Rigotti Cables: "un cavo artigianale può essere eterno"
di redazione [user #116] - pubblicato il 28 ottobre 2021 ore 15:00
Musicista e prima ancora audiofilo, Gianluca Rigotti produce cavi animato da una dedizione particolare, quella della “passione per l’ascolto”. Dopo aver prodotto esclusivamente cavi HIFI per circa 15 anni, forte dell’esperienza accumulata, oggi Rigotti crea - in maniera artigianale - cavi di segnale, potenza, alimentazione e patch effetti. La filosofia di Rigotti è decisa e ambiziosa: creare dei cavi differenti, con geometrie costruttive rivoluzionate, materiali classici modificati e tante altre soluzioni inedite. Perché, come ci spiegherà: “un cavo artigianale può tranquillamente essere eterno: in grado di mantenere nel tempo tutte le sue qualità sonore e meccaniche.”
Accordo: Quali sono gli aspetti macroscopici che distinguono un cavo artigianale da uno industriale? Gianluca Rigotti: Da un punto di vista "macroscopico" potremmo dire che le differenze sono le classiche che distinguono qualsiasi prodotto artigianale rispetto ad uno industriale: qualità dei materiali e di costruzione, attenzione ai dettagli, possibilità di personalizzazione. Se poi scendiamo nel dettaglio del mondo delle cablature, un cavo artigianale può suonare molto, molto meglio ed essere molto, molto più robusto rispetto ad una controparte industriale. Non esagero se dico che un cavo artigianale può tranquillamente essere eterno, in grado mantenere nel tempo tutte le sue qualità sonore e meccaniche.
A: Ci racconti come dalla passione e produzione per i cavi HIFI ti sei spostato a quelli per strumenti musicali? GR:Ho prodotto esclusivamente cavi HIFI per circa 15 anni, alimentato dalla mia passione per il "buon ascolto". Infatti oltre che essere musicista sono anche quello che viene definito un audiofilo.
Il mercato dell'audiofilia è caratterizzato da costi di produzione e vendita estremamente alti, è fortemente influenzato dalle mode del momento e cosa da non sottovalutare è popolato da personaggi con idee e convinzioni a volte decisamente fuori dal comune. Accontentare questa tipologia di clienti è un lavoro fortemente impegnativo e stressante. Non mancano richieste a volte bizzarre tra tipologie di prodotto e materiali che si potrebbero tranquillamente definire esotici.
Il mondo degli strumenti musicali se messo a confronto è un vero paradiso. I musicisti sono persone decisamente meno strane, molto più attente a badare al "sodo" piuttosto che a capricci e idee strampalate. Spostarmi in questo mercato è stato estremamente gradevole e gratificante. Quando ho cominciato a progettare i miei cavi dedicati agli strumenti musicali ho sfruttato tutta l'esperienza accumulata nel settore HIFI. I risultati sono quelli che potete ascoltare tutti.
A: Mi pare che un elemento chiave della tua filosofia produttiva sia “Distinguerti”. Dici, infatti, che piuttosto che essere uno dei tanti che produce cavi di qualità, vuoi produrre qualcosa che si distacchi dagli standard attuali del mercato... fare qualcosa di diverso. In cosa trovi margini per distinguerti? In che direzione spingi la tua ricerca per un cavo “unico”? GR:Quando ho affrontato la fase progettuale mi sono accorto che il mercato del cavo artigianale per strumenti era già ben affollato di nomi anche piuttosto affermati. Ho quindi deciso che non volevo essere l'ennesimo produttore di "cavi buoni", il classico "ultimo arrivato". Se dovevo affrontare questo mercato lo volevo fare con prodotti che potessero essere definiti come i migliori, in grado di poter competere letteralmente con chiunque.
Ho quindi analizzato i prodotti presenti attualmente in commercio e mi sono reso conto che, a parte l'utilizzo di materiali più o meno moderni e di qualità, i cavi per strumenti sono letteralmente sempre gli stessi da quando sono stati inventati ormai quasi un secolo fa. C'è chi usa un rame più o meno buono, chi utilizza connettori di varie marche, ma nessuno che veramente abbia messo in discussione l'intero processo in tutti i suoi aspetti, dalla progettazione alla realizzazione. La prima cosa è stata smontare questo processo in ogni sua parte ed analizzare ogni fase e ogni dettaglio per vedere se poteva essere migliorato, cambiato, addirittura sostituito e del tutto eliminato. Ho così scoperto che si potevano fare tantissime cose in modo anche molto diverso: ho cambiato tutte le geometrie costruttive tradizionali, modificato i materiali classici, inserito soluzioni che nessuno aveva immaginato, ho persino messo in dubbio il processo di saldatura (lo sapevate che i cavi non si "saldano" ma si "brasano"?). Tanti piccoli dettagli in ogni punto del progetto che messi insieme portano ad un risultato profondamente diverso da quello a cui siamo abituati.
