Rettifica dei tasti fai-da-te: guida amatoriale al rinnovamento della tastiera
di BizBaz [user #48536] - pubblicato il 10 gennaio 2022 ore 11:15
Un nostro lettore illustra punto per punto il procedimento per rettificare i tasti di una chitarra in casa, con poca spesa e richiedendo giusto un po' di pazienza, precisione e manualità.
Ho sempre pensato che un bravo chitarrista debba sapersi prendere cura del proprio strumento, delegando ai liutai i lavori che necessitino di competenze e attrezzature molto specifiche.
Per tale ragione il setup delle mie chitarre l’ho sempre fatto da me, ma anche la costruzione e sostituzione di vari capotasti, interventi sull’elettronica eccetera.
Ciò, oltre a costituire un interessante passatempo, mi ha consentito di approfondire meglio la conoscenza dei miei strumenti e il progetto che è dietro la costruzione di ognuno di essi.
Recentemente avevo voglia di una Stratocaster vintage-style e ho colto l’occasione di una messicana Sunburst Classic Series 60 con tastiera in palissandro che era in vendita a un prezzo abbastanza buono (tenuti in conto i prezzi medi che si vedono in giro). Purtroppo l’acquisto doveva essere fatto a distanza con spedizione e quindi non ho avuto la possibilità di visionare, preventivamente, dal vivo, lo strumento. Poco male ho pensato: visto il prezzo, considerato che quegli strumenti hanno un standard medio più che accettabile e fidandomi della mia discreta capacità di intervento, ho immaginato che avrei potuto sistemare eventuali magagne senza dover ricorrere a un liutaio e quindi il gioco valeva la candela.
Appena arrivata la messicanina, a parte il setup orribile che aveva (dico solo che la posizione 1 praticamente non suonava tanto era stato “affossato” il pickup al ponte), mi accorgo di un paio di cose, una di poco conto e l’altra un po’ più preoccupante. Il selettore dei pickup era andato, molliccio come un cucchiaino in un vasetto di marmellata. E vabbè, ho pensato, quello si cambia in dieci minuti. Ma i tasti erano discretamente consumati. Non che la chitarra non si potesse più suonare ma alcuni tasti, intorno al 12°, all’altezza delle corde SI e SOL, erano decisamente più bassi. Segno evidente che il precedente proprietario era un maniaco del bending da 2 toni e ½ alla Gilmour. Inoltre su vari altri tasti (specialmente sulle prime posizioni) c’erano le classiche tacche da usura, alcune visibilmente profonde.
Insomma era uno strumento che necessitava di lì a breve di una bella rettifica e così, non avendo mai avuto esperienze nel settore mi sono messo a studiare su come fare l’intervento e con quale attrezzatura. Per prima cosa ho cercato tutte le informazioni reperibili sulle procedure utilizzate dai liutai per fare questo intervento e, una volta appreso il necessario know how, sono passato all’acquisto dell’attrezzatura. Me la sono cavata con una spesa intorno ai 50 euro con cui ho acquistato un “righello” per verificare la planarità del manico (scala da 25,5” e 24,75”), un blocco di legno sagomato da 7,25”/9,5” per levigare i tasti (inclusa carta abrasiva adesiva), una lima per il coronamento dei tasti e una livella trapezoidale per verificare l’altezza dei tasti. Ho poi acquistato carta abrasiva da 360 e da 800 e una paglietta 000 per la rifinitura e lucidatura dei tasti dopo il coronamento.
L’occasione per l’inizio dei lavori sono stati un paio di giorni di autoconfinamento volontario per un sospetto contagio da Covid-19 (sospetto per fortuna infondato) nei giorni tra Natale e Capodanno.
Passaggio 1
Dopo aver smontato il manico e approntato un’idonea zona-lavoro sul balcone di casa, cercando di mantenere il manico più in piano possibile, ho proceduto al raddrizzamento del manico agendo chiaramente sul truss-rod. È essenziale che il manico non abbia la più minima incurvatura, altrimenti il lavoro successivo sarebbe inutile: a tale scopo entra in gioco il “righello” (io l’ho chiamato così in mancanza di altre definizioni più appropriate ma credo che si chiami riga scanalata) che va posto a contatto con il legno della tastiera avendo cura di non lasciare passare “luce” tra la barra d’acciaio e il legno (va da sé che nel mio caso la scala da utilizzare fosse quella da 25,5”).
Passaggio 2
Una volta assicuratomi che il manico fosse più diritto possibile sono passato alla fase di protezione del palissandro, ricoprendo la tastiera con nastro adesivo carta, lasciando (ovviamente) ben scoperti i tasti.
