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Dangelo DD72: overdrive pastasciutta e hamburger
Dangelo DD72: overdrive pastasciutta e hamburger
di [user #16167] - pubblicato il

Nell'OUT Side Studio di Michele Quaini abbiamo testato il nuovissimo Dangelo DD72, un overdrive costruito interamente a mano in Italia ma dal sapore americano.
Nell'OUT Side Studio di Michele Quaini abbiamo testato il nuovissimo Dangelo DD72, un overdrive costruito interamente a mano in Italia ma dal sapore americano.

Il Deluxe Drive (DD72 per gli amici) creato da Antonio Dangelo è un overdrive tanto semplice quanto divertente da usare. Quattro controlli basilari, guadagno, volume, alti e bassi. Un quartetto perfetto per sagomare alla perfezione il sound di questo OD. All’interno del case verde (o blue o rosso a seconda della preferenza) trova posto un circuito point to point, realizzato con cura e maestria dalla Dangelo che, dopo averci abituato ad amplificatori di tutto rispetto, ha deciso di concentrare il suo know-how in uno scatolotto di pochi centimetri di lato.

Sicuramente anche i chitarristi più inesperti avranno intuito i parametri su cui agiranno i quattro controlli basilari, quindi non ci dilunghiamo oltre nelle descrizioni tecniche. Citiamo solo gli ingressi per l’alimentatore di tipo Boss da 9 volt e i jack di entrata e uscita dall’aspetto davvero solido e che, una volta inserito il cavo di alimentazione o segnale che sia, non lo mollano certo facilmente.

Veniamo quindi alla prova vera e propria del DD72. Visto che si parla di made in Italy, abbiamo scelto di collegarlo tra una Dangelo Special Drive e una Les Paul creata da APS (di entrambe potrete leggere la recensione prossimamente sempre qui su accordo.it).

Il DD72 è un overdrive boost, e cominciamo proprio da questa seconda funzione. Ad aumentare il livello in ingresso in un amplificatore son capaci tutti, quello che spesso fa la differenza è la trasparenza. Gain a zero e volume a cannone e proviamo a fare un po’ di confronto A/B per tastare con mano la differenza tra i due suoni. Oltre al considerevole aumento di volume e gain dell’amplificatore non si notano grandi cambiamenti nella pasta sonora, il circuito viene attraverso dal segnale senza perdere ne guadagnare altro che una buona dose di dB. 


Dangelo DD72: overdrive pastasciutta e hamburger

La situazione cambia quando si alza il guadagno. Cominciamo con un livello di gain basso (ri-abbassando ovviamente il volume), quel tanto che basta a increspare il suono. La pasta ci piace da subito. Il suond si scalda, il quasi clean della Dangelo, spinto dai ’57 della LP raggiunge presto la zona del crunch, ma la buona dinamica permette di ritornare in territori più puliti (per così dire) in un attimo. La possibilità di controllare bassi e alti separatamente è una chicca da non sottovalutare. Si riesce a ingrassare o rendere tagliente il proprio sound solo giocando con questi due controlli, trasformando radicalmente il colore del DD27.

Aumentiamo il guadagno e raggiungiamo la metà corsa. Il Dangelo si dimostra un overdrive leggero, per nulla spinto o aggressivo. Anche con il gain a ore 12 il sapore è sempre crunchettoso, a tratti delicato. Soprattutto se si mantiene alta la dose di basse. Se viceversa si caricano le alte la voce si tramuta in un coltello affilato, aggressivo e sguaiato. Lo preferiamo di gran lunga nel range delle basse, soprattutto se lo si pilota con il pick up al manico. In questo frangente il timbro rotondo ci ricorda da vicino un suono american, bello ciccione.

La manopola del guadagno a fondo corsa ci conferma definitivamente che il DD27 non è per nulla spinto, anzi preferisce stare lontano dai territori hard rock, o meglio, li delega all’amplificatore, lieto poi di boostarlo con la sua carica di basse e gain. 


Il boost overdrive Dangelo in prova oggi ci lascia davvero soddisfatti. Un bel pezzo di made in Italy, realizzato a mano dai tecnici Dangelo e pronto per finire nella pedaliera. Unico scoglio da superare il prezzo che, come da prassi boutique, sfiora quota 240 euro. Una cifra pienamente giustificata dalla qualità dei materiali e dalla fabbricazione point to point, unità per unità.

