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brunoritchie
utente #11773 - registrato il 07/01/2007
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Attività

Maurizio Solieri & Steve Rogers Band in Concerto.
di brunoritchie | 15 gennaio 2008 ore 12:22
brunoritchie scrive: Sensazionale evento:Giovedì 31 gennaio 2008, Al Go West di Roccaforzata (Ta) Maurizio Solieri & Steve Rogers Band in concerto.Infoline: 320.355.24.50 esclusivamente in ore serali.www.myspace/gowestsaloonciccionigro@libero.it Steve Rogers Band:Claudio (Gallo) Golinelli - BassoMaurizio Solieri - Voce e ChitarraDomenico Camporeale - TastiereGiuseppe Leoncini - BatteriaCristian Bagnoli - Voce e ChitarraRoberto Chiodi - Voce solista
Foto del concerto di Irio De Paula del 12/1/2008 a Taranto
di brunoritchie | 15 gennaio 2008 ore 01:29
Le foto del concerto di Irio De Paula del 12/1/2008 al Ramblas di Taranto sono visibili al seguente indirizzo:http://brunoritchie.spaces.live.com/Seguirà la mia consueta cronistoria dell'evento (cantiere in corso).Devo formulare uno speciale ringraziamento alla Signora Isa Fontana che mi ha autorizzato ad effettuare la mia intervista.Un grande abbraccio al Maestro Irio De Paula che simpaticamente ha risposto a tutte le mie domande e a tutte le mie curiosità.Non trovo infine le parole per ringraziare gli Amici Alessandro e Mariano e agli altri organizzatori del Concerto che mi hanno generosamente donato questa irripetibile occasione.Ciao a tutti.
Irio De Paula in concerto a Taranto
di brunoritchie | 10 gennaio 2008 ore 17:51
Avviso per tutti gli appassionati di Bossa-Jazz:Sabato, 12 gennaio 2008 il Grande Maestro Irio De Paulasi esibirà in concerto al RAMBLAS di via Margherita, 35 a Taranto.La Direzione del Locale mi ha autorizzato a presenziare al sound-check.Il mitico Irio De Paula è disponibile a rilasciarmi una intervista. Che bello!Sabato mi divertirò alla grande!
La mia prossima bambina
di brunoritchie | 05 gennaio 2008 ore 21:57
Questa è la foto della mia prossima bambina:http://brunoritchie.spaces.live.com/L'ho prenotata oggi: spero che non sia una gravidanza lunga.
Irio De Paula in concerto a Taranto
di brunoritchie | 05 gennaio 2008 ore 20:41
brunoritchie scrive: Sabato 12 gennaio 2008 Irio De Paula in concerto al RAMBLAS via Margherita, 35 - Taranto
Ieri non è stata la mia giornata di grazia
di brunoritchie | 04 gennaio 2008 ore 15:21
Ieri non è stata la mia giornata di grazia e già a prima mattina si è subito rivelata astiosa. Sono sull'autobus per Bari. Ho le ginocchia in bocca perchè lo spazio tra i sedili è veramente angusto. Da quanto ho iniziato questo assurdo pendolarismo ho sempre sonno e sono sempre stanchissimo. Per fortuna anche gli altri passeggeri si sono addormentati: ad un tratto mi accorgo che mi è saltata la zip dei pantaloni. Immediatamente mi viene in mente il film "Il mostro" di Roberto Benigni e decido di non mettermi ad armeggiare con la patta dei pantaloni, visto che vicino a me ci sono anche delle ragazze giovani e carine che potrebbero scambiarmi per un vecchio maniaco bavoso. Mi copro alla meglio, sperando di poter rimediare non appena giunto a destinazione. Giunto in ufficio mi fiondo in bagno, anche perchè è sopraggiunto un inatteso e violento bisogno corporale. Mi rendo conto che il danno ai pantaloni è irrimediabile: la zip è da sostituire. Esco per procurarmi ago, filo e qualche spilla da balia (ovvero spingola francese). Intorno alla sede della mia azienda ci sono solo botteghe gestite da cinesi. Come farsi capire da loro? Boh! Le ho visitate tutte, senza successo: "... tu volele una spina? No qui spine elettriche!" Vabbè, Bruno! E che pretendi? Trovo finalmente una merceria e, per la modica cifra di otto euro, mi procuro la trousse completa per poter mettere la classica pezza a colori sui miei pantaloni. Ritorno nel bagno dell'ufficio per cimentarmi al gioco del piccolo