Nelle mani di Michele abbiamo messo una semi hollow body double cut, realizzata in Korea e che dimostra ben più dei circa 900€ che servono per mettersela in rastrelliera. L’aspetto estetico è esattamente quello che ci si aspetterebbe dal marchio scritto sulla paletta. Il body in acero laminato, in cinque strati, è contornato da un binding multi-ply, invecchiato per sposarsi con la sua colorazione giallognola all’aspetto super vintage dello strumento. Il blocco centrale è in abete, alleggerito da alcuni fori che ne aumentano anche la risonanza.
Incollato troviamo il manico, sempre in acero, a 22 tasti con tastiera in palissandro e segnatasti asimmetrici (thumbnail), in linea con la tradizione. Termina nella palettona nera late-’50s G6120.
Il manico con un profilo a U non è estremamente spesso e si lascia avvolgere dalla mano senza fatica, anche per chi non è dotato dei mani over-size. Le meccaniche si sono dimostrate precise e affidabili, anche se dall’altro capo delle corde abbiamo un Bigsby. Aiutata anche dal capotasto Graph Tech® NuBone l’accordatura non risente dell’utilizzo del ponte, anche quando si viene rapiti dal Brian Setzer che si nasconde in ogni suonatore di Gretsch.
L’elettronica è affidata a una coppia di Super Hilo’Tron, cromati con black top e serigrafia dorata, un tocco di classe.
La G5622T è una chitarra da suonare a tutto volume, a qualsiasi livello di gain. La sua costruzione, nonostante le F intagliate nel top, non mette mai in crisi e la resistenza ai feedback è massima. Il sound dei due humbucker è corposo, pieno sulle basse, ma tagliente quanto basta nelle alte e medio alte.
Questo lo si percepisce soprattutto quando si abbandona la distorsione e si torna a crunch e puliti. Qui si può apprezzare una sana dose di twang, enfatizzata dal timbro un po’ nasale da semi-acustica, che si porta dietro.
Nonostante le dimensioni non certo contenute, la G5622T non è affatto scomoda. È leggera, sottile quanto basta e le forme tondeggianti la rendono perfetta tanto quando si suona da seduti, quanto quando la si suona in piedi. Con una tracolla bella lunga e lo strumento ad altezza ginocchia si fa pure una bella figura. Il manico non è un fuscello, ma è comodo, abbastanza arrotondato per essere un profilo a U. La tastiera e i tasti sono posizionati con cura e non infastidiscono, ne necessitano di manutenzione subito dopo l’acquisto.
Con un prezzo al di sotto dei 1000 euro, la Gretsch è uno strumento che merita di essere provato e approfondito. Non fosse già per il look, merita un giro in negozio per il suo twang e le unghie che riesce a tirare fuori quando si gira la manopola del gain.
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