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ChordBender: ponte mobile intonato
ChordBender: ponte mobile intonato
di [user #17844] - pubblicato il

Gli amanti dei ponti mobili possono dire addio ai vibrato stonati e ai glissati incerti. Il ponte ChordBender permette di condire i fraseggi con dei glissati perfettamente intonati agendo sulla leva del vibrato, senza margine d'errore.
Gli amanti dei ponti mobili possono dire addio ai vibrato stonati e ai glissati incerti. Il ponte ChordBender permette di condire i fraseggi con dei glissati perfettamente intonati agendo sulla leva del vibrato, senza margine d'errore.

Il ponte vibrato è uno dei dispostivi meccanici più datati e le sue principali evoluzioni hanno interessato perlopiù la stabilità dell'accordatura e la trasmissione delle vibrazioni, ma pochi professionisti si sono dedicati a un aspetto fondamentale dello strumento musicale: l'intonazione. Dal vecchio Tremolo Fender ai più moderni Floyd Rose, una caratteristica comune ai ponti mobili è la loro incapacità di tenere sotto controllo, in maniera precisa e del tutto personalizzabile, l'escursione delle note durante l'azione della leva.
Diversi chitarristi hanno imparato a domare il vibrato fino a farne parte integrante del proprio stile. C'è chi, come Steve Vai, stupisce le platee descrivendo melodie con la leva. Ci solo altri, come Carl Verheyen, che hanno messo a punto un sistema per volgere a proprio vantaggio i limiti dei ponti mobili, impostandoli in modo tale da ottenere precisi intervalli su determinate corde.
ChordBender intende tracciare una linea netta con il passato e realizza un ponte capace di gestire precisi intervalli con l'escursione della leva.

ChordBender: ponte mobile intonato

Il concetto alla base del ponte ChordBender è semplice: compensare la diversa sezione delle corde creando rapporto tra rotazione della leva e rotazione della selletta differente per ognuna di esse.
Chiunque abbia mai provato a tirare un bending sulle varie corde o a ricercare degli intervalli precisi con la leva si è sicuramente reso conto che ogni corda richiede una forza diversa. Questo succede a causa del diverso calibro delle corde e della loro intonazione. Una volta calcolato il rapporto tra il calibro e l'intonazione, è possibile applicarlo alla rotazione del ponte per prevedere quanto questo dovrà inclinarsi per ottenere un dato intervallo.
Il video che segue è piuttosto eloquente riguardo la soluzione escogitata da ChordBender: il dimostratore ha applicato dei segnaposto alle sellette e, quando la leva viene "premuta", è possibile notare che ognuno dei segnaposto si muove in maniera diversa, per lo spazio necessario a coprire un semitono di intervallo.


All'atto pratico, la funzione del ChordBender si traduce in quella che può essere coperta tradizionalmente con un bottleneck o una chitarra slide: passaggio tra due note o due accordi preciso e intonato. Anche un leggero vibrato può giovarne, in quanto le note di un accordo si muovono tutte su e giù allo stesso modo, e non ad ampiezze diverse come accade coi comuni ponti mobili.

Grazie al sistema Half-Step Stop, il ponte può bloccare l'escursione a un dato intervallo: può essere impostato su un semitono o su due semitoni e fa sì che l'intonazione cresca o si abbassi alla pari su tutte le corde, a seconda che si tiri o spinga la leva. L'Half-Step Stop può essere anche disattivato, così da non avere limiti per l'escursione e destreggiarsi con intervalli anche più ampi.

Il ponte ChordBender può essere tarato manualmente per adattarsi al meglio al tipo di corde in uso o all'accordatura preferita.
Regolando di fino le singole sellette, è possibile anche arrivare a modificare il rapporto delle singole corde facendo in modo che, piegando la leva, queste eseguano intervalli differenti. In questo modo è possibile eseguire passaggi armonici più fantasiosi, andando per esempio da un accordo maggiore a uno minore a distanza di un tono tra loro, se si tara a dovere la selletta della corda sulla quale si suona il terzo grado dell'accordo rispetto a quelle degli altri gradi, che dovranno compiere un tono di intervallo.

Se l'accordatura può essere un problema sui ponti mobili tradizionali, a causa della trazione delle corde e delle molle che continua a stonare una corda mentre se ne accorda un'altra, con il ChordBender è possibile bloccare il ponte durante l'accordatura, per poi rilasciarlo a operazione terminata e velocizzare così il tutto.

