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A Sanremo il rock ha già stancato
A Sanremo il rock ha già stancato
di [user #17844] - pubblicato il

Il Festival non è ancora partito e nessuno ha ascoltato le canzoni in gara, preparatevi quindi a una sciorinata di illazioni e lamentele “per partito preso”. Che poi sono il sale di Sanremo.
Il sipario - letteralmente - si solleverà sul Teatro Ariston solo questa sera 6 febbraio, ma già si sente il fermento in quel sottobosco di amanti della musica che, ogni inizio anno, si vestono da “odiatori seriali” per dare addosso a una manifestazione che - piaccia o meno - è ormai parte integrante della scena e della tradizione italiana.
Lì nascono i big, si forma il germe dei tormentoni che accompagneranno le radio per i mesi successivi e gli emergenti osano guadagnare i riflettori per il loro primo vero battesimo del fuoco, che li consacrerà o distruggerà. Oddio, magari troveranno la loro strada altrove, perché il mondo non è che inizia e finisce a Sanremo.
Per l’ascoltatore medio, Sanremo è un appuntamento con un varietà. Per gli addetti ai lavori è una fonte preziosa di informazioni sullo stato del mercato musicale. Per gli appassionati del rock, è guerra. Anche quando i Måneskin hanno travolto il pubblico con le loro distorsioni c’è stato chi ha avuto da ridire, e fino alla loro ospitata nel 2023 i ragazzi romani sono riusciti a dividere il pubblico come pochi altri.
Ma tranquilli: quest’anno a Sanremo, di rock, non sembra esserci neanche l’ombra.

A Sanremo il rock ha già stancato

“Governo Punk” è il titolo della canzone portata al Festival di Sanremo 2024 dai Bnkr44, e qualcuno aveva già rizzato le antenne svariate settimane fa, al primo annuncio. I ragazzi di Empoli si presentano come un collettivo musicale, e i nostalgici subito hanno ricordato i tempi dei centri sociali, dei club fumosi e del movimento rabbioso che faceva ribollire la scena rock adolescenziale ormai più di vent’anni fa. Sì: sono passati almeno due decenni da quando vi riunivate coi vostri amici in cantina sognando di diventare i nuovi Nirvana.
Stando alla precedente produzione musicale dei Bunker (così si pronuncia…), invece, è improbabile ci sia del punk nella loro canzone.
Così come - con tutto il rispetto per la carriera - non ci aspettiamo grossi momenti di rottura dal duo Renga e Nek o dai Negramaro.

L’edizione 2024 sarà il Sanremo che accontenterà un po’ tutti. C’è la vecchia guardia con nomi del calibro di Fiorella Mannoia, Ricchi e Poveri o Loredana Bertè, ma ci sono anche i giovanissimi come Alfa. Categorie profondamente diverse, linguaggi lontani, e fa strano immaginare che l’autrice de “Il Cielo d’Irlanda” possa anche solo esibirsi nella stessa serata di chi canta “Bellissimissima” e ficca cuoricini col simbolo “<3” direttamente nei titoli delle canzoni.
Vanno bene le licenze poetiche, e certo non sarà l’edizione dell’Italiano da Accademia Della Crusca. Senza neanche scomodare la dubbia pronuncia sfoggiata da una fetta ormai enorme della scena musicale italiana, tanto da rendere difficile alle volte comprendere i testi alla radio, il Sanremo 2024 segnerà il suo primo brano quasi completamente in dialetto napoletano. L’autore è Geolier, in passato escluso - si diceva - proprio per questa ragione e ora in gara con “I p’ me, tu p’ te”, un titolo e un testo che hanno già fatto rabbrividire i puristi della lingua napoletana per il tripudio di tronche e apostrofi lanciati come stelline ninja.

