 confrontati con più modelli del custom shop.
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 12:19:26
sicuramente la CS non è "sbagliata", semplicemente suona diversa dalla 59, che ha le stesse identiche peculiarità della esquire 52 provata nel mio precedente articolo (ragione per cui stai certo che di dieci 59 che proverai, e io almeno 7 ne ho provate, troverai l'80% di affinità). io non penso che il problema siano le maestranze al CS. semplicemente quello che non gli vi di replicare è uno strumento, pienamente coerente con un originale, ma con i suoi limiti
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 12:28:11
Concordo pienamente: la custom shop è sicuramente uno strumento perfetto, studiato al millesimo di millimetro, e suona così diversa proprio perchè è uno strumento rivolto al mercato di oggi. Lo stratocasterista medio odierno non sarebbe probabilmente soddisfatto della '59, che è uno strumento dal carattere così marcatamente spiccato dal risultare "limitante" quando nella testa si hanno i suoni di 60 anni di stratocaster...
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 12/11/2015 ore 12:43:50
bingo
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 14:12:29
Teoricamente hai ragione, praticamente trovare "più modelli originali del 59" e idem "più John cruz del 99" sarebbe intanto complicato (ed oneroso) e poi non così utile, perchè non cambierebbe il succo della questione. In effetti ho avuto 2 stratocaster del 59, e due del 61, tutte con caratteristiche costruttive identiche, e sì, avevo anche trovato la esatta gemella di questa cruz, e ti posso dire che, a parità di specifiche costruttive, le chitarre d'epoca, ma anche le due cruz, avevano il medesimo timbro della loro gemella di produzione, e il medesimo divario con lo strumento originale. L'ultimo confronto che abbiamo fatto e che uscirà dopo questo articolo farà chiarezza esattamente su quello che hai detto, e cioè che la fender custom shop, SE vuole può fare strumenti eccezionali, ma ci sono molti distinguo da fare in merito. Diciamo solo che uno dei liutai del custom shop, per fare una fender del livello di quelle d'epoca, deve poter lavorare su una tiratura non limitata...di più! e non come si fa oggi, con tirature da 500 chitarre l'anno o più. L'esemplare che verrà analizzato nel prossimo articolo è stato prodotto in soli 65 pezzi, e le differenze rispetto alle altre custom shop si sono fatte decisamente sentire, ma parliamo di una edizione unica e comunque di difficile accesso (a livello economico). Per cui la domanda da rivolgere alla fender dovrebbe essere "ma se una volta le facevate bene e basta, perchè ora per averne una fatta davvero come allora devo spendere migliaia di euro per edizioni iper limitate, altrimenti mi fate impazzire con un milione di serie, quando alla fine il prodotto che propinate non replica davvero fedelmente il modello che riportate sul catalogo?"
Rispondi
di SteveZappa93 [user #38837]
commento del 12/11/2015 ore 12:29:30
Complimenti due ottime stratocaster!
Rispondi
di Zenzero [user #36862]
commento del 12/11/2015 ore 14:07:53
Boh, sarò pedante ma preferisco la fiesta red.. Che sia qualità audio, compressione di YouTube o altro, la '59 la trovo cupa, mentre la CS la trovo squillante come ho in testa io il suono strat. Poi, a dir la verità, le trovo un po' sterili entrambe, ma forse saranno gusti ;)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 14:19:58
Attenzione agli aggettivi ed al loro significato. Puoi dire che preferisci una, che non ti piace l'altra, che ti fan cagare entrambe, che suoni metal per cui con questo setup non puoi farti un'idea, puoi dire tutto quello che giustamente ritieni, ma la parola "sterile" si dice di qualcosa "che non da frutto", cosa che non si può proprio dire nè di una stratocaster del 59, nè della gemella del 1999, che è il "frutto" di quella vera. "sterile" invece si può dire di un commento non ben definito che effettivamente non sembra voler apportare nulla alle riflessioni fatte da molti finora. Mi chiedo solo se tu l'articolo lo abbia effettivamente letto o ti sia limitato a sentire la clip audio, forse leggendo anche i commenti scritti prima ti accorgeresti che non c'è proprio nulla di "sterile".
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 14:34:32
comunque Andrea, ne parliamo volentieri domenica a second hand!
Rispondi
di Andy72 [user #36401]
commento del 12/11/2015 ore 14:38:28
Non ho avuto il tempo di leggere tutti i commenti,se la mia considerazione fosse una replica (anzi,una reissue...;-)) mi scuso fin da subito.
Premesse:non sono un liutaio,ma un appassionato suonatore dilettante;non ho interessi commerciali legati al mercato degli strumenti musicali;amo visceralmente generi musicali vecchiotti (per capirci:per me il mondo finisce con Stevie Ray Vaughan...);preferisco di gran lunga la telecaster e gibson in generale.
Vengo al sodo:l'originale d'epoca surclassa la nipotina in una maniera imbarazzante (NB,ancora:giudizio personale).Ma chiedo a lumi a Cesco e Diego:sbaglio,o i magneti dei pick-up negli anni perdono campo magnetico?Non sarà questo ad influire sul risultato finale?Se così fosse (dato che le caratteristiche dei pick-up sono misurabili) avremmo risolto il problema.Inoltre:60 anni di utilizzo contro 16 possono aver creato qualche variazione strutturale nei legni?Ovvero,se estraessimo da una "capsula del tempo" una 59 su cui nessuno ha messo le mani,suonerebbe più simile alla nonna o alla nipotina?Infine:fatte 100 le caratteristiche sonore di una solid body,quanta percentuale possiamo ricondurre al legno e quanta all'elettronica?
