di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 30 luglio 2013 ore 15:30
Gli amanti dei ponti mobili possono dire addio ai vibrato stonati e ai glissati incerti. Il ponte ChordBender permette di condire i fraseggi con dei glissati perfettamente intonati agendo sulla leva del vibrato, senza margine d'errore.
Gli amanti dei ponti mobili possono dire addio ai vibrato stonati e ai glissati incerti. Il ponte ChordBender permette di condire i fraseggi con dei glissati perfettamente intonati agendo sulla leva del vibrato, senza margine d'errore.
Il ponte vibrato è uno dei dispostivi meccanici più datati e le sue principali evoluzioni hanno interessato perlopiù la stabilità dell'accordatura e la trasmissione delle vibrazioni, ma pochi professionisti si sono dedicati a un aspetto fondamentale dello strumento musicale: l'intonazione. Dal vecchio Tremolo Fender ai più moderni Floyd Rose, una caratteristica comune ai ponti mobili è la loro incapacità di tenere sotto controllo, in maniera precisa e del tutto personalizzabile, l'escursione delle note durante l'azione della leva. Diversi chitarristi hanno imparato a domare il vibrato fino a farne parte integrante del proprio stile. C'è chi, come Steve Vai, stupisce le platee descrivendo melodie con la leva. Ci solo altri, come Carl Verheyen, che hanno messo a punto un sistema per volgere a proprio vantaggio i limiti dei ponti mobili, impostandoli in modo tale da ottenere precisi intervalli su determinate corde. ChordBender intende tracciare una linea netta con il passato e realizza un ponte capace di gestire precisi intervalli con l'escursione della leva.
Il concetto alla base del ponte ChordBender è semplice: compensare la diversa sezione delle corde creando rapporto tra rotazione della leva e rotazione della selletta differente per ognuna di esse. Chiunque abbia mai provato a tirare un bending sulle varie corde o a ricercare degli intervalli precisi con la leva si è sicuramente reso conto che ogni corda richiede una forza diversa. Questo succede a causa del diverso calibro delle corde e della loro intonazione. Una volta calcolato il rapporto tra il calibro e l'intonazione, è possibile applicarlo alla rotazione del ponte per prevedere quanto questo dovrà inclinarsi per ottenere un dato intervallo. Il video che segue è piuttosto eloquente riguardo la soluzione escogitata da ChordBender: il dimostratore ha applicato dei segnaposto alle sellette e, quando la leva viene "premuta", è possibile notare che ognuno dei segnaposto si muove in maniera diversa, per lo spazio necessario a coprire un semitono di intervallo.
All'atto pratico, la funzione del ChordBender si traduce in quella che può essere coperta tradizionalmente con un bottleneck o una chitarra slide: passaggio tra due note o due accordi preciso e intonato. Anche un leggero vibrato può giovarne, in quanto le note di un accordo si muovono tutte su e giù allo stesso modo, e non ad ampiezze diverse come accade coi comuni ponti mobili.
Grazie al sistema Half-Step Stop, il ponte può bloccare l'escursione a un dato intervallo: può essere impostato su un semitono o su due semitoni e fa sì che l'intonazione cresca o si abbassi alla pari su tutte le corde, a seconda che si tiri o spinga la leva. L'Half-Step Stop può essere anche disattivato, così da non avere limiti per l'escursione e destreggiarsi con intervalli anche più ampi.
Il ponte ChordBender può essere tarato manualmente per adattarsi al meglio al tipo di corde in uso o all'accordatura preferita. Regolando di fino le singole sellette, è possibile anche arrivare a modificare il rapporto delle singole corde facendo in modo che, piegando la leva, queste eseguano intervalli differenti. In questo modo è possibile eseguire passaggi armonici più fantasiosi, andando per esempio da un accordo maggiore a uno minore a distanza di un tono tra loro, se si tara a dovere la selletta della corda sulla quale si suona il terzo grado dell'accordo rispetto a quelle degli altri gradi, che dovranno compiere un tono di intervallo.
Se l'accordatura può essere un problema sui ponti mobili tradizionali, a causa della trazione delle corde e delle molle che continua a stonare una corda mentre se ne accorda un'altra, con il ChordBender è possibile bloccare il ponte durante l'accordatura, per poi rilasciarlo a operazione terminata e velocizzare così il tutto.
Il sistema di sellette rotanti, inoltre, annulla il problema della frizione delle corde, in quanto queste non devono più scivolare sopra parti in metallo, ma solo muoversi con esse, restando posate nelle loro sedi.
Il video che segue mostra il funzionamento del ponte ChordBender e il confronto con un vibrato classico. Se l'accordatura può apparire non accurata al massimo, bisogna ammettere che gli intervalli sull'uso della leva ci sono tutti.
In definitiva, il ChordBender non va considerato come un "trucchetto" per intonare facilmente gli intervalli, ma come un vero e proprio strumento alternativo capace di cose che una chitarra normale non permetterebbe. Come tale, potrebbe diventare una porta d'accesso a sonorità e fraseggi inesplorati, anche se il suo aspetto atipico non mancherà di lasciare perplessi i chitarristi più legati alla tradizione.