Quanto agli altri - e sono tanti, per il 2024 gli artisti salgono alla bellezza di 30 - ammetto la mia ignoranza su una buona parte dei cantanti in gara, così ho sentito di dovermi informare prima di buttare giù queste righe.
Già a una prima ricerca si scopre che quasi tutti vengono catalogati come “rapper”, o nella migliore delle ipotesi “cantautori e rapper”. Perché, a quanto pare, il boom pre-pandemico che ha fatto esplodere fenomeni come Mahmood e Ghali - anche loro presenti al Festival - non era affatto una fase. Il rock, forse, sì.
curiosità festival di sanremo
Link utili
Måneskin ospiti a Sanremo 2023
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di NICKY [user #46392]
commento del 06/02/2024 ore 12:08:22
L'indottrinamento mondiale della nuova elite capitalista sta monopolizzando la cultura globale al grido di "non posseggo nulla e sono felice", pertanto anche la scena musicale non è da meno e con i suoi contenuti sempre più superficiali e inconsistenti plasma le menti dei più, dando vita a giovani adulti privi di valori e qualsiasi capacità intellettiva! Una volta l'ignorante era colui che non sapeva distinguere una chitarra da un basso, tra poco non sapranno più neppure cos'è uno strumento musicale!

Ritorno al Futuro anche questa volta calza a pennello, quando nel secondo capitolo un giovane Frodo Baggins, nel Caffè80 di fronte a Wild Gun, dice a Marty " Si devono usare le mani? ma è un gioco da bambini!!!!
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di rabbitjoke [user #49842]
commento del 06/02/2024 ore 13:24:54
Parole sante !
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di rabbitjoke [user #49842]
commento del 06/02/2024 ore 13:30:12
Ormai il trash è stato legittimato, i valori sono perduti su tutti i fronti. Orrore e raccapriccio !
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di Sciamano [user #50087]
commento del 06/02/2024 ore 13:59:09
Soltanto qualche triste figuro, con la vana speranza di pagarsi qualche panino in più pensando che ci sarebbe stata la corsa alle lezioni di chitarra, poteva immaginare che l'edizione 2021, e il conseguente successo decretato ai vincitori da quella stessa platea che alimenta il mercato variegato e scialbo della "musica leggera", potesse innescare una ripresa del rock, avulsa da una benché minima spinta di carattere culturale e/o politico
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di Shoreline [user #20926]
commento del 06/02/2024 ore 14:28:19
defininire i personaggi che emergono con san remo dei big...mi sembra un pò esagerato..forse sono i nuovi fenomeni del momento che fenomeni non sono...producono musica d basso livello che non è altro che la musica che richiede un ascoltatore con una conoscenza della musica di basso livello
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di giambibolla [user #5757]
commento del 06/02/2024 ore 14:56:0
Qui tutti Mozart invece?
Se non sono definibili big quelli che cantano a sanremo, non saprei chi lo è.
Rispondi
di adriphoenix [user #11414]
commento del 07/02/2024 ore 09:28:56
Qui nessun Mozart, ma come vedi Mozart è sopravvissuto ai secoli... dei presunti "big" di Sanremo, esclusi i jurassici cantanti presenti, chi si ricorderà fra un paio di anni?
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di irmo [user #17391]
commento del 07/02/2024 ore 10:27:54
Questi " big" o presunti tali, la maggior parte di loro, cadranno nel dimenticatoio già tra tre settimane, insieme alle loro " canzoni".
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di marcoecami [user #54447]
commento del 06/02/2024 ore 15:18:07
Forse noi che amiamo la musica rock, dovremmo accettare il fatto che quel periodo è finito. La musica cambia assieme ai gusti delle persone. E non è corretto pensare che quello che ascoltavamo noi fosse bello, mentre adesso faccia tutto schifo. Se fosse così, allora anche chi ama la musica classica, ritiene il rock o il blues qualcosa di banale e ripetitivo, oppure una musica fatta da chi non sa nemmeno cosa sia uno spartito.
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di redfive [user #41826]
commento del 06/02/2024 ore 15:33:09
È vero!!!
Ho sempre pensato anche io che la generazione precedente ritenesse merda la nuova generazione di musica....
Solo che adesso , finalmente, la generazione precedente ha ragione!!!🤣
Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 06/02/2024 ore 18:58:53
😁👍
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 07/02/2024 ore 09:59:49
La musica degli anni 70 di quando ero bambino, quella degli 80 di quando ero ragazzino, a chi era più vecchio non piaceva. Però senza ombra di dubbio era fatta da chi sapeva suonare e cantare. Non si può dire di certo la stessa cosa per chi fa musica oggi (o non per la maggioranza comunque).
Rispondi
di spillo91 [user #17528]
commento del 06/02/2024 ore 16:01:39
Condivido il tuo parere. Semmai, un motivo per cui indignarsi è che in Rai (e in TV in generale) la musica dal vivo sia relegata a Sanremo e a pochissime altre occasioni. Sarebbe bello che ci fossero molti più programmi dedicati alla musica live, anche di artisti sconosciuti e/o internazionali, al di là del genere. Purtroppo il pubblico generalista è portato a pensare che il panorama musicale contemporaneo corrisponda a ciò che propone Sanremo perché, in TV, non ci sono alternative (e anche sul web i format di musica dal vivo ben prodotti, oltre a kexp, bbc radio1, jam in the van e pochi altri, non sono tantissimi).
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di E! [user #6395]
commento del 06/02/2024 ore 17:07:20

