di redazione [user #116] - pubblicato il 18 gennaio 2014 ore 08:00
Quando si parla di prendere uno strumento nuovo le opinioni sono sempre diverse. C'è chi ne vuole uno perfetto alla fonte, e c'è chi entra in negozio con già in mente delle modifiche da effettuare sul suo prossimo acquisto. E gli Accordiani da che parte stanno?
Quando si parla di prendere uno strumento nuovo le opinioni sono sempre diverse. C'è chi ne vuole uno perfetto alla fonte, e c'è chi entra in negozio con già in mente delle modifiche da effettuare sul suo prossimo acquisto. E gli Accordiani da che parte stanno?
Quella dei chitarristi (o dei bassisti) elettrici è una categoria curiosa. Sarà per la praticità nello smontare strumenti solid body, la presenza consistente di alternative sul mercato e componenti after market, o semplicemente per l'innata curiosità del musicista, ma quando si parla di nuovi acquisti non si da mai per scontato che ci si riferisca a uno strumento definitivo, fatto e finito. Alcuni amano trascorrere ore nei negozi e giornate sul web in cerca dello strumento ideale, da acquistare e godersi così come i produttori l'hanno pensato, e sono pronti a spendere cifre anche importanti per una chitarra che li soddisfi sotto ogni aspetto. Altri, invece, proprio non riescono a stare lontani da cacciaviti, vernici e saldatore. Per loro una chitarra è spesso il punto di partenza ed entrano nei negozi già con l'idea di customizzare il prossimo acquisto, con lo scopo di risolverne difetti o cambiarne l'essenza per gusti personali. Nei casi più estremi, ci si assembla addirittura nuovi strumenti a proprio gusto partendo da zero.
In redazione ci siamo chiesti quale possa essere la via più giusta per un musicista: acquistare lo strumento perfetto da lasciare intatto o uno magari meno soddisfacente da personalizzare da cima a fondo? Noi non siamo arrivati a una conclusione unica, e vogliamo condividere con gli Accordiani le nostre personali riflessioni a riguardo. Adesso ci interessa sapere anche cosa ne pensa la community di Accordo. Voi da che parte state?
Paolo Anessi Personalmente sono riuscito a rovinare almeno tre o quattro chitarre prima di capire che il liutaio e il chitarrista sono due mestieri diversi, poi molto dipende dal livello di customizzazione. Uno strumento di fascia alta comprato dopo un'approfondita ricerca può calzare addosso come un vestito di sartoria e avere quindi tutti i comfort desiderati. Ponte Floyd, humbucker, split e tastiere scalloped sono solo alcuni optional che ormai il mercato è in grado di offrire. Conseguentemente, spendere meno e personalizzare uno strumento ritengo sia principalmente una questione caratteriale più che di vera esigenza. In pratica smanettoni incalliti adepti del modding e customizzatori un po' si nasce più che diventarci per esigenze concrete. In fondo la chitarra è uno strumento per fare musica e dipende sempre dalle proprie esigenze e sopratutto dalla visione che abbiamo della musica che vogliamo suonare.
