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Orio
utente #1872 - registrato il 22/05/2003
Classe 1979, chitarrista multistile (così fa fico). Ha suonato classica, heavy metal, blues, jazz, rock. Si diletta a suonare in tre gruppi, uno dei quali specializzato in cover anni 70-80-90; negli altri due autore di testi e cantante, nonchè chitarrista. Sperimentatore e amante del suono di Stevie Ray Vaughan. Non suona velocissimo, non canta da dio, non conosce tutte le scale...ma si diverte.
Città: Chiavari
Genere: Blues, Classica, Folk, Heavy metal, Jazz, Pop, Rock.
Sono interessato a: Chitarra acustica, Chitarra elettrica.
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Attività

Stylus Pick, per essere precisi
di Orio | 30 maggio 2006 ore 23:56
Orio scrive: Ancora una volta questo piccolo grande negozio di musica mi tira fuori delle cose nuove. Jammin, provincia di Genova. Passo al volo a portare un cavetto per una pedaliera alimentata di cui non me ne faccio più molto, poi do un'occhiata ai plettri. Rifornito in parte, chiedo a Nicola se sono arrivati finalmente i tortex piccoli, lui prende e gironzola sul sito della dunlop. Ecco finalmente mi fa vedere una sfilza di plettri. Poi l'attenzione ricade su una cosa nera e spigolosa.
Un pezzo di storia tra le dita
di Orio | 22 maggio 2006 ore 11:08
Orio scrive: Non capita tutti i giorni di poter trovare una chitarra datata, di certo non nei negozi di chitarre delle cittadine di una Riviera ligure che pullula di turisti. E non capita tutti i giorni di avere a che fare con una Ibanez. Ibanez vintage, lì appesa per il collo, in attesa. La cosa più vintage che ho in casa mia è una ferrarotti di 20 anni fa, oramai scoperchiata ma ha fatto il suo dovere.
Un "nuovo" overdrive
di Orio | 04 febbraio 2006 ore 23:36
Risale all'estate scorsa l'acquisto di questo effetto, una scatoletta in metallo, blu e viola, con su scritto Carl Martin Plexi Tone. Tre switch resistenti, lead, crinch e boost, tre bei led blu e una pasta molto molto bella. Provato sul mio Marshall DSL601 ha dato i suoi buoni frutti e ancora adesso non la cambierei con nulla al mondo. Mi ricordo che in quell'estate ho passato troppo tempo a provare una miriade di pedali. Boss, Danelectro, ElectroHarmonix, avevo persino un TS9 modificato R Keeley. Ho provato anche il Dime Distorsion della MXR: bellissimo, ma aveva una distorsione troppo estrema (anzi se avete l'occasione di provarlo e vi piace il metallo pesante e co, ne rimarrete stupiti secondo me). Che dire, venduto tutti i pedalini e preso il Carl Martin, devo dire che non me ne pento. Suonando in tre gruppi come facico ora e facendo soprattuto cover da Eva Cassidy ai Queen, ai Toto, sovrapporre i canali del Marshall con gli stessi del pedale da i suoi frutti. Ma non avrei mai pensato che fosse così difficile e che una minima variazione potesse scombinare tutto il lavoro. Ecco, direi che l'unica pecca del pedale sia che non ha i numerini sui potenziometri, quindi una volta che si sono spostati (è molto facile che si spostino, sono decisamente sensibili) si entra in panico. Ma a tutto c'è un rimedio: quanche decal o semplicemente un adesivo originale fatto magari al pc e si risolve tutto a costo zero. E ora passerò sotto torchio qualche effetto di modulazione, oppure cercherò sebbene titubante, un compressore: questo oscuro pedale che può rovinare tutto.... Detto questo, cari musicisti e musicofili, musiconomi, musicologi e chi più ne ha meno ne suoni, vi saluto. Con l'augurio di rompere di nuovo non appena mi balenano in mente un altro milione di idee e pensieri. Artista del giorno ---> John Mayer in Live. O