A: Aiuta un musicista alle prime armi o non particolarmente sensibile al tema, a capire perché un cavo non deve essere un semplice accessorio ma un elemento attivo della catena... GR:La parola stessa, "catena" è una definizione che spiega in modo molto semplice questo aspetto. Ogni anello di una catena è importante e deve essere qualitativamente al pari di tutti gli altri, altrimenti sarà il primo a rompersi appena la catena sarà messa sotto sforzo.
Se un cavo non è di buona qualità può degradare il prezioso segnale del nostro amato strumento (chitarra, basso, tastiera o qualsiasi altro) rovinandolo in modo irreparabile. E credetemi se vi dico che i danni provocati da cablature non all'altezza sono di entità macroscopica, in grado di fare la differenza... in peggio! Ho visto con i miei occhi persone decidere di cambiare un amplificatore con un modello superiore solo perché questo non suonava "bene come vorrei"... quando la colpa di questa mancanza di qualità era da attribuire esclusivamente ai cavi.
A: Cosa intendi quando dici che un cavo di segnale deve interagire il meno possibile? GR:Il cavo è quella parte del nostro setup che si occupa di trasportare il segnale musicale. E come dice la parola stessa deve limitarsi a quello: "trasportare". Non deve interagire e modificare nulla, o per lo meno deve farlo il meno possibile.
Più un cavo è di buona qualità e più il segnale in uscita è fedele relativamente a quello che entra in ingresso. Cosa non così ovvia come può sembrare in un primo momento. I cavi costruiti con poca attenzione alla tipologia dei materiali e delle geometrie utilizzate possono inquinare il suono in modo più che rilevante.
A: Pensiamo a un musicista che a fatica - tra sudore e risparmi - sta allestendo il suo set up professionale: tra cavo potenza, cavo di segnale e patch effetti per la pedaliera quali sono i primi su cui investire? GR:La strada da seguire è quella che cerca di far arrivare il miglior segnale possibile alla "fine" della catena. Quindi la cosa migliore da fare è di concentrarsi partendo dall'inizio e andando man mano verso la destinazione. Il primo cavo di cui occuparsi è certamente quello di segnale, il principale responsabile del trasferimento del suono del nostro strumento. Poi ci si deve occupare dei cavi della pedaliera e a seguire del cavo di potenza tra testata e cassa.
A: Tu produci anche cavi di alimentazione, che dici essere i cavi più ignorati. Eppure, tu spieghi che un buon cavo di questo tipo può far lavorare l'amplificatore con maggiore scioltezza... GR:Il cavo di alimentazione è sicuramente quello a cui si guarda di meno, anni e anni di cattiva attenzione lo hanno relegato in una sorta di limbo. Quasi tutti sono fermamente convinti, sbagliando, che dal momento che non trasporta la musica non può influire in nessun modo sul risultato finale. Basta che ci sia e che l'ampli si accenda. Eccomi quindi a ripetere: è un enorme errore.
Usare un cavo di alimentazione sottodimensionato ha per l'amplificatore lo stesso effetto che avremmo mandando una Ferrari a metano. Un cavo ben progettato invece può permettere all'amplificatore di liberare tutta la sua potenza senza restrizioni o vincoli, aumentando moltissimo la dinamica e "la spinta". È un concetto difficile da spiegare, provare per credere.
A: Dopo tanto rigore tecnica e attenzione ai dettagli vedo che nella tua produzione c'è spazio anche per l'estro artistico: i cavi della serie Mosaico si dicono pronti ad assecondare le più bizzarre e fantasiose richieste di colore. Ci descrivi questa linea? GR:Man mano che conoscevo e e parlavo con i musicisti mi sono accorto che la voglia di personalizzazione non si limita alla verniciatura della chitarra. Tutti sono alla ricerca di qualcosa che superi i limiti della produzione in serie, qualcosa che possa essere ancor più legato all'anima del musicista. Basta guardare all'esplosione di altre tipologie di prodotti artigianali come gli amplificatori cosiddetti "boutique", le tracolle, i plettri, i pedali.
Perché allora non creare una linea di cavi dalle colorazioni personalizzabili?
Ovviamente si tratta di miei cavi in tutto e per tutto: stessi materiali, stessa costruzione, stessa qualità sonora e robustezza. Solo che la colorazione del conduttore viene eseguita a mano utilizzando degli smalti sopra una guaina che di base è bianca. In questo modo il musicista può avere il cavo con qualsiasi colorazione desiderata: dai colori della squadra del cuore fino all'arcobaleno del pride, da un cavo che sfuma dal rosso al verde fino ad un melange assolutamente casuale. L'unico limite è la fantasia.