di redazione [user #116] - pubblicato il 09 marzo 2020 ore 11:45
Da sempre la Telecaster ha un appeal pazzesco sui chitarristi. Difficile trovare qualcuno che non venga ammaliato dalle forme un po’ grezze di una Telly. Per averne una in casa non serve svenarsi. I modelli a disposizione sono tantissimi, quindi perché rinunciare?
La storia è il primo motivo per imbracciare una Telecaster. Non è solo una chitarra, è la prima chitarra solid body di successo. Dritto dalle mani di Leo Fender, è lo strumento da cui è nato tutto. È un po’ la Stele di Rosetta del rock n roll. Quando la si prova, la si studia, ci si rende conto di imbracciare l’essenza stessa della chitarra elettrica. Sarà un motivo “sentimentale” ma è sicuramente valido.
È un vero mulo da soma. La Telecaster è semplicissima. Due pezzi di legno, due magneti avvitati e collegati con un circuito quasi banale, a prova di inesperto saldatore. Questo si traduce in un’affidabilità senza pari. Avendo pochissimi componenti e un ponte fisso è difficile che qualcosa in un setup possa andare storto. Dovesse succedere, tornare indietro sarà una passeggiata.
Può essere una vera nave scuola. Uno strumento così semplice è perfetto per muovere i primi passi nella customizzazione e nel setup. Sia dal punto di vista liuteristico sia elettronico mettere le mani su una Telecaster è un ottimo punto di partenza per smanettare.
Rappresenta la vera essenza del suono. I due single coil avvitati nel legno, così distanti tra loro, sono la perfetta rappresentazione del “sound al manico” e “sound al ponte”. Difficile trovare altri strumenti in grado di avere lo stesso slap, lo stesso attacco, insomma lo stesso twang di una Telly. Ha nella sua cartucciera dei suoni che solo lei può sviluppare, provare per credere.
La Telecaster è la chitarra del vero chitarrista da band, del musicista che insegue il suono, l’efficacia delle parti, la solidità e l’impatto della ritmica prima che l’orpello gratuito o la sciccheria pentatonica. Da Bruce Springsteen a Jonny Greenwood passando per Joe Strummer, Andy Summers o Keith Richards questa è la chitarra di grandi e raffinati macinatori di accordi e riff.
La Telecaster è sempre l’integrazione o alternativa perfetta a qualunque altra chitarra. Quale che sia la vostra sei-corde principale, una Telecaster ha un DNA sonoro talmente spiccato che comunque rappresenterà sempre la seconda chitarra perfetta da affiancarle. Per una ritmica aggiuntiva in studio di registrazione, per una voce diversa in un arrangiamento, per un cantante che all’ultimo ti chiede di suonare un semitono sotto.
Se si deve affrontare lo studio di registrazione, la Telecaster (come forse solo la Les Paul) è una chitarra con la quale si è certi di fare centro al primo colpo nei gusti di fonici e produttore.