Digitech 2112 e co. Back To the Future
di Orio | 10 gennaio 2006 ore 16:33
Orio scrive: Ultimamente spopolano. non troppo economici, piccoli, leggeri, tecnologia d'avanguardia, suono bello. Sono i pedalini i POD e tutto ciò che sta uscendo adesso. Ampia scelta e a volte si trova un po' di qualità anche in un pedale da 18 euro. Mai visto un pedale così economico, ma per quei soldi non è male. E finalmente ecco fatto il set up, ricco ma semplice. Permette molte cose. Ma a poco a poco, non so perchè, dei miei bei pedalini, modificati e non, sono rimasti in due. Un Carl Martin Plexi e un Wah Morley Steve Vai 1. E la nostralgia di quegli scatoloni passati con una-due valvole dentro. Ecco, i Digitech 2112, GSP 2101 e 2120 Artist. ossedevo un ART SGX 2000 con una pedaliera in metallo che pesava più di me. Tiravo fuori dei suoni fantastici anche se impiegavo molto tempo a settare tutti i parametri. Una volta l'ho provato anche ad aprire: cirtuito grande come il mio torace, una valvola fissata contro i colpi, schema elettrico sul case e nome e cognome di chi lo aveva testato. L'ho venduto a pochissimo ed ora dopo mesi di prove di pedalini, mi sono accorto che era quello che volevo. E lo vorrei uno di quei Digitech. E allora mi chiedo: è giusto? Come è possibile che ad istinto io possa sapere che quel multieffetto a rack (doppio) è quello che voglio? Ci sarebbero tanti altri nuovi multieffetti forse migliori. anzi sicuramente superlativi, adatti a me. Possibile che un chitarrista venga attirato da quella che chiamo io tecnologia estetica? Un bel display, tante manopoline e tanti tastini con un sacco di nomi sopra. Forse è successo pure a voi, ma non so perchè ma io tra il mio Marshall, il Carl Martin e la Strato modificata voglio proprio quel multieffetto. Che oltretutto ho provato una volta solo tanti tanti anni fa quando costava un milione e mezzo. Ora lo trovo a 250 euro. Sarà che sono di Genova, ma non mi lascerei sfuggire l'occasione.
Ritorno!
di Orio | 09 ottobre 2005 ore 20:45
Accidenti, quanto tempo è che non scrivo in questo Diario... Tanta acqua è passata sotto i ponti. Sono entrato a far parte di una cover band, una grande estate densa di concerti più un mini tour di tre giorni di fila. Divertito, allenato, conosco ora un po' meglio i miei limiti. Ho preso in mano a settembre il vechcio materiale che ho sparso per casa in mille e mille fogli. Corsi di jazz, blues, spartiti di SRV, Satriani e altri, tab scaricate da internet e il metodo di chitarra rock e blues della Lizard. Molta voglia di continuare a studiare più a fondo la teoria. Vicino a casa mia, a Pegli, insegna Menconi. Credo che dopo la laurea potrei farci un salto il fine settimana, seriamente. non so dove mi potrebbe portare quella strada, ma di certo dovrò arrivare là e sapere molte cose, al fine di poter sfruttare al megli ole lezioni. Per ora mi butto a imparare accordi, posizioni, circolo delle quinte quarte ecc, tecniche nuove e strane, pulizia e precisione al posto della supervelocità. Molto lavoro di memoria, direi, le dita si muovono già sulla tastiera da oramai un quinto di secolo; che non basta mai.