sarto ma ... come è difficile infilare l'ago in penombra! Non mi sarei mai immaginato quanto sia impossibile cucirsi la patta tenendo i pantaloni addosso e guardandosi allo specchio! Alla fine ci riesco, più o meno, anche se mi rendo conto che la cucitura non reggerà per molto tempo. Decido di anticipare l'uscita dal lavoro alle 13.30, anche perchè stasera devo suonare con i Fuori dal Tempo all'Altrolocale. Prendo al volo l'autobus e torno a casa. Mangiucchio qualcosa che purtroppo mi va per traverso e, mentre mi preparo per il concerto, il mio intestino decide nuovamente di sfogare le sue ire contro di me. Usciamo tardi di casa, nonostante la nostra intenzione fosse quella di raggiungere la nostra destinazione prima dell'apertura dei negozi. Purtroppo sono già le 17,10 e la città è già affollata per i saldi di fine stagione: non c'è un solo buco dove poter infilare la macchina! Dopo aver scaricato gli strumenti sul marciapiede, lasciando mio figlio Fabio a fare la guardia (anche perchè l'Altrolocale è ancora chiuso), inizio il mio triste pellegrinaggio alla ricerca di un parcheggio. Lo trovo ad un chilometro, dopo una bella mezz'ora e dopo parecchi smadonnamenti. Penso quanto sarà piacevole rifare quel tragitto, a piedi, in piena notte, con addosso la stanchezza di due giornate di lavoro! Vuoi o non vuoi, un concerto ti tiene occupato complessivamente 7/8 ore. Il Sound-check si rivela difficoltoso, a causa della scarsa qualità della strumentazione del locale e per le striminzite dimensioni del palco: siamo tutti ammassati. Io sono l'unico fortunato ad avere mezzo metro quadrato tutto per me, anche se con il manico della chitarra insidierò sicuramente la testa dell'avventore più vicino a me. Abbiamo dovuto portarci una strumentazione molto essenziale e Mimmo ha deciso di utilizzare la batteria del titolare, una vecchia Meazzi Hollywood degli anni sessanta ... L'impianto voci è potente ma distorce. Gli spinotti dei cavi dei microfoni si sono danneggiati e siamo costretti a "nastrarli" affinchè non si sfilino durante il concerto: tentativo inutile! I nostri poveri cantanti ci hanno dovuto lottare per tutta la serata e il segnale della loro voce andava e veniva. Tutti sti' contrattempi hanno condizionato sia me che mio figlio. Siamo stanchi, sgonfi e anche un po' distratti. Le sue tastiere si sentono poco e male. Per fortuna, invece, il mio vecchio Music Man 210 dimostra di possedere ancora una bella voce e una buona presenza: rende benissimo. Fortunatamente la mia postazione è comunque la migliore e la più indipendente. La mia testa vorrebbe fare chissà che, ma le mie dita si rifiutano di obbedirgli. Gli assoli sono tutti frammentari, inconcludenti e imprecisi. Decisamente non mi sto proprio piacendo. Ad un certo punto prendo una storta all'anulare sinistro durante un barrè affrontato con troppa veemenza (è la seconda volta che mi capita). Termino la serata con il dito anchilosato e dolorante. Ottima l'ospitalità da parte dei titolari e abbastanza buona la pizza che ci hanno offerto a fine serata. Contrattempi a parte, ho avuto modo di condividere con i miei compagni una nuova e tutto sommato positiva esperienza. Inoltre, ho avuto il piacere di incontrare ed abbracciare tutti gli amici che gentilmente ci sono venuti ad ascoltare, primi tra tutti Antonio e Peppe (Charlie) che hanno lasciato anzitempo le prove con gli AbandOn per venire a sentirci. Ringrazio tutti gli amici per il forte tifo che hanno fatto per noi. La prossima volta andrà sicuramente meglio! Potete esserne certi!
Armas Guitars
di brunoritchie | 02 gennaio 2008 ore 21:06
Mi è capitato tra le mani il catalogo della Armas Guitarshttp://www.armasguitars.com/Decisamente piacevole la foto della ragazza in home page.Comunque le chitarre proposte non sembrano malaccio, specie quelle della serie Morgan.Mi piacerebbe conoscere il punto di vista di chi le ha provate.