Buona musica a tutti!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 12/11/2015 ore 14:44:38
Ciao Andrea! trovi maggiori lumi nel primo articolo, come qualcuno giustamente riportò la diminuzione del campo magnetico non è qualcosa di percebile al ns. orecchio, stando almeno ai dati che ci hanno riportato, io sapevo che c'era un decadimento ogni circa 50 anni, lì si è parlato ogni 100, di circa 5%. Per quanto riguarda le percentuali, difficile visto la quantità di variabili in gioco, però assumendo come assodato il fatto che gli strumenti sono comparabili e settati alla stessa maniera, io sono della filosofia che sposa anche Frudua, e cioè che il timbro di una solidbody sia dato al 70% dal manico, il body sia determinante nella catena di vibrazione della corda per il sustain dello strumento, mentre il pickup non fa altro che catturare la combinazione dei due punti sopracitati, e tradurla in suono amplificabile. A riprova di questo Diego ha ben spiegato prima che i due strumenti, già in un confronto da spenti, presentano caratteristiche timbriche chiare e differenti, che una volta amplificate emergono con ancora maggiore definizione!
Rispondi
di Andy72 [user #36401]
commento del 12/11/2015 ore 17:38:24
Grazie,Cesco.
Grazie a questa spiegazione,ho imparato qualcosa di nuovo.
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 12/11/2015 ore 20:20:37
Mi pare un po' esagerato... Certo i pickup "catturano" (i magnetici semplicemente la vibrazione della corda) ma colorano e caratterizzano il suono eccome, tanto quanto lo fa un trasduttore o un microfono...
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 13/11/2015 ore 14:33:21
Opinione, la tua, che rispetto, anche perchè ci sono due scuole di pensiero antitetiche ma ugualmente autorevoli, per cui, siccome parlo sempre per la mia esperienza con gli strumenti, il mio contributo, almeno fino ad oggi, mi fa dire quanto ho scritto sopra, senza presunzione alcuna, visto che da almeno 50 anni tutti sono alla ricerca di capire "come mai" quelle "vere" suonino così! quindi trovo sia bello che ognuno si dia la propria risposta. Nel mio piccolo l'ho trovata, i legni. Puoi cambiare le altre (molte) variabili di una strat style ma se i legni non sono quelli veri non suonerà come quelle vere =)
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 15:13:35
Vedo che ti ha già risposto Cescos e concordo sull'importanza del manico, io estremizzo dicendo che per me è tutto (se fender cambiasse il modern C sulla serie Standard ne venderebbe il doppio), al tuo dubbio integro la risposta di Cescos dicendoti che la '59 verosimilmente 60 anni fa suonava uguale ad adesso.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 12/11/2015 ore 15:32:18
"La '59 verosimilmente 60 anni fa suonava uguale ad adesso" condivido pienamente.
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 12/11/2015 ore 20:10:56
Questo lo trovo altamente improbabile...
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/11/2015 ore 21:51:50
Perché altamente improbabile? Spiegami.
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 12/11/2015 ore 22:40:29
Perché 60 anni sono tanti!
Certo il timbro di base dello strumento sarà stato lo stesso ma ci sono una miriade di fattori che avranno subito variazioni in 60 anni
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 13/11/2015 ore 13:42:03
E quali? Il legno era già stagionato altrimenti non lo verniciavano mica (in più in quegli anni già davano il fondo turapori mi sembra), i pickup son quelli in 60 anni non vi sono decadimenti percettibili, ponte e capotasto se son stabili suoneranno uguali. Resta mica altro...
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 13/11/2015 ore 14:09:54
Il legno era stagionato si fa per dire... Fender non utilizzava lotti di legno particolarmente selezionati (da qui la varietà di resa degli strumenti vintage) quindi bisogna vedere quanto il legno era maturo. Soprattutto il manico (legni e truss rod) avrà cambiato molto nella sua struttura ed ergo nella sua risposta (e più di una persona ha qui sopra affermato come liuteristicamente sia l'elemento cruciale in uns solid body).
Elettronica. Forse è vero che il deterioramento dei pickup è poco percepibile, ma diverso è per altre componenti del circuito, in primis i condensatori e in parte anche i POT (che alla fine son resistenze).

P.S. Sotto il sunburst non mettevano turapori nel 59
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 12/11/2015 ore 15:43:49
Sembrerebbe che la 59 abbia i tasti più grandi, e questo determina già uno spessore sonoro diverso.

Per il resto, una chitarra di 50 anni fa suona sempre più rotonda e completa di una nuova. Tra 20 anni la CS avrà un suono migliore (sempre ammesso di sapere cosa è migliore).
Rispondi
di SysOper [user #10963]
commento del 12/11/2015 ore 20:13:37
Boh... mai letto di un blind test che abbia confermato l'influenza dell'(ulteriore) invecchiamento dei legni sulla sonorità, nemmeno nel caso di strumenti acustici
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 13/11/2015 ore 08:58:03
certo, come fai a fare un test, dovresti attendere anni.

Ma io credo che siano molti i chitarristi che, avendo uno strumento per svariati anni, abbiano notato come questo sia maturato. D'altra parte, la stagionatura del legno è la qualità più ricercata.