Il sistema di sellette rotanti, inoltre, annulla il problema della frizione delle corde, in quanto queste non devono più scivolare sopra parti in metallo, ma solo muoversi con esse, restando posate nelle loro sedi.

Il video che segue mostra il funzionamento del ponte ChordBender e il confronto con un vibrato classico. Se l'accordatura può apparire non accurata al massimo, bisogna ammettere che gli intervalli sull'uso della leva ci sono tutti.


In definitiva, il ChordBender non va considerato come un "trucchetto" per intonare facilmente gli intervalli, ma come un vero e proprio strumento alternativo capace di cose che una chitarra normale non permetterebbe. Come tale, potrebbe diventare una porta d'accesso a sonorità e fraseggi inesplorati, anche se il suo aspetto atipico non mancherà di lasciare perplessi i chitarristi più legati alla tradizione.

ChordBender: ponte mobile intonato
chordbender hardware
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ChordBender
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Sembra una cosa fantastica ._. ...
di alessio326 [user #28175]
commento del 30/07/2013 ore 16:33:19
Sembra una cosa fantastica ._.
Dovrei provarlo però
Rispondi
Interessante,ma a vedersi è brutto ...
di Zado utente non più registrato
commento del 30/07/2013 ore 17:11:48
Interessante,ma a vedersi è brutto come i calci nelle palle eh
Rispondi
Re: Interessante,ma a vedersi è brutto ...
di alesiano [user #31010]
commento del 01/08/2013 ore 09:48:17
Quoto!!!..
Rispondi
Bell'aggeggio... ma se si rompe ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 30/07/2013 ore 17:56:35
Bell'aggeggio... ma se si rompe chi lo sa aggiustare?
Rispondi
Il problema sara' proprio imparare ...
di irmo [user #17391]
commento del 30/07/2013 ore 18:37:06
Il problema sara' proprio imparare a tararlo, ( aggiustarlo poi sara' ancora piu' complicato ) ....
negli anni 80 tutti col floyd rose o similari, piu' per moda che per effettiva necessita' salvo poi tornare dopo pochi anni al classico fender se non al fisso tune o matic . Anche il bigby in tempi andati ha avuto piu' detrattori che sostenitori. Pensieri del tutto personali.
Rispondi
mah...
di pumba [user #158]
commento del 30/07/2013 ore 19:44:31
Brutto da vedere e francamente io non saprei che farmene di una ferramenta simile
Rispondi
Sembra
di jotler [user #32545]
commento del 30/07/2013 ore 20:53:53
un registratore di cassa di quelli di una volta. Benedetto il mio maestro che mi ha obbligato al ponte fisso ed al vibrato "manuale"
Rispondi
ma a sti geniacci non ...
di lapo87 [user #30476]
commento del 30/07/2013 ore 21:46:26
ma a sti geniacci non è venuto in mente che tutta la musica scritta con in mente un uso più o meno violento del ponte tremolo sia tipo floyd o tipo vintage, magari l'ha fatto pensando alle varie stonature ed imprecisioni del suono???
Rispondi
Re: ma a sti geniacci non ...
di Maximilian [user #30526]
commento del 30/07/2013 ore 23:47:56
Sicuramente in molti casi è volontario, ma non sempre. Questa è una opportunità per coloro che vogliono provare a fare col vibrato cose che senza questo aggeggio qui sarebbe impossibile fare. Ed io sono uno di quelli; purtroppo non mi posso permettere una chitarra da dedicare a tale scopo.
Se uno vuole continuare a comporre e a suonare come ha sempre fatto basta che non compri questo vibrato.
Rispondi
Ma è...mostruoso!!!!! Fa un pò ...
di fbf [user #36393]
commento del 30/07/2013 ore 21:48:40
Ma è...mostruoso!!!!! Fa un pò senso!!!
Rispondi
mah
di francesco72 [user #31226]
commento del 31/07/2013 ore 08:53:26
sinceramente ne ho capito il funzionamento ma non l'utilità: il passaggio di tono o semitono per le singole note (o per i bicordi) è comunque eseguibile con le leve tradizionali: il già citato steve vai ne è maestro, ma con un minimo di orecchio ed esperienza qualunque rockettaro può azzeccare l'intonazione giusta, poi Vai suona anche solo la leva, io mi limito a tirarla per dare colore a qualche battuta o ad un assolo, ma non credo che la ferramenta recensita mi sarebbe granchè utile.
Sugli accordi, poi, non mi fa impazzire, tralasciando il fatto che se voglio passare da A+ ad A#+ faccio prima a spostarmi di un tasto che non imbracciare la leva.
Considerazioni personali a parte, comunque, mi incuriosisce sapere quanto possa costare un aggeggio simile e, soprattutto, se montarlo richiede scassi particolari aggiuntivi o sta nell'alloggio di un tremolo tipo flloyd rose.
ciao
Rispondi
Re: mah
di Claes [user #29011]
commento del 31/07/2013 ore 14:46:02
Condivido - c'è anche Jeff Beck da vedere su YouTube live oltre a Vai. Che possa sostituire un Floyd Rose? I bending su accordi potrebbero (in teoria) interessare chi volesse imitare una steel guitar coi pedali.
Rispondi
mi ricorda un po'
di maxventu [user #4785]
commento del 31/07/2013 ore 10:24:3
il trans-trem della steinberger, l'idea non è una novità.
a giudicare dalle foto, l'aggeggio richiede uno scasso aggiuntivo per essere installato , o sbaglio ?
ciao
Max
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in realtà
di francesco72 [user #31226]
commento del 31/07/2013 ore 13:23:57
il trans-trem, se non ricordo male, permetteva di passare da un tipo di accordatura ad una differente, ma potrei sbagliare, sono ricordi di quando da sbarbi si favoleggiava su queste mitiche chitarre del futuro in carbonio e grafite.
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Mai !!
di sundayplayer [user #13160]
commento del 31/07/2013 ore 13:50:1
..piuttosto che stuprare una chitarra con questo mostro imparo a usare lo slide...
Rispondi
Sembra che abbia la stessa ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 31/07/2013 ore 21:52:16
Sembra che abbia la stessa funzione di quelle manopoline che mettono nelle tastiere e che fanno un bending anche di un accordo ruotandole in un senso per poi tornare in posizione originale...