Auguri e annuncio
di brunoritchie | 01 gennaio 2008 ore 17:58
Nel formulare a tutti gli amici "Accordiani" i miei più affettuosi auguri per un sereno e radioso 2008, ho il piacere di annunciare che I Fuori dal tempo suoneranno all'Altrolocale Pub - Via Salento 79 (TA), Giovedi 3 gennaio p.v. Start ore 21,00. Un abbraccio. Bruno Ambrosinihttp://brunoritchie.spaces.live.com/
Buddy Whittington & Blues Breakers
di brunoritchie | 30 dicembre 2007 ore 09:08
L'altra sera ho provato il Fender Twin Amp che ho permutato con il Marshall JCM 2000 TSL 100 + chitarra di prossima scelta: sono veramente molto soddisfatto. E' una bomba. Sui puliti, con la Gibson L6-S si sposa veramente bene. Sono riuscito a riprodurre diverse sonorità tipiche della Les Paul.Chissà quale sarà la chitarra che ho in mente per trovare il giusto abbinamento?Si accettano consigli.Nel frattempo raccolgo sul mio diario alcuni video di Buddy Whittington, ottimo chitarrista dei Blues Breakers, cioè del mitico gruppo che accompagna da sempre il grande John Mayall.Mi sembra un musicista molto completo. Suona in modo delizioso e simpatico ed è dotato di una tecnica molto raffinata.Sa suonare praticamente di tutto e canta veramente bene. Ha proprio un bel vocione "bluesy".Lo definirei un chitarrista di "Grosso" spessore, in tutti i sensi ... Quando si dice: "suonare di pancia ...".http://it.youtube.com/watch?v=woTepZsLAyg http://it.youtube.com/watch?v=8-5ubZM1KbU http://it.youtube.com/watch?v=ij8iGP4ldq0 http://it.youtube.com/watch?v=nZPlWk_s5e8 http://it.youtube.com/watch?v=TGcZma3_D7g http://it.youtube.com/watch?v=QtnnORty7XQ http://it.youtube.com/watch?v=LQByDjheyp0 http://it.youtube.com/watch?v=CJoahTKUMkI http://it.youtube.com/watch?v=y6nv3rhvHUsAuguroni di Buon Anno a tutti. Bruno
James Senese e Napoli Centrale a Taranto
di brunoritchie | 26 dicembre 2007 ore 10:35
Gran pienone domenica sera, 23 dicembre 2007, al Ramblas di Taranto per il concerto di James Senese con Napoli Centrale. Il Ramblas è uno dei pochi club della nostra città dove è possibile gustare buona musica, cercando di ingannare la monotonia delle lunghe sere della stagione invernale. Seppur dotato di una ottima acustica, il locale ha purtroppo una capienza di pubblico veramente limitata e, durante eventi di questa importanza, si trasforma in un forno crematorio e in una scatola per sardine.Purtroppo, buona parte dei presenti erano lì per fare “salotto”, per muoversi avanti e indietro nel locale senza una reale meta, spintonando a destra e a manca, oppure per dimenare il sedere al ritmo di una musica di cui non avevano nessuna cognizione di causa.Pertanto, tutti coloro che avevano qualcosa da dire al proprio vicino, erano costretti ad urlare con un tono di decibel superiore a quello che proveniva dal palco. Risultato: caciara! Ma veniamo al Concerto. James è uscito dal camerino e mi è passato a venti centimetri. Dal punto di vista fisico, nonostante i suoi 62 anni, si tiene benissimo e la pelle del suo viso è molto bella e lucida. Sembra un giovanotto. Ha suonato abbastanza bene, però non al suo massimo livello. Purtroppo, il fiato ed il soffio non sono più intensi e potenti come una volta e, sempre grandioso nel cantato, l’altra sera non è riuscito ad esprimere tutte le sue potenzialità di grande musicista. I suoi fraseggi si sono spesso rilevati discontinui, poco spontanei e convinti. In alcuni casi, mi spiace dirlo, li ho trovati addirittura inconcludenti. In poche parole, mi è sembrato molto più distratto e svagato del solito, sicuramente a causa dell’irriguardoso brusio del pubblico. Però, il suo groove è sempre da brivido.Il Napoli Centrale c’era? Nessuno dei componenti originali. Non c’era nemmeno il fedele Agostino Marangolo che, cinque o sei anni fa ho avuto l’onore e il piacere di ascoltare insieme a Senese durante un concerto della Festa dell’Unità di Grottaglie (TA). I nomi dei componenti della band non sono riuscito a capirli, a causa del forte brusio in sala che copriva letteralmente la voce di James durante le pause, il quale, tra l’altro … beh! Lo sapete come parla, no? ... Si trattava comunque di musicisti poco più che trentenni, molto volenterosi e sicuramente comunicativi che, però, mi hanno dato l’impressione di essere un po’ inesperti dal punto di vista tecnico e poco addentrati nel tema specifico del Napoli Centrale. Nonostante gli sforzi profusi, il loro sound mi è sembrato troppo moderno e poco attinente alle sonorità originali del Napoli Centrale.Per tutti questi motivi avrei preferito che sulla locandina fosse apparso il solo nome di James Senese che, da solo, basterebbe a riempire una piazza, senza ricorrere a certi infantili stratagemmi probabilmente motivati da esigenze di incasso! Il primo brano è scivolato via abbastanza bene … o meglio, con uno scivolone iniziale del pianista che non ha eseguito al primo colpo il tema iniziale, forse perché non ha sentito il ritorno del sax nelle casse, il cui volume era inizialmente troppo basso.In “Simme jute e Simme venute” ho immediatamente realizzato che il brano era stato riarrangiato in modo diverso da quello originale. Ho anche la certezza che tale discordanza fosse intenzionale e premeditata per distaccarsi completamente dal sound di uno dei brani più originali e rappresentativi dell’album “Mattanza. Tuttavia, pur rispettando la decisione di modernizzare il brano, il tempo era, a mio modesto parere, completamente sballato ed inadeguato, con stacchi di batteria piuttosto imprecisi ed asincroni. Il brevissimo assolo di piano come potrei definirlo? Da dimenticare! Già, tanto è vero che James si è appunto scordato di cantare gli ultimi versi del brano, proprio quelli che danno il senso compiuto a tutto il testo. Le parole, se non mi sbaglio, traggono origine da una delle tradizioni popolari partenopei che impone alle spose un pellegrinaggio annuale al Santuario di Montevergine: "Simme jute e simme venute, Quante grazie che avimme avute !!! ”, queste le parole originali che la genialità di Franco del Prete ha trasformato in enunciazioni decisamente più colorite per esprimere lo stato di disagio e la tragica disperazione che regna in moltissimi ambienti sociali di Napoli. E poi sono stati eseguiti diversi altri brani, alcuni più vecchi ed altri più recenti, tra i quali “E' Na' Bella jurnata” e “Malasorte”. Le pause tra una canzone e l’altra sono state animate dal solito scemo di turno che, dal fondo della sala, urlava in continuazione: “Campagna! Vogliamo Campagna!”