Sarebbe bello anche che ci si aprisse ad altri generi oltre a quelli che si ascoltano già, perché c'è tanta bella roba negli altri mondi, ma spesso siamo portati a pensare che l'unica musica valida è quella che ascoltiamo noi e il resto fa schifo.

Secondo me la vera morte della musica e dell'arte in generale è l'immobilità dei conservatori.

Rispondi
di kross [user #16328]
commento del 07/02/2024 ore 07:45:06
Grazie! Condivido tutto.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 06/02/2024 ore 17:05:34
Che poi il rock non e' mai stato di casa a Sanremo. Comunque quest'anno celebro 30 anni senza guardare il festival, ho gia' in frigo una bella bottiglia da stappare per l'occasione
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 06/02/2024 ore 20:14:1
Appunto ma di che si parla, se poi quando c'è qualcosa di simile al Rock ha il nome di Maneskin meglio le cosce di Elodie.
Rispondi
di adriphoenix [user #11414]
commento del 07/02/2024 ore 09:30:50
di Elodie... di Annalisa & Co. aggiungerei ;-)
Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 06/02/2024 ore 19:01:58
Sarebbe bello se la musica sparisse dalla televisione e tornasse nelle orecchie !
Rispondi
di spillo91 [user #17528]
commento del 06/02/2024 ore 19:05:55
Senza la divulgazione musicale non conosceresti il 90% della musica che ascolti...
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 06/02/2024 ore 20:37:20
Il 90% della musica che ascolto non e' divulgata...
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 07/02/2024 ore 11:10:36
Il 90% della musica che ho ascoltato, non l'ho mai vista in TV.
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 07/02/2024 ore 12:51:58
io non ho mai acceso la radio in vita mia...
Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 07/02/2024 ore 12:52:44
Dici questo perché sei giovane. Fino alla fine degli anni ‘80 la musica era importantissima e centrale nella vita delle persone e si vendevano milioni di dischi. Da quando è diventato un affare televisivo l’indotto si è disintegrato e il valore che aveva prima si è perduto. Questo aspetto epocale meriterebbe un fiume di parole, perdonami la sintesi. Per chi ha vissuto questa transizione è lampante ciò che è successo, ma veramente, bisognerebbe scriverci un libro, poiché ci sono stati cambiamenti sociali impensabili e su più fronti.
Anche perché, con i mezzi che abbiamo a disposizione oggi la musica avrebbe dovuto triplicare la sua importanza, invece è successo il contrario, ed quantomeno paradossale.
Rispondi
di spillo91 [user #17528]
commento del 07/02/2024 ore 14:23:10
Ho parlato di divulgazione. Anche prima degli anni '80 la musica pop, rock, ma anche jazz si conosceva grazie alla divulgazione: programmi televisivi e film (ti consiglio di vedere qualche film dei beatles), riviste, marketing... Oggi la musica è centrale più che mai nella vita degli adolescenti, semplicemente ne usufruiscono attraverso canali differenti. Sarebbe bello che quella musica potesse arrivare anche a gente più attempata e a un pubblico generalista, che altrimenti si trova a pensare (come molti utenti di accordo) che la musica bella fosse quella di una volta e che oggi non ci sia più niente.
Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 08/02/2024 ore 15:20:40