Passaggio 3
Successivamente ho proceduto con la marcatura di ogni tasto con un pennarello nero: ciò è indispensabile per avere il riferimento di quanto i tasti debbano essere levigati.
Passaggio 4
Con il blocco di legno sagomato (lato da 7,25”), su cui ho applicato la carta abrasiva in dotazione, ho cominciato a levigare i tasti (non prima però di aver verificato con un calibro da radius che il blocco avesse realmente un raggio di 7,25”: meglio non fidarsi troppo).
Questa operazione è piuttosto delicata e deve essere svolta lentamente, con pazienza, cercando di premere meno possibile sulla tastiera per evitare di levigare i tasti più del necessario.
Molti liutai usano una carta piuttosto grossa (220/240) ma io ho utilizzato la 600 che avevo in dotazione con il blocco di legno: sicuramente avrà richiesto un po’ più di tempo ma così ho evitato di fare danni. Inoltre, anziché il blocco di legno sagomato, spesso viene utilizzata una barra di alluminio lunga all’incirca una quarantina di centimetri, perfettamente squadrata ma chiaramente questo strumento richiede una maggiore precisione e comporta maggiori rischi rispetto a quello che ho utilizzato io perché obbliga a essere molto meticolosi nel rispettare l’arco dei tasti.
Si deve levigare sino a che tutti i tasti non siano stati “ripuliti” dalla marcatura: ciò indica che sono stati riportati tutti alla stessa altezza. Durante la levigatura chiaramente si osserverà che i tasti più alti sono quelli che perdono per primi la marcatura e nelle foto si noterà inoltre che durante questa operazione vengono messi in risalto i solchi dei tasti che saranno gli ultimi ad essere livellati.
Passaggio 5
Terminata la levigatura, ho utilizzato la livella per verificare che l’altezza dei tasti fosse omogenea e che non vi fossero dislivelli. È un’operazione che si svolge sfruttando la sua forma a trapezio: si deve poggiare la livella su tre tasti alla volta, cercando eventuali dislivelli all’altezza di ciascuna corda. Si parte dai primi tasti utilizzando il lato più lungo del trapezio e man mano che ci si avvicina al ponte si utilizzano i lati più corti.
Passaggio 6
Una volta verificata l’altezza dei tasti, con l’apposita lima si passa alla coronatura, cioè l’operazione che ridà la forma “stondata” al loro apice che viene appiattito nella precedente operazione. Per prima cosa ho marcato nuovamente i tasti allo scopo di creare un riferimento che mi aiutasse a ridare loro la forma appropriata. A dire il vero non tutti i liutai effettuano questo passaggio poiché molti capiscono a occhio quando il coronamento è stato ottenuto correttamente ma, essendo io un novellino, ho preferito non fidarmi del riferimento a occhio. La lima che ho acquistato ha tre diversi solchi a D, da uno, due e tre millimetri, per adattarsi alle diverse dimensioni dei tasti in commercio. Io ho utilizzato quello più piccolo visto che dovevo lavorare sui piccoli tastini vintage della messicana.
Anche in questo caso l’operazione va svolta con lentezza e pazienza, cercando di rispettare quanto più possibile l’arco del tasto poiché la lima è uno strumento piuttosto efficiente (credo alla polvere di diamante) e con pochi passaggi si ottiene il risultato prefissato.
Si noterà come i tasti vengano ripuliti dalla marcatura del pennarello a eccezione di un filo sottilissimo sull’apice: ciò sta a significare che il tasto ha riottenuto la forma convessa che deve avere.
Passaggio 7
Terminata la coronatura dei tasti si procede nuovamente con la livella a trapezio a verificare la corretta altezza di ogni tasto.
Passaggio 8
Poiché il coronamento lascia i tasti piuttosto “grezzi” si passa alla fase di levigatura, prima con la carta da 360 (andrebbe usata la 400 ma non l’ho trovata) e poi con la 800. Anche in questo caso si deve fare poca pressione per evitare di “appiattire” nuovamente i tasti appena coronati.
Infine con la paglietta 000 si effettua la lucidatura (per i più pignoli dopo la 000 sarà necessaria anche una passata di pasta abrasiva).
Conclusione
Il risultato ottenuto mi ha molto soddisfatto. Dopo questo lavoro di circa un paio d’ore in una giornata in “autoquarantena”, questa messicanina è tornata a essere perfettamente suonabile, senza fastidiosi dislivelli tra i tasti.
Almeno fino a quando non sarà necessario un giorno effettuarne la sostituzione integrale. Cosa per la quale, ho già cominciato a studiare.