. Molto arguta ed ironica è stata la risposta di James: “Addò aì, ‘ncampagna? Mò fa fredde ‘ncampagna! Vabbè, po’ vene a campagna!”. Alla fine James ha voluto accontentare lo scocciatore, ridicolizzando però di ridicolizzare l’insulsa reiterata richiesta con una presentazione ancor più arguta ed ironica: “Il prossimo pezzo è contenuto nell’ultimo nostro CD che è uscito da una settimana e che costa poco e niente … tanto la casa discografica non la paghiamo!”.Mi è sembrato molto interessante la canzone “Maria Maddalena”, uscita cinque anni fa e che, a detta di James, è stata subito censurata dal Vaticano, a causa del contenuto blasfemo del testo. Pare infatti che sia stata pesantemente boicottata e ne sia stata totalmente impedita la messa in onda su tutte le radio, persino quelle …libere. Strano a dirsi ma gli unici pezzi che mi hanno veramente trasmesso forti emozioni sono stati tutti quelli più pacati e, per così dire, studiati. Invece, tutti quelli più movimentati, si sono rivelati abbastanza deludenti, forse a causa dell’eccesso di adrenalina immagazzinato dai ragazzi della band che, nella buona intenzione di voler ben apparire, è invece risultata incline a strafare.A mia modesta analisi, in diverse occasioni sia il batterista che il tastierista hanno sfidato inopportunamente i propri limiti tecnici. Il primo è andato spesso fuori tempo ed ha marcato molto male quasi tutti i breaks. Durante il suo assolo si è perso per almeno quattro battute ed ha combinato un autentico pasticcio quando ha deciso di voler impressionare gli astanti con una rullata di doppio pedale, tanto imprecisa quanto inutile. Il suo tocco era sicuramente eccellente nell'uso dei piatti, decisamente agile nei flames sui tom, ma troppo pesante sul rullante che, tra l’altro, era decisamente male equalizzato ed aveva la pelle troppo tirata (sgradevole). Il secondo aveva invece buone idee, ma non possedeva la giusta sinapsi per metterle in pratica. Direi simpaticamente che, in certi momenti, le sue svisate mi hanno ricordato le passeggiate notturne della mia gatta sulla tastiera del pianoforte. Ha inoltre abusato nell’utilizzo degli effetti elettronici che, secondo le sue intenzioni, volevano emulare le sonorità degli anni settanta: però, la scheda audio di simulazione del Rhodes Fender non era stata tarata in modo corretto ed il suono del gran piano era cupo e metallico. Sono inoltre certo che, se avesse evitato certi inutili virtuosismi e si fosse attenuto maggiormente al suo copione, avrebbe sicuramente riscosso maggiori consensi.Il bassista è stato quello che ha commesso meno errori, anche perché non si è esposto molto, privilegiando fraseggi di pochissime note, quasi tutte eseguite sulla quarta e quinta corda e scrupolosamente rinchiuse nei primi cinque/sette capotasti. Ha purtroppo inoltre scelto anche lui una brutta timbrica, a tratti cavernosa e a tratti spernacchiante, decisamente inascoltabile e comunque troppo funky. Nel penultimo pezzo il talento e la genialità di James sono finalmente venuti tutti fuori, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, di essere uno dei più grandi sassofonisti di jazz italiani viventi. Queste le sue parole per annunciare l’ultimo bis, dedicato al suo artista di riferimento, John Coltrane: “… questo è il nostro ultimo pezzo, sempre che voi lo volete!”. "Ho cambiato le parole, pecchè chelle origginali mi sembravenno nu' poco strane ...", ha aggiunto James. Il testo, in effetti, era una sorta di granmelot partenopeo, un originale no-sense complessivo del testo che ben si integrava con le sonorità meramente "coltraniane". L’esecuzione nel complesso mi è sembrata però ancora una volta poco intensa e assai poco convinta.Bisogna considerare che James e i suoi compagni hanno suonato per un’ora e mezza con un gran caldo addosso e con un brusio di fondo che palesava il clima di scarso rispetto e di scarsa considerazione che animava la maggior parte del pubblico. Sfido chiunque a mantenere la giusta concentrazione in un simile contesto.E’ stata quindi una esibizioni a fasi alterne, complessivamente non molto ben riuscita. Dopo essersi lamentato invano per il mancato funzionamento dell’aria condizionata, James ha comunque voluto regalare tutto se stesso sino alla fine del concerto. Aggiungo simpaticamente e senza alcuna cattiveria che la camminata di James, a fine concerto, mi è sembrata abbastanza incerta e malferma, non so per il malessere causato dal forte caldo, ovvero dagli svariati bicchierini di “tè freddo” che si è bevuto durante l’esibizione ...Secondo me l’intero collettivo ha somatizzato il clima negativo che regnava in sala, primo di tutto lo scarso livello di attenzione e di partecipazione da parte della stragrande maggioranza dei presenti, dei quali bastava guardare la loro faccia per comprendere che non gliene poteva “fregà de meno” di avere di fronte uno dei talenti musicali più significativi dell’intero contesto della musica alternativa italiana.A parte la performance non impeccabile, James Senese rimane un genio, un grande maestro di sassofono ed un capo-scuola della musica Jazz/Rock contemporanea, a cui occorre doverosamente tributare il massimo rispetto e la massima considerazione.
