Sotto i riflettori delle novità chitarristiche, il nuovo anno si apre con il colpaccio di Luca Mantovanelli che si guadagna un posto nell'Olimpo della chitarra elettrica mondiale. Tra le chitarre signature di Steve Vai, Paul Gilbert, Joe Satriani, Pat Metheny, Polyphia ora, nel catalogo Ibanez, ci sarà anche un modello dedicato al giovane chitarrista di Caserta: un onore che, ad oggi, era spettato solo a Marco Sfogli (PFM, James LaBrie, Icefish) guarda caso compaesano ed ex insegnante, proprio di Mantovanelli.
Che Luca fosse in odore di santità in casa Ibanez, però, era nell'aria; negli ultimi anni Mantovanelli non ha sbagliato una mossa: prima è diventato un riferimento mondiale per abilità tecnica di fraseggio e modernità di linguaggio, imponendosi come il classico "chitarrista per chitarristi", punto d'arrivo vivente a cui rivolgersi per esplorare le nuove frontiere del vocabolario shred, progressive, fusion. Status che Luca si guadagna tanto come didatta tra i più seguiti di , tanto conquistando attenzioni e attestati di stima da giganti come Steve Vai e Greg Howe. Mantovanelli però, non si siede in questo ruolo di iper tecnico votato all'insegnamento e, nel 2020, confezione un album solista MULTIVERSUM che conquista per songwriting, cura negli arrangiamenti e nella produzione.
Un disco che rimarca con decisione il suo spessore di autentico musicista con una precisa vocazione artistica, prima ancora che meraviglioso funambolo a sei corde. Ma nemmeno in questa nuova declinazione chitarristica - versione riveduta e corretta di virtuoso alla Greg Howe, Brett Garsed e Frank Gambale - Luca Mantovanelli si ferma; nel 2021 arriva, totalmente inattesa, la convocazione come chitarrista per il tour mondiale di Eros Ramazzotti, ingaggio che svela anche la natura più versatile e pop di questo chitarrista eccezionale.
Così, in comcomitanza del lancio dei nuovi modelli Ibanez per il 2023, è stato publicato un nuovo video ufficiale in cui Luca Mantovanelli sfoggia la LM1 sulle note di “Insomnia”.
Prodotta in Giappone per la serie Prestige, la LM1 trae forte ispirazione dai canoni stilistici introdotti con la fortunata serie AZ. A questa si rifà per lo stile del body, con profondi contour per avvolgere il corpo del musicista con naturalezza. Grande attenzione è rivolta alla suonabilità, con accorgimenti come il tacco smussato Super All Access Neck Joint per l’avvitamento del manico su quattro boccole, ideale per agevolare il playing sui registri più acuti.
Il profilo è ovale a C, anche questo su stile delle chitarre AZ, realizzato in acero trattato ad alte temperature e abbinato a una tastiera in palissandro. 22 fret di tipo jumbo in acciaio ricevono un trattamento Prestige per bordi smussati e una suonabilità più agevole. Il raggio compound da 9 a 12 pollici evidenzia un focus speciale sulla flessibilità per muoversi con agevolezza tra accompagnamenti in primo manico ed escursioni soliste nei range più avanzati senza però sfociare nelle tastiere più piatte tipiche degli strumenti da shred propriamente detti. Lo stile di Luca trova infatti un punto di contatto tra linguaggio all’avanguardia e di gran tecnica ma con un approccio classico, che la scheda tecnica della LM1 riassume con fedeltà.
Si nota anche in accorgimenti come gli eleganti segnatasti dot in abalone, a cui si contrappongono dei pratici Luminlay lungo il bordo superiore. Del tutto rivolta alla performance è la scelta dell’hardware, con un capotasto in osso trattato a olio per una tenuta d’accordatura eccellente, complici anche le meccaniche bloccanti e il ponte mobile a due viti modello T1702B, tutto a marchio Gotoh.
A Seymour Duncan è invece affidata l’elettronica, con tre single coil modello Fortuna, apprezzati per uno spiccato bilanciamento sonoro e una propensione a valorizzare l’abbinamento con effetti disparati.
Il tutto è immerso in un wiring tradizionale solo all’apparenza.
La configurazione è quella tipica di un selettore a cinque posizioni e tre potenziometri, ma il loro ruolo non è quello che ci si aspetterebbe a una prima occhiata. Il primo controllo gestisce il volume e il secondo il tono, mentre la terza manopola lavora come un blend per introdurre gradualmente i pickup anche nelle posizioni del selettore in cui non sarebbero coinvolti. Così facendo è possibile ottenere la combinazione dei pickup di ponte e manico insieme o azionare tutti e tre i pickup in contemporanea, dosando sfumature sempre diverse a seconda della posizione scelta sul selettore.
La serie AZ dà prova ancora una volta di poter rappresentare un’arma versatile e stimolante tra le mani di una generazione di chitarristi con tanto da dire, musicalmente parlando. Così la LM1 di Luca Mantovanelli aggiunge al catalogo una sfumatura originale, promettente, che meriterà senza dubbio di tenere gli occhi puntati in direzione di Ibanez nel prossimo periodo.
Sul sito ufficiale, la scheda tecnica completa dello strumento è disponibile . |