Grazie del consiglio. Guarderò qualche film dei Beatles …. ah no, aspetta, li ho già visti al cinema quando sono usciti 😄
Rispondi
di Jumpy [user #1050]
commento del 08/02/2024 ore 19:54:13
Fino più o meno alla prima metà degli anni '90 per la musica il riferimento principale era la radio e la programmazione era piuttosto variegata (Planet Rock di Rai2 su tutti, ma anche la programmazione notturna di emittenti private... si poteva ascoltare di tutto).
C'era la possibilità di ascoltare musica e gruppi nuovi quasi tutti i giorni.
Dopo, progressivamente, l'offerta si è "appiattita"... ora come ora persino le (due) radio apertamente rock mettono le solite cose (tolta qualche eccezione).
Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 08/02/2024 ore 20:45:54
Hai assolutamente ragione ! Il concetto che cerco di far passare quando parlo con i giovani è che prima l’atteggiamento verso la musica era differente. Quando c’era l’impianto hifi, si metteva il vinile e si ascoltava rapiti in una sorta di meditazione, era una liturgia che interiorizzava la musica e la faceva diventare la colonna sonora della tua vita. Con l’avvento del walkman, ancora di più. Quando una cosa così profonda e intima me la porti in televisione, diventa pornografia e perde il suo appeal. Ed è quello che è successo negli ultimi 20 anni con i talent che hanno creato grandi profitti ai creatori di queste trasmissioni a discapito della musica e dei giovani. I talent sono sbagliati di partenza, perché dividono l’umanità tra vincenti e perdenti creando false illusioni e falsi miti, loro ci fanno i soldi ma così facendo hanno tolto sogni, speranze e anima ai giovani. Si può fare una bastardata più grande ?? Quello che mi fa dannare è che non si riesce più a ridimensionare questa cosa, praticamente chi è nato dalla metà degli anni novanta in poi è come se fosse dentro matrix. Hai voglia a spiegarlo, non si riesce a far capire loro che sono stritolati in un meccanismo di puro profitto che niente ha a che vedere con l’arte. In buona sostanza sono agnelli sacrificali, felici di andare al macello, nel caso dei talent. Di riflesso l’indotto si è disintegrato e la qualità è colata a picco. La velocità iperbolica usa e getta, che tanto comodo fa ai signori di cui sopra, è inconciliabile con il ritmo dell’arte. Come diceva DeAndrè, per fare una cazzata ci vogliono 5 minuti, per fare una cosa bella ci vuole tempo. Qui siamo nel posto giusto per dirlo, quanto tempo occorre per imparare a suonare bene uno strumento ? O anche soltanto padroneggiare un brano ? Malatempora !!
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di redfive [user #41826]
commento del 08/02/2024 ore 22:11:35
Credo tu mi abbia tolto le parole di bocca...
I discografici vendono intrattenimento per ovviamente profitto..
Non c'è voglia di fare arte, non ci sono mecenati, non c'è meritocrazia... A chi serve sponsorizzare e credere nel promuovere talento e meritocrazia??
Si piazza ciò che vende finché vende, poi sotto al prossimo fenomeno.
Si capitalizza subito fin che rende...
Si vende la merda ma confezionata bene, la gente noterà solo il packaging....
La meritocrazia, aiutare chi prova a distinguersi, sono valori che avevano i nostri padri, i nostri nonni.... Gente che non aveva niente ma che aiutava tutti...

Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 09/02/2024 ore 12:32:34
Giustissimo !! Hai centrato il punto. La cosa che mi spaventa è che i dischi non esistono più, i cinema stanno chiudendo tutti, i libri neanche a parlarne …. Tutto questo è molto pericoloso. Una società senza cultura è in balia delle onde, una società in vendita. Ed è proprio una questione di mentalità. E’ sotto il naso di tutti eppure, soltanto una piccola minoranza si accorge del problema. Per quattro stronzi che vogliono aggiungere milioni ai loro milioni ci dobbiamo rimettere tutti !? Ed è un concetto tragicamente generico, purtroppo applicabile non solo all’arte.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 14/02/2024 ore 11:07:15
Scusa, ma che c'entra l'affare televisivo?

La musica, o meglio, il mercato discografico, è cambiato per via di internet.

Dai tempi di Napster che gli artisti lamentavano che la situazione sarebbe peggiorata, ma si son sentiti dire che erano solo attaccati al denaro. Senza pensare che il denaro era quello che faceva bella la musica, perchè l'artista ha bisogno di risorse che non sempre da solo può permettersi.
La TV non c'entra niente, se non che è l'unico modo rimasto per portare soldi (insufficienti a fare bene) alle case discografiche.
Rispondi
di Gberna 63 [user #59366]
commento del 06/02/2024 ore 21:29:49
L'unico Sanremo che ho visto è stato quello del 1984, prigioniero delle suore all'ospedale militare di Caserta...e non ne ho mai sentito il bisogno. È una deprimente sentina di sterco. XXX
Rispondi
di eko22 [user #15375]
commento del 07/02/2024 ore 07:43:37
Il rock a Sremo non c'è mai stato, per fortuna.
Mi stupisco dello stupore.
Rispondi
di adriphoenix [user #11414]
commento del 07/02/2024 ore 09:34:21
Effettivamente, a parte gli ospiti esterni (nelle decadi '900... ricordiamo Queen, Peter Gabriel, The Smiths, il Boss etc), di rock quel palco ne ha visto pochissimo, come da tradizione
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 07/02/2024 ore 15:44:2
La serata di ieri non l’ho vista quindi non prendetemi troppo alla lettera, ma spero che il punto di fondo sia comprensibile.

Il rock è assente/morto? Vabbè, capita; del resto l’Italia non ha una gran tradizione rock, con il prog come l’unico sotto-genere nel quale ci sia una identità italiana. Ma sicuramente ci sarà il blues, giusto? Ah, no…strano. What about folk music? No? Jazz? Non pervenuto, pare. Cantautori puri nemmeno (la Mannoia mi risulta interprete). Reggae? Funk? Disco? Techno? Bossa? Samba? Soul? R’n’b? Caspita, pure il pop latita. La sensazione che ho è che sia diventato il festival del rap italiano, anziché della canzone italiana, e che i Maneskin abbiano vinto perché erano gli unici un po’ diversi in quella edizione ed hanno raccolto i voti di tutti quelli che non amano il rap, divisi a sostenere gli altri venti e rotti concorrenti.
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 08/02/2024 ore 16:18:32
punto di vista interessante!
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 14/02/2024 ore 11:10:33
Rock italiano? Quando mai?

Solo i Maneskin, infatti una pietra miliare.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 15/02/2024 ore 22:29:16
PFM, Area, Banco, etc - il prog rock italiano anni ‘70 lo conoscono gli appassionati di tutto il mondo.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/02/2024 ore 09:19:18
Appunto: gli appassionati.