Jam session durante le Feste
di brunoritchie | 22 dicembre 2007 ore 10:00
Probabilmente le ultime vicende mi hanno fatto perdere quel poco senno che avevo dentro al mio contenitore di concime per capelli.Tuttavia, mi è venuta un'idea un po' folle, ma secondo me molto carina.Mi piacerebbe organizzare qui a Taranto, durante le Feste di Natale, una Jam Session tra noi amici accordiani.Data e luogo da destinarsi, anche se avrei una certa idea su di un pub a Taranto che non è nuovo a questo tipo di esperienze.Della serie: come viene, viene, improvvisazione assoluta, rutto e stecche libere, formazione variabile sul momento e chi più ne ha, più ne metta!Chi di voi è disponibile?Per il momento, Vi giunga un affettuoso Buon Natale a tutti.
Mobbing? No! Pendolarismo.
di brunoritchie | 20 dicembre 2007 ore 17:13
Tutto sommato poteva andare anche peggio ... si fa per dire.La voce della mia coscienza dice:"Bruno, smettila di lamentarti! C'è chi sta peggio di te"!Riflettendoci e pensando a quelle sei povere vittime sul lavoro, dico che è giusto così. Pensiamo positivo.Tanti auguri di un Felice Natale e un sereno Anno nuovo a tutti. Ne abbiamo veramente tutti bisogno.Ciao da Bari ... forever.
Oggi è il 19 dicembre 2007
di brunoritchie | 19 dicembre 2007 ore 17:03
La legge del contrappasso. Dimmi cosa non ti piacerebbe fare ed io te la farò fare. Dimmi dove non ti piacerebbe andare ed io lì ti manderò!
Billy Elliot
di brunoritchie | 18 dicembre 2007 ore 18:00
La trama: Billy Elliot ha undici anni ed è orfano di mamma. E' figlio di un minatore inglese che da tempo non lavora perchè partecipa attivamente ad una lungo sciopero. Per sbarcare il lunario deve pertanto arrangiarsi. Il ragazzo prende lezioni di boxe, senza nutrire molta passione per questo sport e senza conseguire grossi risultati. Ciascuna lezione costa 50 pence che il padre faticosamente riesce a mettere insieme ogni settimana. Billy scopre casualmente di avere invece una innata passione per la danza. Tutto nasce osservando il gruppo delle bambine che condividono la stessa palestra e si esercitano alla sbarra o a corpo libero. Quasi per scherzo, ma con una certa riluttanza, dovuta al timore di essere scambiato per omosessuale (i pregiudizi in quel tempo erano molto forti), il ragazzo accetta di unirsi al gruppo delle ballerine ed inizia a prendere, in gran segreto, lezioni di danza classica. Il padre viene a scoprire tutto e reagisce molto male. Dopo una violenta discussione, impone al ragazzo di interrompere le lezioni di danza e di boxe, anche perchè non può più permettersele. La sua insegnante ha invece scoperto che Billy ha un forte talento ed ha le doti fisiche giuste per danzare. Decide pertanto di impartirgli delle lezioni individuali, completamente gratuite, con l'obiettivo di fargli tenere un provino presso la Royal Ballet School di Londra. La notte di Natale il padre sorprende Billy che sta danzando in palestra, insieme ad un amichetto. Constatando ciò che è in grado di fare, decide finalmente di appoggiarlo e, per affrontare le relative spese, è costretto a vendere i pochi gioielli appartenuti alla defunta moglie. Il provino ha esito positivo. Ciò che fa pendere l'ago della bilancia a favore di Billy è la sua risposta alla tipica domanda: "Cosa provi quando balli?". Il ragazzo, parco di parole, dopo un lungo e titubante silenzio, esprime con parole semplici i suoi sentimenti. L'espressione che più mi è piaciuta è: "Quando danzo sono elettricità ...". Alla fine del film si vede un Billy Elliot ormai adulto che esordisce come danzatore protagonista nel "Lago dei Cigni", il sogno cioè di qualsiasi ballerino di danza classica, dilettante o professionista che esso sia.La morale di questo film, secondo me, è questa: la passione per il ballo, per la musica e per tutte le altre discipline artistiche va al di là delle opinioni politiche, dello stile di vita, della classe sociale e di tutto il resto. La passione ti fa vincere qualsiasi battaglia, ti fa raggiungere l'obiettivo più ambito, ti fa oltrepassare qualsiasi barriera, sociale, morale o economico che essa sia. Bisogna solamente crederci ... crederci veramente.