Rispondi
di SysOper [user #10963]
commento del 13/11/2015 ore 12:27:48
Intendevo il confronto tra due strumenti di anzianità differente. Ma sostanzialmente è lo stesso anche per quanto riguarda la "maturazione" del singolo strumento, se intesa come rilevazione di differenze sonore misurabili, e non come quanto percepito dal chitarrista (che, memoria a parte, sarebbe di per sé poco significativo, basta pensare p.es. alla riduzione con l'età dell'intervallo di frequenze udibili).
Rispondi
di rockenri [user #20853]
commento del 12/11/2015 ore 17:53:30
Splendido articolo, non vedo l'ora di seguire la prossima saga. Personalmente preferisco la '59 , calore e rotondità irrangiungibili con strumenti moderni. Sono sempre stato scettico sulle custom shop tranne in qualche rara eccezione (alcune della serie relic suonano veramente bene) e questi video confronti confermano i miei dubbi. Sicuramente la produzione su larga scala ha diminuito la qualità e gli intenti iniziali del custom shop. A mio modesto parere i pickups assieme al manico contribuiscono in maniera determinante, magari la qualità dell'AlNiCo potrebbe essere un fattore da considerare così come la stagionatura dei legni. Certo sarebbe interessante scambiare i battipenna e sentire come legni e pickups si influenzino a vicenda, ma capisco che non è cosa semplice da realizzare su uno strumento del genere.
Rispondi
di mrc.mgg [user #198]
commento del 12/11/2015 ore 21:24:42
Bell'articolo davvero, grazie. Degno del vecchio Accordo (e vuole essere un complimento n.d.r.) e con il video in più. Forse sono l'unico (o in nettissima minoranza) a ma è nessuna delle due ha fatto davvero impazzire, soprattutto con il pkup al manico. Probabilmente perchè ho un "suono in testa" diverso ed anche per dove, come e cosa suona Diego (p.s. se un giorno ti svegli e ti hanno rubato le mani, io sono un indiziato :-); invece mi piace molto il pkup al ponte della vecchia, molto "musicale". Se posso, alcune curiosità:
- ci sono differenze significative di peso dei due strumenti?
- ci sono differenze significative nell'uscita dei pkups dei due strumenti?
- anche la CS ha tastiera in palissandro brasiliano?
Grazie in anticipo, complimenti ancora.

Marco
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 13/11/2015 ore 08:21:46
Ciao Marco! Intanto grazie per i complimenti e sappi che inizierò a badare di più alle mie mani (eeheheeheh).....rispondo alle tue domande
1) nessuna differenza significativa tra il peso, molto simile tra i due modelli (unica grandissima differenza lo spessore della paletta, roba da occhio nudo per intenderci)
2) i pick up della rossa sono parecchio più potenti dell'originale, quindi la differenza è veramente significativa, ma la cosa che balza all'orecchio è la pasta del suono, non il livello
3) che io sappia anche la CS ha una tastiera in palissandro brasiliano, con costruzione slab board.
Se vieni al SHG non scordare di seguire la mia clinic-concerto alle 13e30 sul palco 3
Diego
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 12/11/2015 ore 21:32:57
bellissimo il test.. GRAZIE di averlo realizzato… detto questo, mi piacciono entrambe. Anche pensando a come potrei utilizzarle nel mio lavoro musicale non so decidere se una è meglio dell'altra. In ogni caso molte volte trovo che le differenze fra modelli di pregio e di epoca differente siano rimediabili con un pò di equalizzatore. In questo caso no, sono strumenti molto ben distinti pur appartenenti alla tipologia "strato"
Rispondi
di Cukoo [user #17731]
commento del 13/11/2015 ore 00:46:35
Confrontando il primo minuto di registrazione della 59 con quello della 99, si nota bene quello che già l'orecchio sente chiaramente. La 99 ha un buco nella risposta ai bassi tra circa 100 e 300 Hz. La differenza è notevole, anche se ha poco senso quantificarla con precisione quando si fanno analisi spettrali su tempi lunghi. A naso, la 99 dovrebbe vibrare parecchio in quella zona di frequenze, mentre la 59 dovrebbe essere complessivamente più rigida. Questo potrebbe dipendere proprio dal manico: dal tipo di taglio dell'acero, soprattutto. Poi dallo spessore del palissandro e dalla qualità dell'incollaggio della tastiera al manico. Comunque quella 59 mi sembra una Strato atipica; splendida ma atipica.
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 13/11/2015 ore 01:36:40
Concordo pienamente su tutto quanto hai scritto... :)
Aggiungo che la risposta sulle basse più accentuata rispetto a produzioni più recenti (CS comprese) è un tratto distintivo che ho notato in molte Fender pre-CBS e non direi che si tratti di un elemento casuale: penso dipenda dalle caratteristiche di densità, rigidità, spessore e quant'altro, dei materiali impiegati.
Rispondi
di Cukoo [user #17731]
commento del 13/11/2015 ore 13:11:09
Questo è forse l'unico scambio di battute tra te e me in cui non parliamo di pickup! E' un piacere ritrovarti.
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 13/11/2015 ore 14:42:4
Ha Ha!!! Giusta osservazione!!

Il piacere è reciproco, ma nessuno di noi due se ne é mai andato, credo!! :-D
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 13/11/2015 ore 06:56:41
Chapeau per la 59! Semplicemente bella. Anche la CS alla fine non ne esce male. Come giustamente notato suona "più moderna" e sicuramente in alcuni contesti questo può essere anche un vantaggio. Io mi domando se, a parte le varie considerazioni che si possono fare sulle differenze dei materiali (dalla lega dei magneti ai legni), forse la ricerca di un suono più modernizzato in termini di attacco e spinta su certe frequenze non sia in parte una scelta voluta dalla Fender.

