Negli anni del beat e del rock si era visto di tutto: body in plastica, alluminio, multistrato e truciolato compattato ma rivestito di plastica imitante la madreperla (specialmente nelle produzioni nostrane realizzate nella patria della fisarmonica), qualche body in polimetilmetacrilato (il plexliglass trasparente), ma delle chitarre con il body in masonite venimmo a conoscenza il giorno in cui vedemmo Jimmy Page usarne una: la Danelectro, a inizio anni '70.
A inizio degli anni '80, sono venuto in possesso dapprima di un basso Danelectro Longhorn e in seguito della Silvertone Amplicase che monta nel case un amplificatorino Harmony da 3 W con una valvola 50C5 in finale e una raddrizzatrice 35W4.
Erano entrambe chitarre economiche. A inizio anni '60, le Silvertone erano vendute nei supermercati. Però il suono non è affatto malvagio e comunque hanno un loro fascino.
L'hardware è spartano, un attaccarcorde in acciaio inox fissato con tre viti dotato come ponte di una striscia di palissandro fermata con una sola vite per permetterne un'inclinazione variabile, meccaniche semplici ma del tipo chiuso a copertura unica per tutte, pickup per il 99% del tipo Lipstick (salvo pochissime eccezioni postume), mascherina anch'essa in masonite bianca e volume e tono contenuti in una scatoletta rivestita in lamierino di rame per la schermatura, tutto qui. Ma c'era stato un precedente come utilizzo da parte di un interprete famoso: il Re.