Forse Paul Languedoc non sarà noto ai più, ma - per tutta una folta schiera di intenditori dell’universo delle sei corde e di appassionati della scena jam rock statunitense - il suo nome è quasi sinonimo di leggenda. Ingegnere del suono autodidatta e liutaio, Languedoc e le sue creazioni strumentali sono strettamente collegati ai Phish che, inutile sottolinearlo, restano tra i più prestigiosi rappresentanti di un filone musicale al cui interno figurano Gov’t Mule, Widespread Panic, Tedeschi Trucks Band e tante altre formazioni, piccole e grandi, famose in tutto il globo per i propri show caratterizzati da: improvvisazioni strumentali, contaminazione e ricerca (rock, blues, funk, soul, jazz, etc.), scalette imprevedibili, concerti lunghi, articolati, il più delle volte indimenticabili.
Mi trasferii a Burlington nel 1982, a un anno dalla fine dell’università. Che ci crediate o meno, ero uno studente di filosofia! All’epoca, già lavoravo il legno, più che altro come hobby, ma - prima di costruire chitarre - ristrutturavo pianoforti. Un’attività, questa, di cui mi sono occupato per quattro o cinque anni mentre frequentavo la scuola. Era una specie di lavoretto estivo. Poi, per una ragione o per l’altra, dal mio diciottesimo compleanno mi sono sempre ritrovato in qualche modo invischiato con i musicisti!
(Paul Languedoc)
È il 1986 quando Paul Languedoc si unisce alla band composta da Trey Anastasio (voce, chitarra), Mike Gordon (voce, basso), Page McConnell (voce, tastiere) e Jon Fishman (voce, batteria), divenendone fonico, assistente, tuttofare.
La prima volta che li ho mixati… era la prima volta che li sentivo.
(Paul Languedoc)
L’incontro con il chitarrista della band era avvenuto tempo prima nel negozio di strumenti Time Guitars, a Burlington, Vermont, dove Languedoc lavorava. Fu lì, dunque, a consolidarsi la loro amicizia (divennero anche coinquilini per qualche tempo) e a originarsi uno dei sodalizi tecnico-artistici più creativi della storia del rock. Da allora, Paul Languedoc ha realizzato svariati, mirabili, esemplari di chitarra per Trey e, nella prima parte di carriera del gruppo, fino al provvisorio stop del periodo 2004-2009, persino una manciata di bassi per Mike Gordon. In questa sede, ci soffermeremo ad analizzare le sei corde del leader e principale autore dei Phish, che - ancora oggi - vanta sul palco il proprio arsenale di Languedoc guitars: una diversa dall’altra… una più bella dell’altra. Ecco, qui di seguito, i modelli più significativi.
Avevo preparato un po’ di disegni e cominciammo a guardarli. Avevamo entrambi delle idee, sia Trey sia io, ma non ricordo con esattezza chi abbia contribuito a cosa. Penso, però, che partì da lui lo spunto per dar vita a una hollow body. Era interessato a qualcosa di diverso.
(Paul Languedoc)
Old reliable (1987-1996)
È l’epoca della “Old reliable”, soprannominata “Mar Mar” e “Blonde No. 1”. Il primo prototipo di Languedoc hollow-body, che Anastasio ha suonato in studio e dal vivo per la prima decade della quarantennale storia dei Phish. Tale chitarra mette in luce un aspetto determinante dell’arte del suo ideatore, ovvero la passione per gli strumenti ad arco e, nello specifico, per i legni dei violoncelli.
Spruce (1991)
In abete rosso (top) e acero (fondo). Costruita nell’agosto del 1991 e successivamente rimaneggiata da Languedoc - effetto sunburst compreso - la Spruce è sovente associata al tour svolto da Anastasio con la sua band solista, TAB, nel 2014.
Koa 1 (1996)
Terza opera di Languedoc, utilizzatissima da Trey nel corso degli anni.
Koa 2 (2003-2004)
È l’epoca della pausa dai Phish. Nonostante la somiglianza con il modello precedente, la Koa 2 differisce per timbro e componentistica.
Ocelot (2010-2013)
Chiamata anche Koa 3, la Ocelot incorpora un evidente elemento di novità: è priva, infatti, del binding bianco in plastica presente sia sulla Koa 1 che sulla Koa 2.
Blonde No. 2 (2016)
Ricorda da vicino la prima chitarra Languedoc usata da Trey, la celebre Blonde No. 1.
The 4.0 Guitar (2021)
Top, fondo e fasce in koa; binding in legno di agrifoglio; tastiera e tailpiece in ebano: il modello 4.0 (aka Koa 4) - stando al parere autorevole di Anastasio - consta di “armoniche brillanti, una calda nota fondamentale e un sustain strepitoso”.
Questo elenco vi ha incuriositi? Vi piacerebbe stringere fra le mani una chitarra Languedoc? La buona notizia è che Paul Languedoc, dal 2009, ha interrotto la sua attività di “soundman” dei Phish per dedicarsi soltanto alla liuteria. La cattiva è che, sia per il prezzo sia per la reperibilità, queste chitarre sono merce rara - anzi - rarissima.
Trey Anastasio, che ne è fortunato possessore e l’endorser più conosciuto, lo sa bene:
Quando suono le chitarre di Paul, riesco a sentire quanto ciascuna di esse sia stata modellata, carteggiata, sviluppata, creata con amore a partire dalle sue mani nude, dalla sua anima, dal suo spirito. Si tratta di autentiche opere d’arte artigianali. È stato un onore, per me, avere il privilegio di usarle per una vita intera.
(Trey Anastasio) |