Raggiunto e superato , la Yamaha Pacifica è a pieno titolo un classico della chitarra elettrica. Il progetto giapponese però non si adagia sui propri canoni stilistici e li reinventa anno dopo anno, con un’estetica inedita, finiture esclusive e per la prima volta un set di pickup disegnati a quattro mani con Rupert Neve Design.
Le gamme Professional e Standard Plus interpretano la ricetta con due varianti per le fasce più alte del catalogo, distinguendosi l’una dall’altra per dettagli come il trattamento IRA e il raggio compound per la Professional contro un raggio fisso da 13,75 pollici per la Standard Plus.
Abbiamo avuto sotto mano quest’ultima, nella versione con tastiera in palissandro o con manico interamente in acero, e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per un confronto diretto tra le due con la sfida di saggiare la proverbiale flessibilità della Pacifica.
Negli studi dell’accademia col supporto del fonico Giuseppe Balsamo, ci siamo affidati alle mani di Alessandro Tonti per documentare il tutto.
Per il 2024, Pacifica ha ridisegna il body in ontano e lo avvolge in finiture pastello con un tocco metallizzato capace di incarnare versioni aggiornate dei classici americani più amati. Di pari passo, rimodella il battipenna con un taglio netto alla base, lasciando a vivo sul top il selettore a cinque posizioni e i due potenziometri di volume e tono. Quest’ultimo cela anche un meccanismo push-pull per lo split dell’humbucker nelle posizioni 1 e 2.
Tutta l’elettronica ruota intorno a un set di trasduttori Reflectone realizzati in collaborazione con Rupert Neve Design, riferimento assoluto nel campo dell’audio professionale e dei prodotti da studio. La joint venture dà vita a dei pickup eccezionalmente dinamici e definiti, capaci di trasmettere calore ed espressività mentre si preserva l’intelligibilità delle note anche nei voicing più complessi, tutto con un output equilibrato e bilanciato, che sembra facilitare le regolazioni sull’amplificatore senza impazzire anche quando ci si muove tra stili molto diversi. Lo abbiamo saggiato utilizzando un solo amplificatore Mesa Boogie per passare con disinvoltura da puliti cristallini del pop e del funk, passando a quelli leggermente più caldi del blues fino alle saturazioni organiche del rock o quelle spinte del metal. In tutti i contesti, i pickup sfoggiano una buona resistenza alle interferenze e separazione delle note con una resa che si può definire “da studio”.
La Standard Plus monta due single coil al centro e al manico avvitati sul battipenna, mentre l’humbucker al ponte con cover in metallo si fissa un pelo sotto la superficie, con due viti a vista attraverso gli appositi scavi ai lati nel battipenna.
La sensazione complessiva è quella di una chitarra “contemporanea” e solida, con acuti rotondi e bassi pastosi sui puliti quanto rombanti in distorsione.
Sempre in equilibrio tra classico e moderno, la Pacifica conferma l’impressione anche quando si viene alla suonabilità. Il manico in acero è un classico, come lo è il suo profilo a C tondeggiante, facile da agguantare ma non esile nel pugno e con il comfort di un ottimo lavoro di smusso lungo i bordi per guidare la mano con agio lungo i 22 fret a disposizione.
Nei due modelli in test abbiamo avuto modo di esplorare le sfumature della tastiera in palissandro e dell’acero. Se all’orecchio bisogna fare attenzione per scovare lo “snap” dell’acero e, viceversa, notare la maggiore ampiezza del palissandro su tutta la gamma di frequenze, sotto le mani le differenze sono immediate, e il feeling di ognuna suggerisce precisi orizzonti stilistici a cui attingere per la propria espressività.
La finitura satinata del manico contribuisce a una scorrevolezza apprezzabile e, se è vero che l’occhio vuole la sua parte, la modernità del design si sottolinea coi segnatasti a contrasto, dalla forma sottile e allungata che accenna al “blocco” con un taglio assai stiloso.
L’affidabilità sul palco non è messa da parte, e Gotoh provvede a un set di meccaniche bloccanti che, in collaborazione col ponte a due viti con sellette chiuse di tipo moderno, permette escursioni ampie, anche selvagge, senza far faticare troppo l’accordatura.
Yamaha è una garanzia quando si viene agli strumenti di taglio professionale con prezzi concorrenziali e la non tradisce le aspettative. L’edizione 2024 punta tutto sulla versatilità e sulla purezza sonora attraverso un’elettronica esclusiva, ma classica nell’approccio, come tipico è anche il feel di manico e body, per strumenti capaci di risultare sempre familiari eppure “nuovi” ogni volta. |