di redazione [user #116] - pubblicato il 17 agosto 2018 ore 11:30
Il Freak Show è un fuzz disponibile in versione silicio e germanio. Le demo ufficiali sono occasione per scoprire davvero come il materiale cambia il suono.
Principe della distorsione fino agli anni ’60, il germanio è stato rimpiazzato dal silicio nei fuzz a partire dagli anni ’70 come conseguenza diretta della pura e semplice evoluzione tecnologica. Tuttavia il semiconduttore originale sta tornando di moda negli ultimi anni grazie ad alcune edizioni speciali - in parte con componenti NOS d’epoca - sfornate dai maggiori produttori di effetti boutique e in particolare artigianali.
Si parla di un timbro inconfondibile, organico, capace di richiamare all’istante epoche di un passato grandioso fatto di valvolari imballati da un fuzz spinto ben oltre i suoi naturali limiti. Insomma, per chi apprezza il rock d’annata nudo e crudo, una goduria. Il marketing però può essere subdolo e non tutti si lasciano convincere da parole e descrizioni ufficiali: una prova sul campo è quanto mai d’obbligo e ascoltare a confronto diretto lo stesso circuito cucito su entrambi i materiali è un’occasione utile a farsi un’idea più chiara sull’argomento.
A questo proposito, il laboratorio statunitense Big Joe Stomp Box Company ha messo a punto un nuovo fuzz in due versioni: una si basa su due transistor al germanio ricavati da partite originali degli anni ’60, l’altra si sviluppa intorno a una coppia di moderni transistor al silicio.
A livello progettuale, si tratta essenzialmente dello stesso pedale, con alcune modifiche atte ad accogliere diversi tipi di transistor. L’azienda ha registrato dei clip con entrambi i modelli del Freakshow Fuzz e ve li proponiamo per alcune considerazioni sul tema.
Il Freakshow Fuzz si presenta come un classico fuzz dal gain abbondante e dal sound aggressivo. Le manopole di Tone, Fuzz e Output sono uno standard per il genere e vi si affiancano alcune funzioni interessanti come la regolazione di Bias, Trim e un buffer attivabile a piacimento per tarare il livello del segnale in ingresso e consentire così di posizionare il pedale in qualunque punto della catena (in questo articolo abbiamo affrontato l’argomento più a fondo).
Il primo presentato è il Freakshow al silicio.
Compresso e violento, sulle linee melodiche evidenzia tutto il carattere da sintetizzatore che caratterizza molti fuzz di questo tipo quando vengono portati a livelli importanti di gain.
Secondo molti, questo è “il” suono del fuzz moderno.
Quando si va a sostituire l’efficiente silicio con il più imprevedibile germanio, la musica cambia eppure non si stravolge.
La pasta del Freakshow Germanium resta pressoché immutata, dimostrazione che un progetto alla base è necessario perché un pedale suoni in un certo modo e non tutto è semplicemente dovuto al tipo di componentistica utilizzata. Tuttavia, le sfumature sono evidenti.
Più simile a un overdrive, il suono si addolcisce leggermente, si smussa sugli acuti e perde del gain in favore di una risposta più naturale, meno gonfia, sui bassi.
Chi ha suonato entrambe le tipologie sa che molte differenze possono essere avvertite principalmente sotto le dita. In questo, il germanio risulta più sensibile alla dinamica impartita dal chitarrista e dal video è possibile avvertirne l’effetto notando la minor fluidità dei fraseggi in favore di un attacco delle note più personale.
Sul piano tecnico, l’elettronica vuole che il silicio sia un semiconduttore migliore per la creazione di diodi e transistor. I manuali lo spiegano senza mezzi termini. Come spesso accade, però, in musica e nell’utilizzo creativo i numeri non corrispondono necessariamente al gradimento del prodotto finale.
Nella pratica, ogni materiale sfoggia delle precise caratteristiche e peculiarità che lo faranno preferire all’altro in base alle necessità personali del musicista che ci metterà sopra le mani.
Basta fermarsi un attimo a ragionare sulla natura del fuzz per farsene una ragione: si tratta di un circuito che va a imitare un guasto, studiato per lavorare al di fuori dei range consigliati per gli stessi componenti in ambito hi-fi. Di per sé, il fuzz si muove nell’ambito dello “sbagliato” e solo per questo abbatte ogni regola. Superata quella linea, non c’è alcuna legge scritta e tutto si muove in base alla sensibilità artistica di ognuno e all’ispirazione che il singolo strumento riesce a stimolare.