Riguardo invece al discorso del passaggio dalla tastiera slab a quella curved (o veneer), di cui si parla nell'articolo, la motivazione pare non sia stata in realtà quella di risparmiare sul materiale. Con le prime slab board talvolta si presentava un problema di stabilita' dei manici a causa del differente coefficiente di espansione tra l'acero e il palissandro, in quanto le due essenze reagisco agli sbalzi di ambientali e di umidità in modo diverso. Nelle riedizioni moderne il problema non si presenta in quanto le incavature (slots) per l'inserimento dei tasti sono più profonde, rispetto al sistema originario della Fender che prevedeva per altro un inserimento dei tasti di lato e non dall'alto. Con le incavature più profonde la tastiera in palissandro risulta come "parcellizzata" e reagisce meno come blocco unico. Il sistema della tastiera curved fu ideato quindi per permettere alla Fender di continuare ad inserire i tasti di lato senza problemi di stabilita' dei manici. (cfr. T. Wheeler, "The Stratocaster Chronicles", p. 182)
Rispondi
di Tom Anderson [user #2700]
commento del 13/11/2015 ore 08:23:33
Conosco il libro e la teoria ma è strano, da possessore di slab e curved,e conoscendo altri non ho mai riscontrato alcun problema sui manici.
C è anche un altra idea, che Leo avesse voluto ridurre il palissandro per questioni timbriche, dato che la strat inizialmente concepita doveva esser brillante e squillante, e in effetti le curved lo sono generalmente di piu.
Io ne trovo una terza possibile, mero risparmio di costi :)
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 13/11/2015 ore 23:00:33
Ciao,
come ricorderai la spiegazione nel libro la dava Dan Smith, responsabile della prima serie delle AV uscite nel 1982, proprio a proposito delle difficoltà avute nel tentativo di ricreare una strato con caratteristiche pre-CBS. Io credo che probabilmente avranno fatto dei test all'epoca che li avrà portati a scegliere l'attuale sistema di inserimento dei tasti dall'alto. Può darsi anche che qualche impiegato che lavorava alla Fender già negli anni '60 fosse ancora operativo nel 1982 e potrebbe aver fornito qualche suggerimento a questo riguardo. Certamente questo non esclude che la scelta di passare alla curved board possa essere stata la somma di diverse esigenze. Quella del suono più "brillante" mi sembra ragionevole. Sul risparmio del materiale invece mi pare di aver letto da qualche altra parte che la lavorazione della tastiera veneer partiva sempre da una tavoletta di un certo spessore che veniva "scavata", per cui alla fine il risparmio del materiale era probabilmente minimo.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 20/11/2015 ore 09:23:2
Grazie Zabu per questo intervento, dico davvero! La risposta esatta probabilmente sta nel mezzo, nel senso che Leo era "senza alcun dubbio" (eufemismo) ATTENTO al risparmio specie per i materiali più preziosi della lavorazione, e cioè i legni, ma è anche vero che riteneva più stabile un acero pre curvato su cui applicare una lamina incollata curva. Hai tirato fuori però un tema fondamentale, causa anche del perchè alcune strato d'epoca non suonino "da spavento". Spesso quando vengono ritastate male (e non lateralmente, come correttamente hai riportato) vengono rifatti gli slot più profondi, a volte quasi fino a raggiungere l'acero, e lo strumento si "spegne" letteralmente, perchè la tastiera non è più un pezzo unico ma diventa divisa in 21 pezzi, e questo inficia enormemente il tone dello strumento! a riprova che il manico è fondamentale nella creazione del timbro delle solid body e gli interventi sui tasti sono lavori estremamente delicati.
Rispondi
di AlbertoDP [user #44112]
commento del 13/11/2015 ore 08:57:57
Mi sento di escludere che sia una differenza nei pickup e nell'elettronica in generale. Non è quella la differenza timbrica che si ha utilizzando pickup con avvolgimenti-magneti differenti. Ci sono variazioni nella curva di frequenza, ma non di questo tipo. A mio avviso la differenza fra le due strato è prettamente "meccanica". Le note della '59 nascono già un po' "stoppate", questo può dipendere dai legni, in particolare dal manico, ma anche l'hardware fa la sua parte. Mi è capitato più volte, ad esempio, di provare gli stessi pickup in chitarre in cui la più grossa differenza era il tipo di ponte e capotasto montati e la differenza c'è eccome. Se fossero ancora entrambi disponibili, darei un'occhiata anche a differenza fra ponte e capotasto, diversità di materiali, ma anche presenza o meno di zone ossidate, danno proprio questo tipo di differenza in merito a suoni e sustain.
Rispondi
di Onghi [user #35497]
commento del 13/11/2015 ore 14:46:24
Mi sento di dire una cosa. Innanzitutto devo ringraziare ancora Francesco, perché mi aveva dato l'opportunità di provare la 59 (questa, guarda caso), una 63 fiesta red e una 65 lake placid blue se non erro.
Complimenti a Diego, per la sua espressività e come fa suonare questi gioielli. La differenza è chiara, anzi, vorrei dire Palese. La 59 vera e propria se la mangia la CS, troppo moderna, non ci si avvicina nemmeno. Qualitativamente sono due cose completamente differenti.