Per il resto del pubblico non esistono.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 16/02/2024 ore 09:41:4
I gruppi che ho citato all’epoca non li conoscevano solo gli appassionati, vai a vedere classifiche, concerti, apparizioni in tv. Poi ovviamente nel frattempo sono passati 50 anni e la memoria musicale dell’italiano medio è simile a quella del pesce rosso, per cui ora li conoscono paradossalmente più all’estero che qui.
Certo, dopo di loro in Italia solo i Vanadium:-;
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/02/2024 ore 11:54:56
Parliamo di un genere di nicchia, non sono mai stati grandi numeri. Puoi metterli al pari del metal, musica per affezionati.
Gli unici del prog che hanno scalato le classifiche son stati gli inglesi, ELP Genesis King Crimson Yes Jehtro e poco altro.
Nel rock siamo stati sempre una provincia, mi pare superfluo dirlo. Non per nulla, Jagger ha ribadito che è inconsueto che oggi gli italianissimi Maneskin siano alla ribalta. Auguriamoci che facciano da apripista.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 16/02/2024 ore 16:17:49
Continuo a non essere d’accordo sulla idea di questi gruppi come di nicchia (mentre invece concordo sul fatto che in Italia di rock se è sempre sentito poco):la PFM esordisce con il primo posto nella classifica degli album in Italia, e per la prima volta in testa c’è un gruppo anziché un interprete/cantautore.
Non è cosa da poco. Stando sulla P.F.M., prima di suicidarsi sul mercato US, pubblicano cinque album in inglese e entrano sia nelle classifiche inglesi che in quelle americane. Certo non arrivano alla popolarità dei Maneskin, ma parliamo di mondi diversi; resta il fatto che se non hai numeri di vendita importanti non fai una quantità di tour americani.
Sul resto dei sotto-generi rock ti do’ ragione; del resto, questo è il paese del belcanto, della lirica, delle musiche popolari…tutto molto poco rock.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/02/2024 ore 20:54:0
Ma si, qualcosa hanno fatto ma non sono campioni di vendite, dai. Hanno venduto di più i Cugini di Campagna.
Nella musica rock sei qualcuno quando conquisti gli USA, cosa che puoi constatare in qualsiasi biografia di artisti inglesi.
La PFM fece tour in America, spinta dalla Manticore sulla scia del successo degli ELP, ma fu un mezzo fiasco (è tutto documentato). Nessun italiano ha mai avuto successo cantando in inglese, a parte i Maneskin.

Qualcuno dirà Lacuna Coil, ma anche lì siamo nicchia.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 16/02/2024 ore 21:09:03
Secondo me siamo meno distanti di quel che sembra; io non dico che abbiano fatto numeri pazzeschi, ma che quel segmento del rock è l’unico nel quale abbiamo un peso specifico internazionale e che ha avuto successo anche in Italia. Poi ovvio che Toto Cutugno se li magnava a colazione, ma questo non trasforma tutti questi gruppi in nicchia, tutto qui.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 17/02/2024 ore 14:03:04
E' stato un periodo dove si voleva contaminare la classica col rock, come aveva immaginato Fripp. Il progressive prendeva qualcosa dei Beatles e ci metteva in mezzo la cultura musicale europea (infatti negli USA non lo hanno mai capito).

Ma mentre gli inglesi avevano ben saldo il linguaggio rock and roll (e col punk se lo sono ripreso), gli italiani tendevano più verso il mediterraneo e il Conservatorio.
Sostanzialmente, quello che hanno prodotto i gruppi di allora, è vagamente rock e molto pop melodico. Non a caso molti di loro (Bottega dell'Arte, Pooh, Zarrillo, Alunni del Sole ed altri) erano campioni della canzone melodica.
Forse l'unico italiano che davvero suonava rock è stato Ivan Graziani. L'unico anche in grado di comporre un riff di chitarra.

Bada che non sto disprezzando, è solo una analisi: a me piacciono quei gruppi: Area, Balletto di Bronzo, Banco etc. Ma di rock c'era solo l'odore.
Quindi agli americani non piace, e nemmeno tanto ai britannici.
Il limite della lingua ha avuto un peso enorme, che attualmente, i cantanti di oggi, cercano di superare "inglesizzando" l'italiano: hai fatto caso che non si capisce più un cazzo di cosa dicono? Sputano i versi come se parlassero inglese (credo che il primo a farlo sia stato Cremonini), ciancicano le parole, tra un po' canteranno come Mal.
Per fare bene il rock devi parlare inglese, non ci so cazzi.

Ecco perchè i Maneskin, che l'inglese lo sanno parlare, vengono apprezzati anche nei paesi che il rock lo hanno inventato.


Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 19/02/2024 ore 08:19:51
Sull’inglese sfondi una porta aperta; è un po’ il dilemma dei musicisti italiani (quelli che l’inglese lo masticano ed hanno possibilità di scegliere): punto sul mercato internazionale cantando in inglese ma rischiando perché è più difficile emergere, o accetto di avere un mercato italiano che mi dà da vivere?
Sinceramente non avevo pensato ad un tentativo di inglesizzare l’italiano…potrebbe pure essere.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 19/02/2024 ore 09:21:03
Persino un artista, apprezzatissimo dagli addetti ai lavori come Battisti, fece fiasco in inglese.
Va detto che aveva un inglese terribile!
Rispondi
di e.n.r.i. [user #46044]
commento del 07/02/2024 ore 16:34:38
Follow the money: Sanremo è showbusinness, non una mostra d'arte.
Sono le case discografiche che mandano i cantanti a Sanremo, un tempo quelli che vendevano i dischi, adesso quelli che fanno visualizzazioni.
Una volta gli artisti di successo avevano preparazione e talento, che restano.
Quelli di adesso devono avere followers, che seguono le mode, quindi non durano.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 07/02/2024 ore 21:35:57
"chi non si illude non rimane deluso". ovvero, si chiama "Festival della canzone Italiana" non "Festival Rock Italiano" o altro. Se lo guardo e penso di trovarci qualunque cosa non sia musica commerciale, ho sbagliato io, non loro. Il rock a Sanremo è quasi sempre stato farlocco, come i tre pagliacci con i capelli colorati definiti dei "punk".
Rispondi
di KitCarson [user #50962]
commento del 08/02/2024 ore 14:00:58
40 anni fa la gente si documentava, registrava dischi dagli amici prima di acquistare un LP, prima di investire le proprie lire in un prodotto faceva la sua ricerca e la sua selezione. Ora è l'algoritmo che sceglie che musica deve ascoltare la gente e stare attaccati al tablet è più comodo che fare tutta quella attività -o peggio imparare a suonare uno strumento-. Per forza che c'è solo rap trap e roba simile. L'uso e l'abuso di internet hanno fatto danni, mò teniamoci con le mani con le mani con le mani ciao ciao
Rispondi
di latin28274 [user #45548]
commento del 08/02/2024 ore 15:22:33
Salve amici, i miei due cents.
Per chi ama ampli a valvole, overdrive e soli più o meno violenti, gli anni 90 e 2000 anche del pop ci hanno dato soddisfazione: si veniva dalla lunga scia del rock tra i 60 e i 90 (classic, surf, blues, psichedelico, hard, metal, trash, ecc.), e praticamente tutti i cantautori italiani (rifeirmento per la musica nazionale) avevano il loro chitarrista di fidata e lunga collaborazione, spesso membro della band dai primi tempi (e insieme a lui anche altri musicisti): che so, Portesa per Dalla, Solieri per Vasco, Schiavone per Ruggeri, Mancuso padre per De Gregori, Blondini per Guccini, e così via. Anzi, il fatto che i cantautori suonassero spesso con una band fatta e finita, o almeno piuttosto stabile, aiutava anche nella creazione del loro sound. La generazione successiva, figlia di quella, anche aveva i suoi riferimenti: Varini, Castellano, e altri.
Per tanto tempo abbiamo visto le Superstrat sui palchi italiani.
Però, la musica è cambiata: si suona meno insieme, si produce di più a casa, grazie a software economici e facili, ed è cambiato anche il suono, che scimmiotta più facilmente le produzioni dance.
Questo Sanremo non fa eccezione: chitarra presente come strumento principale solo in Loredana Bertè, che ha 73 anni...
Non che la chitarra non esista più tutt'altro: solo che ha un altro ruolo, spesso di cesello, e a noi amanti della distorsione valvolare, che parliamo di ampli feticcio, overdrive al germanio, pick avvolti a mano, tocca vedere il chitarrista di Sanremo che durante il pezzo di Geolier sul palco... non c'è!
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di tittis [user #28285]
commento del 09/02/2024 ore 19:07:54
di solito c erano Colombo, anche Braido, ma pardon i due chitarristi elettrici di questa volta, chi sono?
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di latin28274 [user #45548]
commento del 22/02/2024 ore 10:12:19
onestamente non lo so. Ricordo il vecchio chitarrista coi baffoni, uno storico della Rai. Mi pare che quello con le strat di liuteria ci fosse già lo scorso anno.
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di zagoraz [user #65204]
commento del 21/02/2024 ore 22:39:59
Parole sante.
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di Claes [user #29011]
commento del 10/02/2024 ore 01:16:59
Sanremo è il festival della canzone e per autori... Ho suonato per la base di un pezzo da inviare a Sanremo e ho chiesto chi canta. Il produttore mi guarda male però dice che non si sa - decideranno "loro" nell'ufficio del direttore. Ho poi guardato la trasmissione con attenzione, seguendo le basi ma non mi pareva averlo sentito, cestinato?