Dangelo è un marchio distribuito da Guitar Sauce e da Mad Guitar Shop
dangelo dd72 effetti e processori guitar sauce
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Dangelo è un marchio distribuito da Guitar Sauce
e da Mad Guitar Shop
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Bello, mi piace, costoso come ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/06/2015 ore 07:58:14
Bello, mi piace, costoso come qualsiasi cosa associata alla parola boutique, ma tant'è, ci muoviamo nel libero mercato. Domanda per Michele Quaini? Che chitarra è quella in prova? Mai sentito, anche solo in un video su youtube, un suono così chiaro da dei 57' Classic...Bellissimi suoni!
Rispondi
Re: Bello, mi piace, costoso come ...
di claude77 [user #35724]
commento del 23/06/2015 ore 10:34:00
Effettivamente anche io sono incuriosito da questa chitarra.
Attendiamo qualche info.
Sta di fatto che il Quaini farebbe suonare bene anche un manico di scopa.
Attendiamo dettagli tecnici sull'ascia :)
Rispondi
Ciao a tutti il pedale ...
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 23/06/2015 ore 07:58:25
Ciao a tutti il pedale suona bene ok ma vorrei e magari è già stato fatto un articolo sui pedalozzi cioè mi piacerebbe capire perché ai miei occhi i pedalini in generale soprattutto i cosiddetti boutique hanno prezzi così alti ... Io non ne ho la competenza tecnica e mi piacerebbe capire perché costano così tanto grazie ciao
Rispondi
Re: Ciao a tutti il pedale ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/06/2015 ore 08:32:10
Non stare lì ad arrovvellarti il cervello con cose incomprensibili...O meglio, se per un piccolo artigiano italiano si tratta quasi di una scelta obbligata, vista la fiscalità nel nostro Paese e, ipotizzo, un bacino d'utenza di certo non ampio quanto quello dei consumatori di caffè o degli automobilisti, la cosa si fa assai più oscura se parliamo invece di grossi brand, ma lì paghi pure il nome. Poi ci possono parlare di ricerca e tutto quello che gli pare, ma il livello di ingegnerizzazione di un qualsiasi pedale analogico in elettronica è assimilabile a quello di un triciclo al cospetto di una Moto GP...Ma d'altronde nel mondo delle chitarre basta aggiungere un minimo di selezione nell'accoppiamento di manici e corpi prodotti in serie per far più che raddoppiare il prezzo di una Stratocaster in casa Fender...
Rispondi
Beh che dire, costerà pure ...
di SuperAdrian utente non più registrato
commento del 23/06/2015 ore 08:07:54
Beh che dire, costerà pure tanto, ma il suono che esce da questa strumentazione è commovente!
Rispondi
Sinceramente per 240€ è meglio ...
di richie1982 [user #13247]
commento del 23/06/2015 ore 08:26:55
Sinceramente per 240€ è meglio il VDL overdrive tutta la vita che anche boutique è e costa 180€. Per il mio gusto ovviamente
Rispondi
in effetti...
di abante utente non più registrato
commento del 23/06/2015 ore 08:39:40
mi associo a qualunquemente1967...

anche a me risulta poco comprensibile un costo così alto per prodotti che fondamentalmente, hanno costi vivi molto bassi.
Per carità... giusto ricompensare tutto il lavoro che c'è dietro l'ideazione e la realizzazione del 'piccolo' circuito, necessario per arrivare al risultato che il costruttore si è prefissato... però mi convince poco la cosa.
Ovvio che mi riferisco a tutti i pedali cosiddetti 'boutique', non è assolutamente un attacco specifico a questo prodottoo...

Io sono sempre abbastanza convinto che è sempre meglio vendere un pò di più, guadagnando un pò meno, che il contrario... ...
Rispondi
Re: in effetti...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/06/2015 ore 09:03:11
Mi sembra che alla D'Angelo siano in due, padre e figlio...Sappiamo tutti quanto sia difficile farci discostare da certi marchi...Semplicemente abassando il prezzo secondo te sarebbe possibile sfidare i grossi brand? Non credo che un'azienda così piccola ce la possa fare a sconfiggere il marketing delle grosse case, non ce la si può fare neanche offrendo prodotti qualitativamente migliori ad un prezzo più basso...Non ce la fanno neanche brand nati già in partenza per una distribuzione industriale...E, ripeto, vista la fiscalità italiana ed il bacino d'utenza, credo ci siano molte valide motivazioni alla base di certi prezzi, almeno per aziende piccole e italiche. Ci ho messo un po' ad arrivarci ma ora credo di avere le idee un po' più chiare.
Rispondi
Re: in effetti...
di abante utente non più registrato
commento del 23/06/2015 ore 09:47:21
Non credo che D'angelo (o qualsiasi altro artigiano) abbia intenzione di sfidare il grosso brand; non potrebbe, ed il motivo lo hai già spiegato bene nella tua replica.
L'artigiano per antonomasia lavora in piccole dosi e con accuratezza e fini ben diversi da quello che potrebbe avere un grosso brand. Ed è giusto che questo venga riconosciuto (e pagato) dal consumatore finale...
E' giusto che l'artista paghi quel qualcosa in più e/o diverso che 'quasi' sempre si riscontra nei pedali artigianali (eviterei il termine 'boutique'...).