Una decisione importante, la scuola di musica
di Orio | 02 ottobre 2005 ore 23:28
Orio scrive: Arriva per tutti il momento di fare qualche conto, e a me in questi giorni i conti non tornano granchè. Ho 26 anni, suono da 20, non sono magari uno di quei virtuosi e precisi che imbracciano la chitarra da molto meno tempo di me. Ma diciamo che me la cavo, nella maggior parte degli stili. Mi sto per laureare in ingegneria, poi andrò a lavorare, magari. Ed è qui che ho capito che non ho assolutamente intenzione di mollare la musica, non l'ho mai avuta da quando ho 5 anni. Il mio desiderio è sempre stato una scuola professionale, UM, CPM e l'anno prossimo questo desiderio potrebbe diventare realtà. Oggi ho preso in mano la mia Strato e mi sono accorto che ho bisogno di imparare di più di quello che so. Sono al secondo libro dell'accademia Lizard di rock e blues, ho suonato SRV, suono tutt'ora (soli permettendo) Deep Purple, Queen, Eva Cassidy, Eagles; ma non ho l'opportunità di confrontarmi con chi suona la chitarra e penso che sia questo il punto chiave. Cioè per dirla breve ...voglio suonare. Ho visto alcuni servizi sul CPM, è interessante e abbastanza vicino da casa mia (riviera di Levante in Liguria), per non parlare del fatto che a Milano c'è un fervore di musicisti e qui poco e niente (Menconi quando riesci a saperlo in tempo, spesso Renato Sconiamiglio, se capita Serini o Aromando Corsi). Praticametne è più facile che un tedesco apra una pizzeria a Napoli che trovare uno sprone a suonare in Liguria. Quindi chiedo il vostro sempre illuminante parere, chi ne sa di più, chi lo ha fatto o chi ci sta ancora dentro. CPM o UM a Roma, tante differenze rispetto al "lavoro" (il più bello che potrei fare, direi) che si trova alla fine dei due percorsi? Lizard, che ne pensate? E quanto conta l'età dentro ad una scuola di musica? Ho girato sui siti, probabilmente a ottobre faccio un salto su a Milano per dare un'occhiata e vedere che impressione mi fa.
L'amplificatore a rotelle
di Orio | 27 agosto 2005 ore 23:52
Orio scrive: Ciao a tutti. Facendo molti concerti in giro, mondando e smontando palchi, ho pensato che magari mettere le rotelle al mio amplificatore non sarebbe stata una buona idea. Ora trovo che mettere le rotelle sotto può portare ad una diminuzione delle frequenze basse dell'ampli, fatto logico se manca un solido appoggio. Volevo sapere in quale modo vi ingegnate quando dovete trasportare 30 chili di amplificatore magari anche lontano e a piedi. Grazie.
I problemi alla spalla
di Orio | 21 agosto 2005 ore 21:34
Orio scrive: Oramai è da molto tempo che suono la chitarra elettrica, ne ho usate solo due che mi hanno soddisfatto per i generi che facevo. Una vecchia Washburn con un solo humbucker e la mia attuale Fender Stratocaster. Non sono chitarre pesantissime, di certo le Gibson in confronto sono dei macigni. Ma tutto ad un tratto, alla fine di agosto e per tutta l'estate mi sono ritrovato con la spalla incriccata. Più precisamente il deltoide contratto. Forse dovuto a nervosismo e altro, ma alla fine del concerto quel fastidioso muscolo mi fa contorcere. Non fa male certo, ma si ripercuote sul mio modo di suonare, uccidendo la scioltezza. Ieri ho investito parte dei proventi di una serata live dalle mie parti per una fascia di cuoio imbottita e larga 4 dita della Levis' (pare che non ne facciano di semplici senza pagare il marchio...pazienza). 10 euro a dito.
