di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 23 giugno 2015 ore 07:30
Nell'OUT Side Studio di Michele Quaini abbiamo testato il nuovissimo Dangelo DD72, un overdrive costruito interamente a mano in Italia ma dal sapore americano.
Nell'OUT Side Studio di Michele Quaini abbiamo testato il nuovissimo Dangelo DD72, un overdrive costruito interamente a mano in Italia ma dal sapore americano.
Il Deluxe Drive (DD72 per gli amici) creato da Antonio Dangelo è un overdrive tanto semplice quanto divertente da usare. Quattro controlli basilari, guadagno, volume, alti e bassi. Un quartetto perfetto per sagomare alla perfezione il sound di questo OD. All’interno del case verde (o blue o rosso a seconda della preferenza) trova posto un circuito point to point, realizzato con cura e maestria dalla Dangelo che, dopo averci abituato ad amplificatori di tutto rispetto, ha deciso di concentrare il suo know-how in uno scatolotto di pochi centimetri di lato.
Sicuramente anche i chitarristi più inesperti avranno intuito i parametri su cui agiranno i quattro controlli basilari, quindi non ci dilunghiamo oltre nelle descrizioni tecniche. Citiamo solo gli ingressi per l’alimentatore di tipo Boss da 9 volt e i jack di entrata e uscita dall’aspetto davvero solido e che, una volta inserito il cavo di alimentazione o segnale che sia, non lo mollano certo facilmente.
Veniamo quindi alla prova vera e propria del DD72. Visto che si parla di made in Italy, abbiamo scelto di collegarlo tra una Dangelo Special Drive e una Les Paul creata da APS (di entrambe potrete leggere la recensione prossimamente sempre qui su accordo.it).
Il DD72 è un overdrive boost, e cominciamo proprio da questa seconda funzione. Ad aumentare il livello in ingresso in un amplificatore son capaci tutti, quello che spesso fa la differenza è la trasparenza. Gain a zero e volume a cannone e proviamo a fare un po’ di confronto A/B per tastare con mano la differenza tra i due suoni. Oltre al considerevole aumento di volume e gain dell’amplificatore non si notano grandi cambiamenti nella pasta sonora, il circuito viene attraverso dal segnale senza perdere ne guadagnare altro che una buona dose di dB.
La situazione cambia quando si alza il guadagno. Cominciamo con un livello di gain basso (ri-abbassando ovviamente il volume), quel tanto che basta a increspare il suono. La pasta ci piace da subito. Il suond si scalda, il quasi clean della Dangelo, spinto dai ’57 della LP raggiunge presto la zona del crunch, ma la buona dinamica permette di ritornare in territori più puliti (per così dire) in un attimo. La possibilità di controllare bassi e alti separatamente è una chicca da non sottovalutare. Si riesce a ingrassare o rendere tagliente il proprio sound solo giocando con questi due controlli, trasformando radicalmente il colore del DD27.
Aumentiamo il guadagno e raggiungiamo la metà corsa. Il Dangelo si dimostra un overdrive leggero, per nulla spinto o aggressivo. Anche con il gain a ore 12 il sapore è sempre crunchettoso, a tratti delicato. Soprattutto se si mantiene alta la dose di basse. Se viceversa si caricano le alte la voce si tramuta in un coltello affilato, aggressivo e sguaiato. Lo preferiamo di gran lunga nel range delle basse, soprattutto se lo si pilota con il pick up al manico. In questo frangente il timbro rotondo ci ricorda da vicino un suono american, bello ciccione.
La manopola del guadagno a fondo corsa ci conferma definitivamente che il DD27 non è per nulla spinto, anzi preferisce stare lontano dai territori hard rock, o meglio, li delega all’amplificatore, lieto poi di boostarlo con la sua carica di basse e gain.
Il boost overdrive Dangelo in prova oggi ci lascia davvero soddisfatti. Un bel pezzo di made in Italy, realizzato a mano dai tecnici Dangelo e pronto per finire nella pedaliera. Unico scoglio da superare il prezzo che, come da prassi boutique, sfiora quota 240 euro. Una cifra pienamente giustificata dalla qualità dei materiali e dalla fabbricazione point to point, unità per unità.