Temo però che il motivo per cui ottimi prodotti artigianali siano destinati a rimanere 'di nicchia', sia proprio il prezzo molto elevato.

Mi ritrovo spesso a fare i conti del salumaio... quanto possono costare le componenti dei pedali? Cosa può costare una basetta millefori, le varie componenti elettroniche, i pot con relativi pomelli e lo chassis dei pedalini?
Il giusto margine di guadagno del costruttore artigianale, è poi così giusto?

Dando per scontato quindi, che in qualsiasi modo l'artigiano non può "..sconfiggere il marketing delle grosse case...", perchè offrire un prodotto allo stesso prezzo dei vari T-Rex, Xotic, Strymon (giusto per citarne alcuni) e quindi mettere il musicista in una situazione di dover scegliere tra il marchio blasonato ed il prodotto 'anonimo'?


Rispondi
Re: in effetti...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/06/2015 ore 10:12:52
Ma l'iva, i contributi, l'affitto dei locali o il mutuo per pagare i locali? E tutte le altre tasse? Per l'appunto non potendo contare su una distribuzione ampia e sapendo già che anche a prezzo più basso i chitarristi preferiscono mediamente il brand conosciuto diventa quasi inevitabile che il prezzo sia elevato.
Io ho smesso di fare questi conti qua perchè non se ne esce...D'altronde ho una Pacifica presa usata a 250€ che per me suona molto meglio di qualunque Strat American Standard da 1000-1400€ abbia provato o posseduto...Da nuova costava di più, ok, ma mai quanto la Strat americana, eppure monta hardware marchiato Wilkinson e Spertzel e pu SD, ovvero materiale considerato da upgrade nonchè superiore a quello Fender stock...
Rispondi
Re: in effetti...
di abante utente non più registrato
commento del 23/06/2015 ore 10:38:25
si... non se ne esce... :-)

tornando a bomba...
il pedale suona bene, la chitarra pure e l'ampli pure...

quindi?

ehe hehe eheh ehehe hehheh he e h ehe h eh eh ehh ... ...
Rispondi
Re: in effetti...
di Zado utente non più registrato
commento del 24/06/2015 ore 00:07:03
Non svilire la tua Pacifica a fare certi raffronti,le Fender Am Std credo siano fra le strats più overpriced in circolazione,devo ancora trovarne una che giustifichi metà della cifra che chiedono per portarsene via una! Di per contro la Yamaha pare quasi incapace di buttar fuori chitarre brutte,è più forte di loro!
Rispondi
Re: in effetti...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 24/06/2015 ore 22:33:22
Mi hai strappato i pensieri dalla mente e li hai messi nero su bianco!
Rispondi
costa un occhio .. ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 23/06/2015 ore 09:09:38
costa un occhio ..

mi sembra molto bello.. per la presenza dei controlli di alti e bassi e per questa bella gradualità fra pulito e distorto lo sperimenterei volentieri come "interfaccia" per la registrazione in diretta ..