Fuga dal Natale
di brunoritchie | 17 dicembre 2007 ore 18:28
Ieri sera ho visto per la seconda volta il Film "Fuga dal Natale" su Rete 4 con Tim Allen, Jamie Lee Curtis e Dan Aykroyd. Un paio di anni fa ho anche letto il libro di John Grisham. La Trama: Luther e Nora Krank sono una coppia di mezza età molto affiatata che è abituata a seguire fedelmente le tradizioni natalizie. La figlia unigenita Blair è partita come volontaria per il Sudamerica. I genitori sentono la mancanza della figlia e sono molto tristi e malinconici. Quindi, decidono di "evitare" il Natale, nella piena convinzione che, in assenza di Blair, le festività non avrebbero avuto lo stesso valore e lo stesso significato degli anni precedenti. I due decidono di rinunciare alle spese inerenti le strenne natalizie ed a tutti i festeggiamenti della notte del 24 dicembre. Non addobbano l'albero, non espongono sul tetto il Frosty, non applicano le luminarie sulla facciata della casa e così via. L'obiettivo iniziale va oltre le intenzioni e i due entrano in paranoia, dando vita ad una assurda e folle corsa al risparmio con l'unico obiettivo di concedersi una costosa e lussuosissima crociera ai Caraibi. Quindi, niente acquisti superflui, niente mance, niente strenne, niente contributi benefici, ecc. Gli amici, i colleghi di lavoro, i vicini di casa e tutta la comunità che orbita intorno a loro non accettano questa deviazione dalle regole e dalle tradizioni. Cercano in tutti i modi di convincerli a festeggiare il Natale nel modo consueto e più appropriato. Pian piano i Krank devono quindi modificare i loro piani, anche perchè, alla fine, la figlia Blair decide inaspettatamente di tornare a casa per la vigilia di Natale con il proprio fidanzato. I Krank cercano freneticamente di rimediare a questa nuova emergenza e ... via di corsa ad allestire gli addobbi natalizi e a fare gli acquisti necessari per preparare il consueto party natalizio. I loro vicini dimenticano gli attriti e le discussioni dei giorni precedenti e li aiutano. La festa si rivela più bella che mai ... grazie alle due belle sorprese finali!Come si fa a non pensare a “Spirito del Natale”, bellissimo racconto di Dino Buzzati che mette in evidenza l’essenza più autentica del Natale?Come non pensare allo Zio Scrooge di "Canto di Natale" di Charles Dickens: "... Che diritto hai tu di essere lieto? Non sei abbastanza povero?". "Via!", rimbeccò gaiamente il nipote. "E che diritto hai tu di essere scontento? Non sei abbastanza ricco?"Qust'ultima è secondo me una delle più belle favole ricamate intorno al Natale. Non ha la solita morale patetica, consolante e a senso unico. E' solo la paura che riesce a scuotere l'avaro Zio Scrooge e ad indurlo a ravvedersi. Già, proprio quel vecchio, dispotico e bisbetico zio Scrooge, al quale Disney si è probabilmente ispirato nel dare vita alla figura di zio Paperone.Quest'anno anche io sto temendo che arrivi il Natale, anzitutto perchè non ho lo spirito giusto per trascorrerlo nella giusta serenità: sto in tutti i modi tentando di mettere insieme i cocci della mia vita lavorativa e privata, ma non ci sto riuscendo. Inoltre, ho il portafoglio molto alleggefrito dale forti spese affrontate per ridipingere le pareti e per lucidare i pavimenti di casa. I lavori sono appena terminati e ho la casa a soqquadro: sembra sia passato un uragano!Tutto questo non mi fa star bene e mi fa venir voglia di fuggire altrove, almeno con la mente: credo che anche io quest'anno programmerò una virtuale fuga dal Natale ...
