Corde a martelletto: tutti lo vogliono ma non piace a nessuno
di redazione [user #116] - pubblicato il 10 agosto 2016 ore 11:00
Ciclicamente viene fuori un nuovo accessorio che intende stravolgere il suono della chitarra e l'approccio della mano destra trasformando il suo lavoro da pizzicato a martellato, promettendo rivoluzioni sonore ed espressive. L'interesse c'è, ma sembra che il segreto del successo sia altrove.
Tra i jazzisti metropolitani, quando si organizza un concerto e si nota che il pubblico è praticamente composto solo da altri musicisti di jazz, tutti già in programmazione nello stesso locale con le loro formazioni per le serate successive, si è soliti fare considerazioni di questo tipo: "il jazz, sono più quelli che lo suonano che quelli che lo ascoltano". Ecco, si potrebbe dire lo stesso dell'idea di suonare la chitarra come un pianoforte, picchiettando le corde in modo percussivo anziché strappandole alla maniera tradizionale.
Il pianoforte, per picchiare le corde, usa dei martelletti azionati dai tasti, e naturalmente anche sulla chitarra l'ideale sarebbe ricorrere a un aiuto meccanico: dare delle schicchere con le dita sulle corde non è certo il massimo per l'espressività e il suono. Per questo, negli anni, sono nati diversi attrezzi, tutti partoriti dall'impellente necessità dei loro creatori di rivoluzionare l'approccio della mano destra sulla chitarra.
A qualcuno negli anni '70 dev'essere sembrata una buona trovata montare una scatoletta in fondo al manico con dei veri e propri tasti che, attraverso un sistema di leve, colpiscono le corde per imitare la prassi pianistica. Si chiamava Keetar, ed è forse il primo tentativo di regalare alla chitarra una nuova sonorità dall'attacco deciso e con il controllo della dinamica più esteso proprio del pianoforte, almeno su carta.
Il risultato era carino, ma non abbastanza perché la cosa prendesse piede, o quantomeno importasse a qualcuno della scomparsa del Keetar dalle scene di lì a poco.
Passano gli anni e qualcun altro pensa che quella strada forse non era stata battuta a sufficienza. Nei primi anni '90 arriva l'Hammer Jammer, un dispositivo da montare sul ponte, stavolta con parti meccaniche a vista e con un principio funzionale del tutto simile. È ingombrante, la scocca sembra uscita direttamente dalle fabbriche Nintendo, e anche lui finisce presto nel dimenticatoio.
I chitarristi però hanno la memoria corta, e qualche anno fa qualcuno ha notato degli invenduti dell'Hammer Jammer su Internet. In pochi giorni, l'apparecchio è rimbalzato per tutto il web, e ve ne abbiamo raccontato la storia anche qui.
Inizialmente creduto una novità dell'ultim'ora, ci si è poi resi conto che l'idea era, come si dice, vecchia come il cucco, e il prodotto pure. Diversamente dagli anni '90, però, i chitarristi si sono dimostrati interessati e si parlava di un grande ritorno dell'Hammer Jammer. Ora l'accessorio è tornato in produzione, con un sito suo e delle demo (di cui l'ultima nel 2015). Nonostante il boom mediatico e le sonorità senza dubbio interessanti, resta un oggetto di nicchia.
Più o meno nello stesso periodo, nel 2013, esce il Guitar Forte. Il concetto è incredibilmente simile a quello dell'Hammer Jammer, come anche la realizzazione pratica, ma di nuovo si parla di innovazione e sperimentazione, tant'è che è partita anche la pratica per il brevetto. Forse la scarsa diffusione dei suoi predecessori è stata tale da fare in modo che l'inventore del Guitar Forte non sapesse nemmeno della loro esistenza. In ogni caso, quella del pianoforte dev'essere sembrata una prospettiva interessante anche a lui, l'ennesimo. Se invece voi non ne avete mai sentito parlare prima d'ora non ve ne crucciate: siete in ottima compagnia. Ancora una volta, l'idea di suonare la chitarra come un pianoforte sembra interessare più a quelli che ci costruiscono attrezzi intorno che ai musicisti stessi.
A ben vedere, forse l'idea solletica davvero i chitarristi, ma in pochi sono disposti a montare un aggeggio simile sui propri strumenti, forse non vogliono spendere somme consistenti per uno sfizio o forse non c'è mai stata la giusta spinta pubblicitaria. Sta di fatto che quello delle chitarre pianistiche resta un cielo fatto di meteore.
Può far riflettere, infine, il fatto che un solo accessorio sia stato così apprezzato dal pubblico al punto di superare i confini nazionali (degli USA) fino ad arrivare tra le mani di diversi musicisti nostrani.
Più o meno contemporaneo del Guitar Forte è il The Engle, un dispositivo che consiste in un semplice martelletto montato su un bastoncino da usare "a mano libera". Lo scopo è ancora una volta quello di passare da una tecnica fatta di corde pizzicate a una basata su colpi secchi.
Più che un pianoforte, il suono prodotto e la tecnica necessaria possono ricordare quella del dulcimer martellato, e sicuramente un grosso punto a favore è quello di non richiedere modifiche sulla chitarra oltre a essere utilizzabile in qualunque momento, solo quando richiesto, e poter essere messo da parte quando non serve più anche senza interrompere l'esecuzione di un brano, come si fa con l'archetto di un contrabbasso.
Non ultimo c'è il fatto che un The Engle può essere acquistato sul sito ufficiale a partire da 20 dollari, contro gli 80 dell'Hammer Jammer e ancora qualcosina in più richiesto per il Guitar Forte.