Come cosa la vedo abbastanza superflua per un tradizionalista come me....Alla fine se devo fare un accordo che va un tono sotto e uno sopra lo faccio slydando la mano....

Avrei comunque voluto vedere nel video come se la cavava facendo dive bomb esagerati magari su qualche armonico artificiale e suono distorto a palla....


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lingua
di adsl36 utente non più registrato
commento del 02/08/2013 ore 12:24:28
a parte il fatto che non siamo tutti anglofoni per cui 'sta mania di vedere video in inglese (o americano) spesso risulta incomprensibile, c'è da dire anche che il primo video non serve praticamente a niente perchè non viene mostrato nulla di interessante o comprensibile. il secondo, almeno, lascia ascoltare l'effetto del vibrato, anche se le parole sono un'incognita. rimane da dire che sì, esteticamente non è forse facilmente accettabile, ma bisognerebbe provarlo sul campo per vedere se mantiene le promesse, chissà...
per le mie preferenze, genere e stile preferisco comunque il floyd.
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Re: lingua
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 02/08/2013 ore 12:49:46
Ciao, il primo video mostra come le sellette del loro ponte si inclinino ognuna in maniera diversa quando si agisce sulla leva. Questo accade perché ogni corda ha bisogno di una diversa variazione di tensione per crescere o diminuire di un semitono, e il ponte è ideato per generare quella precisa variazione su ogni corda. Ciò non è previsto dai ponti tradizionali, che si inclinano in un unico blocco senza badare alla tensione delle singole corde.
Rispondi
ciao
di adsl36 utente non più registrato
commento del 02/08/2013 ore 20:46:33
sì, capisco, e comunque sarei curioso di provarlo perchè per giudicare c'è bisogno della prova sul campo. il concetto sul quale si basa è effettivamente esatto, nulla da ridire. riguardo alla lingua il mio è stato più un piccolo sfogo che altro, nel senso che ormai la lingua inglese ha sostituito molti vocaboli nostri e si infiltra sempre di più nel nostro linguaggio. parecchi amici, ad esempio, invece di dire il classico "va bene" rispondono con l'ormai svalutato "ok", così come molti negozi italiani, ormai, mettono le insegne in inglese. ma anche in politica la terminologia utilizzata è anglòfona e tutta questa esterofilia (o esteromania) la possiamo toccare con mano ogni giorno...mi dicano ad esempio che bisogno c'è di usare un nome come "welfare",mah! scusa tanto se sono uscito fuori argomento e ti ringrazio per la risposta. ti saluto cordialmente, ciao.
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