Processo soft di invecchiamento
di Orio | 04 luglio 2005 ore 19:58
Orio scrive: Ok, mi trovo davanti alla mia strato, i konbs cambiati con un tris non originale nero e tenuti su per un po' perchè mi piacevano. Poi, vista l'occasione, cioè la possibilità di acquistare gli adesivi di SRV che aveva sulla sua Number One, mi domando dove ho messo i vecchi knobs bianchi. Ehm, con grande fortuna NON LI TROVO. Allora prendo il mio bel motorello e scendo al negozio a prenderli, fender originals (cioè li fa la fender ma non è che siano gli originali americani, anche un cieco se ne accorge). Li applico e noto che sono ORRENDAMENTE BIANCHISSIMI. Ora, visto che mi piacerebbe che prendessero quel bianco un po' sporco (non è né giallo né beige o panna, è solo un bianco meno bianco, non so se ho spiegato bene) delle cover dei pickups, mi chiedo: esiste un modo per invecchiare di quel poco i knobs per farli sembrare un po' più isati senza spedirli a qualche custom shop koreano? Chimicamente, fai da te, non so. Io non ci capisco molto di reliccaggio soft di knob. Grazie ^^
Sfida da 0 a 70 euro
di Orio | 13 giugno 2005 ore 23:04
Orio scrive: C'è chi dice che l'euro non va bene, che bisogna tornare alla lira. C'è chi dice che l'euro è tropo forte sul dollaro e fra poco ne vedremo di cotte e di crude. C'è chi entra in un negozio di amplificatori e si vede in bella mostra un ampli vintage a 200 valvole fatte a mano dai piccoli aiutanti di babbo natale. Il costo? 7500 euro senza il cono e le valvole. "Scusate, ne avete di più economici?" chiede un ragazzo di 15 anni. "No, quella è roba che non teniamo" risposta non lungi dalla realtà, purtroppo. Scherzo, ovviamente, ma ho tirato fuori questa sera cinquanta euro, più un plus di 20 euro e mi sono chiesto: visto che l'ampli lo ho in saletta, che cosa posso comprarmi a casa da 0 a 10 watt, anche 15, per sentire la chitarra quando imparo i pezzi, anche per suonare sopra il cd dello stereo? Bene, vi chiedo un parere, vi offro una sfida, magari. Ho 50-70 euro, cerco nell'usato un microamp da 10 watt per suonare. Evitando la marca Kustom che proprio non mi piace, che mi consigliate? Ovviamente non cerco la super qualità, nè un rottame, ma magari la Panda o la Uno degli amplificatori da 10 watt, quelli che vanno sempre. Potrebbe essere un piccolo aiuto anche per i ragazzi che di soldi in tasca ne hanno pochi ma a cui piacerebbe suonare l'elettrica, o avvicinarsi a Lei. Attendo le vostre risposte. Ciao!
Che esperienza avete sulle corde?
di Orio | 17 maggio 2005 ore 08:25
Orio scrive: Dopo il post sui plettri mi è giunta alla testa un'altra cosa, strettamente legata al tocco del plettro e alla sua risposta sulla chitarra. Le corde. Ebbene sì, queste cose ruvide o liscie, avvolte, con tanti materiali dentro, ognuno con proprietà differenti. Marche, tante. Scalature, anche quelle ibride. Le corde con i tondini colorati, quelle con i blocchi a forma di cappucccio cosi entrano meglio nel ponte della fender. E poi dobbiamo montarle sulla chitarra. Ma sappiamo farlo? Sappiamo che le corde avvolte sulla paletta devono rispettare una inclinazione per "agganciarsi" sul capotasto e vibrare al meglio con lo strumento? Abbiamo notato come la differenza sia abissale quando il set-up della nostra seicorde è ottimale? E il suono, questo suono che ne esce, merito ovviamente anche delle corde, lo curiamo sul serio? Meglio mantenere la marca e "abituare" la chitarra a quella oppure cambiare spesso? Passando molto tempo dal liutaio ho imparato alcune cose sulla chitarra e sulle corde. Ho imparato che ogni marca ha il suo tiraggio diverso, che le corde ibride possono torcere il manico (a mie spese su una acustica, sigh!). E ho imparato che prima basavo la bontà delle corde dal fatto che il suono distorto venisse melgio o peggio. E che prima di tutto viene la parte del pulito. Ultima domanda? Voi sperimentate le corde diverse, sia come marca che come scalatura e materiali utilizzati? Che conclusioni ne avete tratto? Grazie di nuovo, spero mi rispondiate in tantissimi! ps. e se ci accorgessimo un giorno, che le corde dovrebbero essere scelte anche in base ai legni della nostra chitarra? Sembra quasi una cospirazione...!