costa un occhio ..
Rispondi
Concordo con chi dice che ...
di swing [user #1906]
commento del 23/06/2015 ore 10:21:49
Concordo con chi dice che il prezzo è troppo alto... Se fosse l'unico overdrive da dover tenere in pedaliera si potrebbe anche prendere, ma dato che per avere più suoni bisogna avere più pedali, per non stare a smanopolare prima di ogni pezzo, credo che la maggior parte degli utenti (medi) optino per qualcosa di più alla portata. E i numeri sul mercato li fanno gli utenti medi.
Rispondi
Ragazzi quanto costa l'uscita dell'idraulico ...
di Cannibal [user #36124]
commento del 23/06/2015 ore 14:07:19
Ragazzi quanto costa l'uscita dell'idraulico o dell'elettricista? Rispondete a questa domanda e vedrete che il pedale non costa "troppo" ma costa il giusto.
Rispondi
Re: Ragazzi quanto costa l'uscita dell'idraulico ...
di francesco72 [user #31226]
commento del 24/06/2015 ore 07:54:40
Perdonami ma non c'entra un fico: se hai l'acqua in casa o nel bel mezzo dell'inverno sei senza luce l'uscita dell'idraulico o dell'elettricista è necessaria. Qui parliamo di beni volluttuari. Inoltre non puoi chiamare un idraulico da Shangai perchè costa meno, un overdrive lo compri su internet ed a volte non paghi nemmeno le spese postali.
In sostanza, va bene tutto, ma a mio parere il primo problema dell'artigianato italiano è proprio la sua dimensione: esistono molti strumenti per collaborare e rendere la propria massa significativa sul mercato e creare economie di scala; però evidentemente a molti piace rimanere padroncini nel loro capannoncino con ogni conseguenza (positiva e negativa).
ciao
Rispondi
Conti alla mano
di ciun [user #15167]
commento del 23/06/2015 ore 22:02:16
Conti alla mano è sì un po' caro, ma non di molto.
Considerando i vari costi e calcolando in maniera un po' grossolana :
IVA 22% che l'artigiano versa direttamente allo stato, rimangono 197 euro.
Consideriamo le spese vive per circa un 20% dato che il materiale ha costo modesto, ma non penso si reperisca tutto per meno di una quindicina di euro, ammortamento di attrezzature è poca roba e vista la mole della produzione è necessario poco più del garage di casa, totale 39 euro circa.
Sui rimanenti 158 euro si pagano le tasse , IRPEF e IRAP diciamo intorno a 20% se il reddito totale è basso, INPS o altra forma previdenziale per un artigiano in regola, facciamo un altro 10% se va bene, anzi benissimo.
Rimangono puliti circa 110 €, quanto ci si mette per preparare, assemblare e testare l'oggetto?
10 ore bastano? Facciamo che bastano, il nostro amico lavora per 11euro l'ora.
Magari impiega di meno, non so, ma non mi sembra che un qualsiasi idraulico (e daje) per un'ora di lavoro si limiti a 11 euro o giù di lì.
Non mi piace fare i conti in tasca a nessuno, anche perchè magari sono toppo approssimativi per essere accettabili, ma possono far capire che anche con questi prezzi non si diventa ricchi.

Rispondi
Re: Conti alla mano
di swing [user #1906]
commento del 24/06/2015 ore 07:37:36
I tuoi conti non fanno una piega, però credo che nessuno si sia messo a quantificare i soldi che entrano in tasca al costruttore, ma quanti invece ne escono dalle tasche. Se alla fine l'utente deve rimetterci solo perché in Italia il costo del lavoro è proibitivo, credo che (come dicevo qualche post fa) l'"acquirente medio" si veda costretto a ripiegare su altro.
Rispondi
Re: Conti alla mano
di abante utente non più registrato
commento del 24/06/2015 ore 08:42:54
appunto... ... :-)
Rispondi
Re: Conti alla mano
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 24/06/2015 ore 09:34:04
Tralasciando i discorsi relativi alla fiducia che una grossa azienda si è guadagnata sul campo e sulla rivendibilità, il ripiego però non è che sia relativo unicamente rispetto a prodotti boutique italiani...Anche i pedali Suhr o Mesa o Bogner sono molto costosi e credo che lì il prezzo lo faccia in misura significativa il nome (a parità di qualità), dato che la grande distribuzione e le grosse vendite solitamente portano ad un abbattimento del costo finale in tutti gli altri ambiti...Se non ti puoi permettere 300€ per un pedale (ed io sono tra questi) non lo compri, ma non puoi dire a priori (e non mi riferisco a nessuno in particolare) che sia sbagliata questa politica, semplicemente sono effetti destinati a chi vuole/può investire più dei 50-100€ per i pedalini Boss (che a me bastano e avanzano).

P.s: è solo un'ipotesi eh, ma non credo che i signori della D'Angelo lavorino a casa, mi sembra che godano di una certa visibilità nel panorama italiano anche tra chitarristi superiori a noi amatori, quindi presuppongo che possiedano degli spazi adeguati al livello dell'utenza...Inoltre nascono come costruttori di ampli prima che di effetti, perciò immagino che le 10h per l'assemblaggio e test dei pedali siano enormemente sovrastimate...Gente con un po' di manualità in 6h assembla e testa una testata...
Rispondi
lo dice nell'articolo
di Fiordaligi [user #37027]
commento del 26/06/2015 ore 01:39:55
Ammetto di non amare i pedalini, ma questo ha proprio un bel suono. Ma siccome mi sembra che l'argomento trainante qui sia il prezzo dell'oggetto, effettivamente piuttosto selettivo, vorrei far notare che l'articolo lo giustifica con la qualità dei materiali. Attenzione a dire che l'elettronica costa poco, perchè componenti di gamma alta che hanno tolleranze minime, materiali studiati per la conduzione anche sonora ecc. possono avere prezzi di qualche decina di euro per uun transistor o un potenziometro, non dico un condensatore. Ecco, adesso che ho spezzato la lancia fatemi anche dire che se i buoni Dangelo spiegassero loro cosa usano, eviterebbero discussioni pleonastiche e forse attirerebbero qualche cliente in più. Saluti!
Rispondi
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