Quel bel vintage di cui parlavo ...
di brunoritchie | 15 dicembre 2007 ore 13:26
Qualche giorno fa parlavo di quella bella Stratocaster vintage che sono felicissimo di aver suonato in un concerto. Ecco le fotografie di quella bellissima chitarra:http://brunoritchie.spaces.live.com/Le ho inserite in un album dove ci diverse immagini dei bei tempi andati e di quasi tutte le chitarre che ho posseduto. C'è la mitica 500L di mio fratello Giampiero che aveva battezzato con il nome "Penelope", perchè stava facendo il servizio militare a San Giorgio al Cremano (NA), lontano da casa quasi mille chilometri. C'è una foto di quando ero cicciottello a 12 anni ed i miei due fratelloni, a cui era appunto dedicato l'articolo concernente "Abbey Road" dei Beatles. Poi c'è la Ferrarotti semi-acustica (quella del cantino rotto all'insaputa di mio fratello), la mitica HB modello SG, la telecaster che ho tenuto dal 1975 al 1977, la prima Strato Suburst, la L6S, la Takamine e l'ultima Strato Bianca che ho appena venduto. Manca la Stratocaster nera che ho tenuto pochissimi mesi e che non ho avuto tempo di fotografare. La prossima cosa sarà? Mah ... !?!
You fool no one
di brunoritchie | 14 dicembre 2007 ore 17:45
Siamo nel 1974 a Trieste. Mi fermo davanti alla vetrina di un negozio e vedo che c’è esposta la musicassetta di Burn dei Deep Purple. Ho giusto 3500 lire in tasca. Entro e la compro. Ho appuntamento con gli amici in centro, ma non ci vado perchè ora non me ne importa più nulla. Il mio unico pensiero è prendere il bus e tornare a casa per ascoltarmi in santa pace il nastro. Che cosa mi ricordo oggi di quel primo ascolto? Quasi nulla. Per la verità, un brano mi è rimasto più impresso rispetto agli altri: "You fool no one". Non so perché. Forse perché ho sedici anni e sono affascinato dai riffs e dai passaggi indiavolati che R. Blackmore è in grado di produrre? Sarà per quel ritmo travolgente, accompagnato dall'inconfondibile "ton-ton" di quel campanaccio magistralmente percosso dal mitico Ian Paice? Per me i D.P. sono un mito, entità divine, anime sublimi ed irraggiungibili.Siamo nel 1976. Acquisto Made in Europe, album a mio avviso mal riuscito, soprattutto come qualità di registrazione e di incisione. Qual è l'unico brano che mi rimane impresso anche questa volta? Sempre "You fool no one", ancor più indiavolato rispetto alla versione registrata in "studio" e con un Blackmore ed un Paice ancora più in forma di prima.Siamo nel 2007. Sto cercando di mettere insieme i cocci della mia vita lavorativa e di quella privata. Nonostante tutto, non ho perso il mio buon umore e mi consolo con l'ascolto di buona musica. Qual è il brano che canticchio sottovoce, accompagnandolo con un leggero battito della biro su un oggetto metallico che sta sulla mia scrivania? Sempre "You fool no one"! Cos'è che sto cercando maldestramente di imitare? Il suono di quel mitico campanaccio che Ian Paice usa ancora durante i concerti. Quel campanaccio ora è tutto sporco e annerito, ma svolge ancora molto bene il suo servizio!Scusate l'inciso, ma l'osservazione nasce spontanea: Ian Paice, mitico batterista dei D.P., uno degli inventori della musica Rock, professionista ultramiliardario, non si sente per nulla schifato a suonare (con compensi ridicoli) insieme a musicisti dopo-lavoristi (semi-professionisti o pseudo-dilettanti) che popolano le numerose cover bands D.P. nazionali!... porca miseria! Basta con ste cavolate! Quel che più conta è il fatto che sono passati trentanni, ancora non ho ancora imparato a suonarlo con la chitarra, ma "You fool no one" mi gira per la testa come un pensiero fisso! Bah!
Anche oggi sono trash
di brunoritchie | 13 dicembre 2007 ore 08:48
Alcune battute tratte da "Anche le Formiche nel loro piccolo si in...zano - anno 2002" (Gino & Michele) edito da Mondadori: 1) "Non basta avere uno Stradivari per essere un buon sassofonista (Fernando Felli)". 2) "Alla fine quello che serve sono 5 corde, 3 note, 2 dita e 1 stronzo che suona (Keith Richards)". 3) "E' vero o non è vero che fa diesis è la somma di cinques più cinques? (Alessandro Bergonzoni)". 4) Il Rock 'n Roll ti mantiene giovane e ti uccide presto (Robert Fripp)". 5) Da giovane lo stesso giorno baciai la mia prima ragazza e fumai la mia prima sigaretta. Da allora non ho più perso tempo col fumo (Arturo Toscanini)".