Ho la fortuna di aver comprato da Cescos (che affarone, il più bello) una American Vintage Reissue 62 fiesta red degli anni 90, più esattamente 1994. Miseriaccia, questa si mangia certe Custom Shop.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 13/11/2015 ore 16:15:30
"il suono, semplicemente, non c'entra niente con la sua sorella più vecchia"

Bravo Diego, così ti vogliamo, nel precedente articolo c'era troppa "diplomazia" : )
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 13/11/2015 ore 16:24:58
eeehehehe bob mi sto sciogliendo! eheeheh.....la verità che questo confronto è veramente ad armi pari! nel senso che sono due strumenti identici come intenti....gli altri due simili
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 13/11/2015 ore 17:21:48
Bell'articolo Diego, complimenti!
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 13/11/2015 ore 20:14:49
Ho riguardato diverse volte il video e ho la conferma ancora una volta che tutto ciò che riguarda un suono è troppo soggettivo e non è corretto, a mio avviso, parlare di migliore o peggiore.
Nel mio caso ad esempio, per il mio gusto, per ciò che suono etc...andrei sulla reissue.
L'originale la trovo troppo scoppiettante, troppo secca, asciutta (che poi saranno proprio i suoi pregi)..
Un pickup al ponte che io non potrei usare..bellissima chitarra per la musica suonata nel video, ma io non riuscirei usarla.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 13/11/2015 ore 23:11:48
Io direi che se il tentativo della CS e' quello di replicare fedelmente una 59 vera il risultato e' mancato, senza appello. D'altro canto credo anch'io che la CS non sia affatto da buttare, anzi. Probabilmente in altri contesti musicali e' uno strumento che ha decisamente il suo perché. Io continuo a pormi la domanda (che rimarrà sicuramente senza risposta) se in parte c'è una certa volontà della Fender a proporre, anche nelle riedizioni che in teoria dovrebbero suonare come i classici, strumenti dal sapore più moderno.

Alcuni hanno sollevato la questione della rigidità del manico. Sarebbe interessante per esempio provare a sostituire per una piccola prova il manico della CS con un manico diverso e magari più rigido (taglio di quarto?)
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 14/11/2015 ore 09:06:25
hai centrato il "focus" del mio pensiero! è una chitarra col suono del 59, punto. Però bisogna dire che il "modus operandi" del CS è quello di venderti una chitarra abbastanza costosa quasi promettendoti che avrà il suono di un'originale, e qui l'obbiettivo è mancato.....purtroppo questo è il risultato finale! Anche io probabilmente userei dal vivo più facilmente la CS per via della versatilità.....ma sicuramente non assomiglia ad una chitarra del 59.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 14/11/2015 ore 15:45:54
Sulle chitarre c'è tantissima pressione del marketing. Secondo me bisogna sempre fare uno sforzo, quando si e' vicini ad un acquisto importante, per valutare con occhio oggettivo se quello che si sta acquistando alla fine fa al caso nostro. Rispetto alla similarità agli originali delle riedizioni, un po' tutti i marchi se la cantano e se la suonano. Secondo me rimane il fatto che le CS Fender hanno materiali più selezionati rispetto alle altre serie della stessa marca, in generale escono senza sbavature già di fabbrica e suonano bene, anche se non sono sovrapponibili agli originali (almeno nella stragrande maggioranza dei casi). Poi secondo me ogni tanto capita nel mazzo qualche strumento veramente eccezionale, ma questa e' un'altra storia. Poi e' chiaro che se si rinuncia al logo Fender si aprono altre mille possibilità. Pero' per molti di noi (anche per il sottoscritto confesso) quel logo ha la sua importanza.

Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 15/11/2015 ore 17:41:52
Non posso che darti ragione...se l'intento del CS è quello di replicare la chitarra originale allora l'hanno cannato di un bel po'.
Peró mi vien da pensare, e non voglio fare l'avvocato del diavolo, che la 59 o le 59 che doveva replicare magari suonavano proprio così...
Del resto abbiamo l'esempio di mamma Gibson che con le CC replica esattamente una chitarra, proprio per non generalizzare...
Rispondi
di Benedetto utente non più registrato
commento del 14/11/2015 ore 09:40:17
Dopo tutte queste dissertazioni sulle due strato che suonano entrambe DA PAURA!
È arrivato il momento di dire la mia: il suono è nelle MANI. Per concludere la tripletta aggiungo che simili gioielli si rivendono solo a MALINCUORE!
Rispondi
di Spacecaster [user #42955]
commento del 14/11/2015 ore 18:13:3
per me il suono è negli strumenti e negli amplificatori...di quelli buoni pure.Poi vengono le mani.
E questa 59 è una degna rappresentante dell'epoca degli strumenti di qualità.Quando si badava a dare priorità alla resa sonora e solo dopo al profitto.Un'epoca in cui quasi tutto seguiva questa filosofia...non solo le chitarre.
Complimenti a Francesco,Diego e Leo
Rispondi
di Spottyblu [user #29356]
commento del 17/11/2015 ore 01:51:59
Fatti i dovuti complimenti a tutti per l'interessante articolo, volevo mettere in luce un piccolo aspetto, che per gli appassionati ha poco significato, ma che forse è quello che davvero conta. Per noi le chitarre, anche le più semplici solid body, sono oggetti d'arte, in realtà sono dei semplici prodotti commerciali. Ma davvero pensiamo che alla Fender oggi non sarebbero in grado di fare una chitarra come la 59? Ma quanto costerebbe? Forse quello che costava la '59 originale.