È al Festival di Sanremo che viene scelto il pezzo da inviare al Eurovision Song Contest e se si va bene, c'è pronto un immediato mercato europeo.
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di Francescod [user #48583]
commento del 10/02/2024 ore 12:29:03
È una fortuna che il rock non sia presente a Sanremo perché non c'entra nulla e volerlo infilare dappertutto non ha senso. Lo avrebbe quanto portare una torta a una degustazione dedicata ai salumi. Però siccome la nostra è una nazione specializzata nei salumi, allora ecco che qualcuno vuol sottoporre al pubblico dei salumi (la stragrande maggioranza della popolazione) una torta. Si finirebbe come al solito, ovvero nello sbattere in faccia al pubblico qualcosa a cui non è abituato, qualcosa che no è desiderato e qualcosa da deridere come il momento buffo della manifestazione.
No, grazie, a ognuno i suoi spazi. E se il rock non ha il suo spazio in questo paese, è bene che questa cosa sia conclamata invece che elemosinare un siparietto fuori luogo in una manifestazione prettamente leggera.
Non è questione di odiare il festival. O almeno, io non lo odio. Semplicemente per me che non sono un estimatore della musica leggera che in seconda battuta ascolta anche rock, non è un evento che focalizza la mia attenzione.
Mi fanno solo ridere quei finti rockettari che invece sognano di salire su quel palco o quelli che fanno le classifiche dei migliori brani ascoltati, giudicano gli abiti, gli ospiti ecc. Guardatevi allo specchio e ammettete che quegli eventi che poi fate finta di criticare sono nel vostro dna. Il resto (blues, rock, country, jazz, metal ecc.) è un corollario che dite che vi interessa, ma in realtà lo guardate come fenomeno d'importazione che non è davvero nel vostro bagaglio culturale intimo. Allora guardatevi il festival e non chiedete che ci si metta dentro pure quello che non deve entrarci perché estraneo per cultura, sonorità e attitudine.
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di redfive [user #41826]
commento del 10/02/2024 ore 18:01:32
90 minuti di applausi!!!!!
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di Francescod [user #48583]
commento del 14/02/2024 ore 14:23:25
Sai cosa? Temo che il pubblico rock italiano non sia così compatto ma sia suddiviso in due sottogruppi: coloro a cui piace il rock e che, in secondo battuta, possono disinteressatamente guardare manifestazioni musicali di altro genere, e coloro che invece sono intimamente connessi alla musica leggera italiana e ai suoi eventi e, in seconda battuta, ascoltano anche rock.
L'equivoco nasce dal fatto che questa seconda categoria crede che siamo tutti come loro. Non concepiscono o non realizzano che in Italia esista davvero chi è interessato principalmente o quasi esclusivamente alla musica rock (o metal o blues o jazz ecc.) e non ad altro.
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di Guycho [user #2802]
commento del 14/02/2024 ore 13:55:02
Esatto
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di alexus77 [user #3871]
commento del 14/02/2024 ore 00:27:04
Mi ricorda quanto detto da Rick Beato in un video che ha postato ieri sull'half-time show del superbowl. Eh si, il rock sembra essere sparito dal mainstream, e c'e' un'omogeneizzazione globale a livello musicale che sta portando sempre piu' prodotti effimeri ad emergere, anche se per poco, perche' la sostanza sotto sotto non c'e'
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