Send/return, va bene, ma in soldoni?
di Orio | 13 maggio 2005 ore 09:07
Orio scrive: Bene sono davanti al mio bell'ampli, ho una strumentazione fatta di un wah, un overdrive, un multieffetto che può essere v-amp, pod, zoom, mia nonna che grida. Ho un input e il send/return dietro. Devo suonare in concerto e in saletta. Inoltre ho vari cavetti per i collegamenti e una chitarra che attende. Cosa faccio? Nel senso, ok, il send/return esiste da Leonardo fra un po', ma che ci infilo o posso infilare lì dentro per avere un controllo ottimale disuoni e vari? Ho letto il post sul send/return e ho aperto questo per approfondire la cosa. Voi che ne pensate? Come è fatto un send/return dentro? E perchè è stato inventato e tante persone si sbizzarriscono a fare dei domino con effetti e ampli che poi non ci si capisce più nulla? E perchè il S/R lo vedo solo sui valvolari? Grazie in anticipo, così potrò colmnare le mie lacune sul retro degli ampli. Orio
Marshall jcm2000 TSL 601
di Orio | 04 maggio 2005 ore 16:56
Orio scrive: Arrivo subito al dunque. girando e girando alla ricerca di un ampli fender a valvole, mi sono imbattuto in questo TSL 601, e devo dire che è stata la prima volta che ho suonato con un Marshall interamente valvolare. Beh, sebbene fossi in concerto, alla fine di questo mi hanno fatto milioni di complimenti per il suono che ne usciva. Accidenti! Mi sono chiesto osservando il V-amp ancora acceso. Chissà senza. E qui giungete voi. Sono scettico circa i Marshall. Suono di tutto, rock, blues e co. con la mia Fender Strato American STD, 011 e circuiteria SRV. Ho trovato un Marshall usato, un TSL 601. Se qualcuno che legge questo articolo e lo avesse usato o lo usasse anche adesso, mi farebbe piacere sapere se il mio scetticismo può andare a farsi benedire e se mi trovo davanti ad un "bell'amplificatore a valvole". Commenti, pro e contro, "attento a", tutto mi farebbe comodo per indirizzarmi, anche perchè un fender valvolare, evitando gli hot rod, andrebbe troppo oltre il mio budget per l'usato. Grazie! Orio
Una distorsione, un grande dubbio
di Orio | 21 aprile 2005 ore 13:47
Orio scrive: "Sembrerebbero mani grosse e forti..." direbbe il Mordiroccia della Storia Infinita. Si, sembrerebbero suoni grossi e forti, ma non lo sono. Ebbene eccomi qui di nuovo. Ho un gran bel problema. Fino ad adesso ho usato distorsioni provenienti da un V-amp2, con buoni risultati, ma non mi sento mai sicuro. Posseggo un ts9 modificato stile robert keeley. Bene, questo grande pedalino dà il suo massimo con il drive tra 0 e un quarto. Ostinandomi a cercare il suono bello in zone alte del potenziometro, ieri sera mi è successo che adoro il suono che crea quando non distorce troppo il segnale. Ora, volendo abbandonare il V-amp, anche se molto utile in fase di registrazione e non solo, mi chiedo...cosa posso fare per avere un distorsore che faccia un buon overdrive ma anche un buon distorto? Non voglio arrivare al metal, ma sfiorarlo un pochino, senza eccesso. Avevo pensato ad un BD-2 modificato Phat, sempre sulle specifiche di Roberti Keeley, ma anche ad un os-2; pensavo con molto interesse a qualcosa che non fosse boss, ma cosa? Abbene sì, vorrei un punto di partenza. Non è facile come si crede trovare un distorsore. Ce ne sono milioni di vagonate, accipigna! Chi mi darebbe un suo parere? Suono dal blues all'hard rock. O.
Plettri e materiali
di Orio | 13 aprile 2005 ore 08:35
Orio scrive: Il primo plettro era un bellissimo Fender plasticoso blu elettrico trasparente. Aveva un suono, ma era piccolo e non potevo accorgermene molto sulle canzoni dei Metallica. Poi, piano piano, sfruttando gli anni '90, iniziavano ad arrivare al negozio vicino a casa (il mitico Hendrix guitars che aveva delle cose fenomenali) i primi plettri di rame, ferro e fibra di carbonio. Li presi e li persi tutti, tranne due. Un plettro in fibra, il classico nero con la fogliolina sopra, che mi sorprese e mi soddisfò per vari anni. Poi, perso in qualche portafoglio, riapparve il plettro in TITANIO.