Quando parliamo di chitarre d'epoca nessuno fa mente locale al prezzo che si pagava allora per averle: Costavano il corrispettivo di una macchina di piccola cilindrata, quindi evidentemente erano prodotti sui quali si era speso tempo e si selezionavano i materiali migliori. Teniamo conto che una chitarra esce di fabbrica ad un prezzo che è meno di un terzo di quello che si paga sul mercato finale, si capisce immediatamente che qualche ora di più di lavoro, un materiale migliore fa lievitare i prezzi a dismisura, e siccome ora la concorrenza è spietata, fra chitarre di valore e quelle di prezzo più basso la differenza non è più così eclatante come era negli anni '60 '70, quindi mentre allora il prezzo era giustificato, oggi sarebbe impensabile.
Io acquistai la mia strato usata nel 79, feci uno sforzo per cogliere al volo un'occasione e la pagai 700.000, la 127, che avevo allora, era costata 2.100.000 e già i prezzi delle chitarre erano scesi: Oggi nessuno (o pochissimi) spenderebbe 10.000 € per una chitarra, quando magari, prendendone una che costa meno di un decimo, con un piccolo intervento di sostituzione di accessori e pick up riesci ad averne una equivalente.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 18/11/2015 ore 12:03:49
Ciao, tema interessante e che ho avuto modo di studiare ed approfondire anche io. Nel 1954-1959 una fender stratocaster costava 249 USD e la custodia rigida 49 USD. Oggi la custodia rigida costa 250 euro, per cui, a parità di rapporti di costruzione, una stratocaster costruita come allora dovrebbe essere costruibile con 1000 euro. Ed infatti è così!. Il punto è che sono cambiati i processi industriali e di lavorazione. La "stratocaster con 1000 euro" dovrebbe essere fatta con utensili a guida manuale come allora, ed oggi non è così semplice trovare un liutaio che con questa cifra riesca a stare dentro ai costi di gestione odierni; però ti assicuro che un bravo liutaio con questa cifra o poco più può darti uno strumento eccellente, se costruito con specifiche fedeli a quelle d'epoca, anche avvicinarsi moltissimo nel "confronto" sonoro. Se ti vai a leggere un mio "vecchio" articolo su Accordo, raccontavo proprio di una "customizzazione" di una tokai del 1980 replica '64, e il risultato fu eccellente, proprio rispettando un budget di 800/1000 euro. Il prossimo video articolo approfondirà anche questo tema: anche la fender di oggi può darti lo strumento che, dal punto di vista sonoro, "vale" i soldi che costa e si avvicina moltissimo all'originale, però, incappando inevitabilmente nel marketing, come giustamente hai evidenziato tu, te la fa pagare carissima, in edizione iper limitata...purtroppo nel 1959 producevano le loro chitarre, oggi devono produrre migliaia di strumenti al mese di varie serie per coprire ogni fascia di budget possibile, è cambiato tutto, sia i presupposti di costruzione che quelli di acquisto.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 18/11/2015 ore 18:34:46
Volendo riportare il prezzo di acquisto di una Strato degli anni '50 al valore di oggi, un prodotto del costo di $ 300 nel 1954 corrisponde ad un prodotto del costo di $ 2600 attuali. Sono calcoli naturalmente un po' relativi, in quanto il valore di beni e servizi, materie prime, etc. nel corso degli anni e' cambiato parecchio. Ad esempio negli anni '60-'70 le auto di fascia medio-piccola costavano (attualizzando i prezzi) meno di quanto costano attualmente. Gli elettrodomestici invece costavano, paragonati a quelli di oggi, uno sproposito (pero' duravano di più ;) ;) ).
Tornando alle chitarre, tutto sommato quindi c'è una certa corrispondenza tra i prezzi di allora e quelli di oggi, considerando che (a cercare bene) non e' difficile trovare negli USA qualche Time Machine nuova anche al disotto dei $ 3000.

Io credo che le differenze nel tone, particolarmente evidenti in questo confronto tra la '59 e la CS, siano attribuibili a una serie di micro-fattori che nella loro interezza producono il risalutato finale. Si e' già evidenziato che ad esempio il palissandro brasiliano e' ormai disponibile con il contagocce, per cui necessariamente hanno dovuto ripiegare su quello indiano. Sul capitolo pickups si apre un mondo. Molti puntano sul fatto che leghe di alnico utilizzate negli anni '50-'60 differiscono anche sensibilmente da quelle prodotte oggi, in cui c'è una minore presenza di alcuni componenti come il cobalto. Per cui per ottenere un pickups che suoni come quelli anni '50-'60 i produttori devono lavorare attorno ai vari parametri e non semplicemente copiare le specifiche vintage. Per quel che riguarda la lavorazione CNC vs. lavorazione semi-manuale, sono sinceramente poco convinto che porti a differenze apprezzabili. Pero' e' vero che gli strumenti lavorati manualmente hanno più carattare: besti pensare ai profili dei manici, ognuno lievemente diverso dall'altro, rispetto alla standardizzazione di una CNC.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/11/2015 ore 09:58:3
Ciao Zabu,
argomento sempe interessante quello del reale costo dello strumento, io però non sono d'accordo con la tua analisi, attualizzare o scontare valori non è sempre la strada corretta, sarebbe il caso di prendere in considerazione anche il potere di acquisto, ma qui l'equazione si complicherebbe e si perderebbe magari il senso "romantico" della cosa.
Piuttosto confronterei gli stipendi dell'epoca con i listini stessi degli strumenti la cosa è molto più semplice.