Alberto Biraghi La chitarra non si tocca, lo dice uno che nel lontano 1986 ha tolto dalla sua Stratocaster del 1956 le meccaniche originali per montare delle (magnifiche) Di Marzio Lo Mass, le più efficienti meccaniche dell’epoca, che per fortuna non richiedevano fori e allargamenti. Nonostante le prestazioni migliori rispetto alle vecchie Kluson, pochi mesi dopo ripristinai la malefatta e accantonai le Lo Mass. Però il virus di provare e sperimentare è difficile da sopprimere, contagia ogni chitarrista vero. Da schematico quale sono, ho messo a punto un protocollo di comportamento tutto mio (per favore leggere bene il PS prima di aprire il fuoco). Sono vietate le operazioni che comportino qualunque intervento strutturale (incluse la sostituzione dei pickup) su chitarre con più di 25 anni (ovviamente fanno eccezione le riparazioni, se un pickup è interrotto va sistemato). Sono vietati gli interventi che comportino scassi, trapanamenti eccetera su qualunque chitarra di marca. Sono invece consentite le modifiche che ne cambiano le prestazioni senza modifiche strutturali, incluso il cambio di pickup, pot e switch con altri di dimensioni simili, purché le saldature siano fatte con decenza. Non condivido l’acquisto di una chitarra economica su cui spendere denaro nel tentativo di aggiungerle pregio, l’unica ragione per comprare una chitarra economica è un budget limitato. E comunque il virus del provare e sperimentare viene accontentato con le chitarre assemblate. Con corpi e manici aftermarket si può fare di tutto e di più a costi contenuti, provare combinazioni estreme, mescolare pickup Charlie Christian e Di Marzio Steve Vai, installare ponti superflottanti e meccaniche autoaccordanti, montare preamplificatori onboard e battipenna verdepunk. E capita che a volte i risultati in termini di estetica, suonabilità e sonorità siano straordinari. Il tutto imparando a mettere mano al proprio strumento, regolandolo e adattandolo ai propri gusti, senza il rischio di deprezzare una chitarra di marca. PS: il mio protocollo non si applica ovviamente al tema del modding sulle chitarre da shred, le fantastiche Ibanez colorate in primis. Sono strumenti che mi piacciono moltissimo, ma che per ragioni puramente anagrafiche non fanno parte della mia cultura musicale.
Denis Buratto Da spudorato amante delle Ibanez, l'idea di acquistare una chitarra è indissolubilmente legata a quella di modificarla. Con questo pensiero fisso in testa, la scelta di una chitarra di fascia media migliorabile sostituendo poi le parti a piacere con calma e pazienza è quella che più mi stuzzica. Ovviamente non si può pretendere di trasformare una 500 in una Ferrari, perciò bisogna valutare bene cosa si vuole acquistare. Sono due scelte quindi complementari, entrambe valide. Lo strumento da modificare ha la fortuna di essere più economico e può essere il classico sfizio da togliersi. Lo strumento costoso, salvo stipendi da zio Paperone, magari è più un una tantum.
Pietro Paolo Falco Il mio storico strumenti parla chiaro: personalizzare mi piace, sotto ogni aspetto. Non è per questioni di necessità, d'altra parte il mercato è abbastanza variegato da soddisfare le richieste di chiunque, se si sa dove cercare. Lo faccio più per mera curiosità e voglia di rendere ogni chitarra unica. È noto che un tempo la figura del liutaio e quella del musicista spesso coincidessero, e credo sia insito in ognuno di noi il desidero di sapere com'è fatto l'oggetto che spupazziamo tutti i giorni. Anzi, sono certo che faccia parte del naturale processo che permette a un musicista di prendere confidenza con lo strumento. Tuttavia, non l'ho fatto con tutte le mie chitarre. Ho scelto con attenzione gli esemplari più facili da modificare, che mi ispirassero di più e… che fossero economici. Non ho mai modificato una chitarra di pregio, ne intaccherei solamente il valore, mentre ho scartavetrato, dipinto, tagliuzzato e saldato diverse chitarre economiche, a patto che la struttura di base fosse di qualità. Quando una chitarra è scorrevole e ti vibra in pancia come vorresti, tutto il resto diventa un enorme parco giochi per scoprire "cosa succede se".
Gianni Rojatti
Ho sempre finito per personalizzare le chitarre che suono. E’ una maniera per sentirle ancora più mie e per renderle uniche.
Sono piccole modifiche reversibili: eliminare il controllo del tono per spostare quello del volume al suo posto; sostituire il selettore a cinque posizioni con uno a tre e mettere il push pull sul controllo del volume per poter splittare gli humbucker.
Mi sono formato su una chitarra che aveva queste caratteristiche e ora ho bisogno di ritrovarle sui miei strumenti principali perché siano perfetti per il mio modo di suonare.