Dilemmi su un amplificatore a valvole
di Orio | 09 aprile 2005 ore 18:05
Orio scrive: Ciao a tutti, sono un quasi felice possessore di un amplificatore a valvole. Ho comprato questo cubo da trenta chili svariati anni fa. E' un Ibanez Strafield VT-50, cinque valvole, di cui due nel finale. Appena rivalvolato (novembre 2004), mi piace il suono e la semplicità. Purtroppo ultimamente soffre di cali di volume, distorsioni nel segnale che, anche se minime, danno fastidio e sul pulito è un problema. Soprattutto questo genere di distorsione si nota quando, mentre suono, il volume cade brutalmente, rendendo il suono anche meno cristallino. Ho pulito i potenziometri, lo tengo con cura; alcuni mi parlano del bias, altri di condensatori che perdono, ma sinceramente per me è arabo. Premettendo che non vorrei separarmi da questo ampli che per me vale più di quello che ho pagato e ha un calore non indifferente, vorrei sapere se potrei farlo tornare come un tempo. Vorrei portarlo a vedere, farmi fare un preventivo, ma non ho idea di quanto mi costerà il tutto L'ibanez ha un cono Celestion G/12-M (credo che sia lo stesso dei primi Vox), intatto. Le uniche informazioni che abbia mai trovato su questo ampli si riducono ad un sito, fortunatamente fatto bene. (http://www.geocities.com/ibzstar/ ps. nelle immagini il cono è diverso da quello che è presente sul mio amplificatore). Ecco, questo è il mio amplificatore misterioso, corredato da un dilemma su questo suono sporco che esce. Spero che qualche anima mi dia una risposta! CIAO! Orio
La Strato Nuova
di Orio | 17 maggio 2004 ore 11:10
In effetti mi è arrivata da un po'. Mi sono detto...cosa devo fare ancora alla mia chitarrina? allora ho chiamto il caro liutaio Carlo e gli ho detto...MODIFICA! Risultato? Strato american standard con circuiteria simil SRV, paletta - ovviamente - nera e 2 suoni in più; ponte praticamente fisso, con 5 molle. Mi ritengo alquanto soddisfatto e al prossimo concerto testerò l'effetto della combinazione manico-ponte. Che ne dite? La preferisco ai tre pickup in serie di SRV. Voi come la vedete????????? Io ve lo dirò al prox concerto.... www.nonsolotigullio.com/versus
Blues....wow!!
di Orio | 05 maggio 2004 ore 11:57
Ragazzi, la settimana scorsa è stata al top!! E' iniziata in un non più soleggiato mercoledì sera quando ho assistito ad un seminario di Heggie (Eggie, Heggy, come volete) Vezzano, chitarrista di Andy J Forest. Che dire, arrivato con la sua chitarrina anni 60 Ibanez (non chiedetemi il modello!!) si è attaccato al mitico Fender valvolare di una saletta del centro aggregazione giovanile di Sestri Levante e ha iniziato a parlare. Dopo 20 minuti le parole erano finite e si è sentita la musica. Di certo un impatto incredibile. Simpatico, alla mano, umile, portentoso. Lo stesso è accaduto il giorno dopo quando ho avuto il coraggio insieme ad altri poveri principianti di mettere mano alla strato e accompagnarlo. Niente di paragonabile, suonare con un bluesman di tale preparazione (e non era solo, accompagnato da altri due enormi chitarristi), anche trattandosi di soli tre accordi l'atmosfera era incredibile. Da quella sera si salta al sabato, quando l'ho rivisto sul palco, io spettatore e lui lassù. In coppia con Renato Sconiamiglio, accompagnando Tom Principato in una jam session. Sempre col suo sorriso e quelle sue espressioni da "va tutto alla grande, ci stiamo divertendo!". Io la chiamo fortuna. E poi quel fantastico giovedì sera ha pure suonato la mia chitarra, nuda su un mixer. Era blues. Domanda e risposta Chiedi pure Sembrava dire... Blues And Soul Festival Sestri Levante, 1 Maggio www.nonsolotigullio.com/versus (-->sito del nostro gruppino) A presto chitarristi, vado a studiare un po' di plettro-medio-anulare.
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