Ad esempio per quanto riguarda l'italia lo stipendio medio nel 1960 per un operaio generico era di 47.000 Lire (fonte vai al link), lo stesso cambio nel 1960 Dollaro/Lira era di 1/620 quindi i famosi 298Dollari (chitarra+custodia) al cambio dell'epoca erano 184.760Lire aggiungici la solita IVA e dazi facciamo un 30% arriviamo a 240.000Lire che son praticamente più di cinque stipendi!! quindi nel 2015 una Stratocaster Standard dovrebbe costare almeno 6.000Euro!!
Vogliamo poi fare il solito confronto stipendio auto? nel 1959 la 500 base costava 395.000 ben 8 stipendi!! adesso c'è l'offerta a 10.900Euro sempre 8/9 stipendi.
Io la vedo così mi sembra più semplice e realistica come cosa.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 19/11/2015 ore 17:26:56
Il tuo approccio e' interessante, pero' secondo me l'Italia come punto di riferimento fa poco testo. Per capire quanto costavano gli strumenti negli anni '50-'60 rispetto al potere di acquisto, bisogna vedere quello che accadeva negli USA. Naturalmente in Italia erano beni di importazione, per altro Fender non era distribuita ufficialmente nel nostro paese fino alla meta' degli anni '60.

Se andiamo a vedere uno stipendio mensile basato sul "Federal minimum wage" di 75 centesimi all'ora, un lavoratore americano nel 1950 guadagnava al minimo $ 120-130 al mese. Per cui diciamo che una strato si prendeva con poco più di due stipendi "minimi".
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/11/2015 ore 18:30:31
Può starci da qualche parte avevo letto che ci volevano 2/3 stipendi al tempo per prendere una chitarra ma non trovavo la fonte per quello ho citato dati che conoscevo, sempre per sentito dire uno stack Marshall costava tanto che un'utilitaria. Certamente adesso sono beni molto più accessibili.
Rispondi
di brucefan [user #12231]
commento del 17/11/2015 ore 16:00:
Articolo davvero molto bello ed interessate, che anche a me ricorda il “vecchio” Accordo, in cui i commenti erano numerosissimi ed interessanti come l’articolo stesso … complimenti al mio amico Diego, a Francesco ed alle sue magnifiche chitarre !!
Personalmente sono convinto che le chitarre vintage, del periodo d’oro della Fender, che sono giunte a noi in buone condizioni, abbiano nel loro suono qualcosa di “magico” rispetto alle Custom Shop (o se vogliamo anche rispetto ad altre repliche di alto livello) e non credo sia solo suggestione … secondo la mia modesta esperienza però è pur vero che ogni esemplare, seppur fatto con gli stessi legni, identico sulla carta ad un altro, non suona mai uguale all’altro.
Quando anni fa scelsi la mia Strato ero andato con l’intenzione di prendere una John Cruz del 2004, che ammiravo da mesi, eppure alla fine scelsi una “normale” teambuilt del 2001, dopo varie prove, con diverse altre Custom Shop del periodo 2000/2004, alcune delle quali identiche in tutto (a parte il colore). Ebbene, quasi tutte suonavano diverse tra loro … ed in alcuni casi con diversità che andavano ben oltre le semplici sfumature. A mio avviso sarebbe anche interessante confrontare diversi esemplari del Custom Shop (o anche della normale produzione) … che abbiano sulla carta identiche caratteristiche … magari svelando dopo una settimana quale tra tutte possa essere la vintage e quali le riedizioni … sono convinto che i pareri sarebbero molto più discordanti in una prova di questo genere …
Rispondi
di ottaviothevoice [user #39714]
commento del 17/04/2024 ore 13:30:52
da "quasi ignorante in materia, tutto questo parlare e sentire le differenze tra vecchio e il nuovo mi fa sempre pensare due cose-
1) gli umili operai falegnami/tecnici elettronici artigiani degli anni 50 (probabilmente anche improvvisati e sottopagati) che facevano un lavoro di squadra e di routine in fabbrica (ma sempre con risultati diversi in quanto prevalentemente manuali) sembrano essere più esperti del Masterbuilter blasonati di turno; come si può sempre e solo comparare il vecchio al nuovo se sono semplicemente diversi i materiali come fili rame, legni, metalli, plastiche, colle, vernici, tempi e cicli manuali e non so più cosa?
E per concludere: il lavoro di massa fatto di fabbrica negli anni 50 era meglio del lavoro di massa fatto in fabbrica oggi? Ma se fosse solo una questione temporale teniamoci le nostre belle chitarre di oggi e facciamole suonare tra 50 anni ai nostri figli che diranno "queste si che suonano da Dio, nulla a che vedere con le odierne del 2074" ...
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 17/04/2024 ore 18:29:22
No, la custom shop non guadagnerà bassi tra 50 anni. Di questo sono decisamente sicuro. Le differenze che fa chi costruisce sono di qualità e precisione, ma hanno impatto limitato sul suono. Contano le scelte progettuali, ed i materiali disponibili. le differenze sono in quei due fattori perchè le CS sono fatte bene - ne ho una - ma spesso suonano parecchio diverse.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/04/2024 ore 08:58:52
Ma credo che anche le chitarre 60 anni fa, suonassero diverse.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/04/2024 ore 09:31:05
Il suono è veramente qualcosa di soggettivo a volte.
Rileggendo il mio commento di 9 ani fa, non sono certo di riconfermarlo.
Ascoltando questa prova, percepisco una certa "gommosità" nelle corde basse della '59 che non mi fa impazzire.
Come faccio sempre fatica a capire come si possa definire un suono "più moderno" rispetto ad un altro... in base a che criteri un suono è più moderno...