Turn over chitarre
di brunoritchie | 10 dicembre 2007 ore 15:13
Ho deciso di effettuare un turn-over della mia strumentazione. Il JCM 2000 TSL 100 con cassa 4x12 era poco decisamente intrasportabile: la cassa non entrava nel bagagliaio della mia autovettura e, ogni volta che lo dovevo trasportare, ero costretto a disturbare qualche amico. Era anche ingestibile a bassi volumi. Ho deciso di permutarlo con un Fender Twin Amp usato (di circa un anno). Stiamo a vedere.Ho anche lasciato in conto vendita la mia Stratocaster American Standard White Blonde.In alternativa, ho provato la Yngwie Malmsteen Stratocaster - colore Vintage White con tastiera scura - Body Alder - Neck Maple - ModernShape with Machine Screw Mounting Inserts. (Nitrocellulose Lacquer Finish) - Fingerboard Scalloped Rosewood - Radius (241mm) No. of Frets 21 Dunlop 6000 Super-Jumbo Frets - Pickups 2 Dimarzio YJM Pickups (Neck & Middle) - 1 Dimarzio HS-3 Stack (Bridge) - Controls Master Volume - Tone 1. No-Load Tone Control (Neck Pickup) - Tone 2. No-Load Tone Control (Bridge and Middle Pickups) - Pickup Switching 3-Position Blade: Position 1. Bridge Pickup - Position 2. Middle Pickup - Position 3. Neck Pickup - Bridge American Vintage Synchronized Tremolo Machine Heads Fender/Schaller Vintage - Style Tuning Machines - Hardware Chrome. Oltre ad essere per me molto difficile da suonare a causa dei tasti scavati, l'esemplare che ho provato, nuovo di "pacca", presentava due inconvenienti: 1) la action era altissima e il ponte del vibrato era molto inclinato verso il manico (forse ci voleva una molla del vibrato in più?); 2) il cantino tendeva a scivolare fuori manico ogni qualvolta non si premeva con estrema precisione la prima corda. E' vero che io suono come un maniscalco, però qualsiasi barrè usciva spernacchiante (anche usando la massima attenzione).Non mi ha convinto molto, sia come comodità di manico, sia come suono (nonostante i pick-ups Di Marzio).Anche il rapporto prezzo/qualità non mi sembra ottimale: 1700 Euro, in fondo, sono sempre quasi tremilioniemezzo delle vecchie lire!!! Per una cifra del genere ritengo si possa e si debba pretendere molto di più.Essendo poi abituato al selettore a cinque posizioni, mi è sembrato di avere a disposizione una ancor più limitata gamma di suoni rispetto alla mia vecchia Strato. N.B. Il difetto del cantino cascante l'ho constatato, nella stessa serata, anche sulla American Vintage '62 (ne ho provato una bianca e una nera con tastiera scura) e sulla USA '70s Stratocaster (sunburst sempre con tastiera scura). A questo punto mi sovviene un dubbio: non è che l'illustre fabbrica di chitarre economizzi sul materiale??? Tutto ciò, però, mi sembra assurdo, perchè non credo che si possa risparmiare granchè su un paio di millimetri in meno nella larghezza del manico!Comunque, la larghezza della tastiera è proprio sbagliata!
Oggi sono trash
di brunoritchie | 07 dicembre 2007 ore 17:56
Ho voglia di fare un discorso trash. E' una provocazione. Ho bisogno di sfogarmi. Avete presente l'urlo di Fantozzi dopo che si è pestato un dito con un martello? Ecco:1) Sono il primo degli asini di questa terra. 2) Sono ottuso, arrogante e supponente. 3) Di musica non ne capisco un tubo, esattamente come tutto il pubblico pagante. 4) Come chitarrista faccio schifo e non sono un professionista. 5) Acquisto strumenti musicali per migliaia di euro ogni anno. 6) Non li suono mai e li lascio ammuffire nella sala prove. 7) Acquisto centinaia di CD e DVD ma non li ascolto/vedo mai. 8) Mi unisco a cover bands scassate ma non per suonare. Per fare chiasso, cercando di scimmiottare i gruppi che fanno tendenza, senza capirci un tubo di quello che sto facendo. 9) Non ho nè miti nè passioni musicali: non me ne frega di niente e di nessuno. 10) Nella vita non ho nulla da fare, a parte che sperperare uno stipendio sicuro. 11) Non ho hobby. 12) La sera non ho di meglio da fare che andare a fare serate nei locali, così mi diverto a fregare il posto ai professionisti. 13) Pian piano mi arricchirò a furia di incassare 30-50 euro a serata. 14) Vado a sentire tutti i concerti che si svolgono nella mia provincia. Sentire? Ma quando mai! Prima dello spettacolo ingurgito due pillole di Tavor e ronfo fino alla fine del concerto. 15) Non so distinguere un genere musicale da un altro. 16) Per me quel musicista è uguale a quell'altro.Siete liberi di dirmi che sto dando i numeri. Lo so. In questo periodo sono molto nervoso e irascibile. Però, quando è troppo è troppo. Quando ce vo', ce vo'.
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