Oggi rivaluto molto di più la CS.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 18/04/2024 ore 10:2
con "suono moderno" si intende molto bilanciato tra alte medie e basse, e anzi asciutto di basse, perchè specie usando gain molti bassi "impastano".
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/04/2024 ore 10:33:40
Mah, a me la definizione di "suono moderno" continua a non dirmi niente.
Preferisco definire un suono diversamente, evidenziando appunto la gamma di frequenze che copre, anche perché ho sentito suoni non certamente moderni che erano molto asciutti di basse, e viceversa... e comunque molto dipendenti dall'amplificatore che si stava usando.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 22/04/2024 ore 20:32:15
Amen, ma è come la maggior parte delle persone intende: un suono che non tenda a slabbrare, che sia facile da setuppare perchè non troppo boomy o brillante, ... troppo per gli standard di oggi. Compatto e controllabile.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/04/2024 ore 17:55:20
... e dimenticavo...
tempo fa ho ascoltato un'intervista a Paul Reed Smith, dove affermava un concetto che mi ha trovato molto d'accordo: una buona chitarra ha bassi brillanti e alti corposi.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 22/04/2024 ore 20:30:10
Sicuro di non aver scambiato i due? :)
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 23/04/2024 ore 16:35:48
Sicurissimo.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 18/04/2024 ore 10:46:06
Io penso che una componente psicologica sia sempre presente in questa tipologia di confronti che però non è un qualcosa da non considerare se questa componente mi aiuta nel feeling e nell'approccio al suonare.
Dal canto mio ho sentito due bellissime chitarre suonate da un grande chitarrista.

La mia esperienza con gli strumenti vintage è fatta di poche occasioni, ma una è stata per me importante.
Ho suonato una Gibson originale 1956 fantastica e il cui costo è fuori dalla portata del "99%" delle persone.
Il bello di aver provato questa chitarra?
Sicuramente un emozione e una bellissima sensazione, ma ero sempre io che suonavo una chitarra da 40k la quale non mi ha reso un miglior musicista solo lo studio e l'amore per la musica mi renderà un miglior musicista.
Rispondi
di Pieroscarpone [user #49478]
commento del 19/04/2024 ore 07:25:15
Sono un fan di Balossino. Per me è un Alessandro Barbero delle chitarre.
Quando guardo i suoi video, sono totalmente preso, affascinato e ipnotizzato. Ma il mio interesse per il vintage finisce lì. Lascio senza alcun rimpianto quei legni a chi ne è innamorato (all'amore non si comanda).
E torno con piacere e passione a suonare la mia ascia made in Indonesia del 2022. :-)
P.S. Se mai portassi una chitarra così alle jam con gli amici senza raccontare del suo blasone, sono sicuro che nessuno se la filerebbe. Al massimo il bassista direbbe: "Carina!"
Insomma, mi sento spesso come il bambino nella favola di Andersen: per me il re è nudo!
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 19/04/2024 ore 09:33:40
Il suono è nelle mani, avrà scambiato le dita fra una prova e l'altra altrimenti non si spiega.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/04/2024 ore 11:52:32
Io penso che l'espressione: "il suono è nelle mani", sia travisata da moltissime persone.

Non è vero che la stessa persona, suonando due chitarre diverse, per il concetto di cui sopra, possa ottenere il medesimo suono.
Il concetto vero è che la stessa chitarra, suonata da due persone diverse, una dopo l'altra, molto probabilmente emetterà sonorità diverse.
E questo l'ho sentito con le mie orecchie, forte e chiaro, più volte.
È per questo, che il suono sta nelle mani.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 19/04/2024 ore 12:25:49
E' perchè non ascolti bene, ho un amico chitarrista che sabato scorso al baretto ha iniziato a battere le dita sul tavolo aspettando il raboso, oh pareva di sentire Knopfler all'Alchemy.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/04/2024 ore 12:29:51
Allora si vede che non ascolto bene.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 19/04/2024 ore 12:47:3
Concordo che te. Il suono è assolutamente nelle dita, ma lo strumento che suoni fa la differenza.
Ricordo perfettamente tempo fa andai a sentire il concerto di un mio caro amico chitarrista ben più preparato e navigato di me in un power trio strumentale. Conosco le sue chitarre che ho suonato varie volte e ad un certo punto ha cambiato la Stratocaster per un'altra sulla quale aveva da poco montano nuovi pick up.
Ti assicuro che il suono era profondamente cambiato e io ho percepito chiaramente la differenza.
Se poi vogliamo dire che al 99% delle volte nessuno se ne accorge e questa cosa vale solo per noi lo possiamo pure fare, ma a mi rimane il fatto che ogni chitarra/ampli/effetto ha un suo suono, una sua personalità e mi fa suonare in un modo diverso. Per me questo è una delle parti più divertenti e piacevoli del suonare che poi alla stragrande maggioranza delle persone non interessa non è un mio problema.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 01/05/2024 ore 09:04:44
Articolo molto interessante. C'è da dire che da allora il Custom Shop (ma anche quello Gibson) hanno fatto passi da gigante. Oggi un confronto del genere lo potremmo fare tra una 59 originale e quattro o cinque 59 CS e chissà cosa ne uscirebbe. Sono un fortunato che ha la possibilità di maneggiare decine di Stratocaster (per due terzi CS) e vedo come il CS ha raggiunto livelli davvero stupefacenti. E non oso immaginare quanto sia progredito l'ambito masterbuilt.
Rispondi
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